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Civilization VI – La Recensione

Civilization VI

1 Impariamo dalla Storia

Dalla lontana età della pietra, fino alla più moderna era tecnologica, il nuovo Civilization VI di Firaxis Games torna ad accompagnarci in un percorso ben conosciuto dagli amanti del genere 4X, ma come sempre migliorato e perfezionato rispetto al passato. Con questo nuovo capitolo della saga firmata Sid Meier, il team ci propone un prodotto rivisitato e corretto ma che potrebbe ormai essere giunto al termine del suo lunghissimo percorso videoludico. Gli anni sono passati per la saga di Civilization ma, nonostante le rughe, il gioco riesce ancora a stupire anche se gli sviluppatori avrebbero potuto, anzi, dovuto osare di più.

Il format che ci presenta Firaxis Games è come sempre lo stesso. In Civilization VI, proprio come in tutti i suoi predecessori, ci ritroviamo alla guida di una delle tante civiltà che hanno caratterizzato e popolato la Terra in queste ultime migliaia di anni. Dagli Egiziani, guidati dalla bella Cleopatra, fino ai potenti Americani del presidente Roosevelt, ogni popolo possiede delle sue caratteristiche speciali, abilità passive uniche che permettono al giocatore di vivere un’esperienza ludica differente a ogni partita.
I Giapponesi, per fare un esempio, hanno a loro disposizione la speciale unità del Samurai, che continua a combattere al massimo della potenza anche dopo aver subito dei danni, ma anche dei bonus “passivi” riguardanti la vicinanza dei Distretti, nuova caratteristica che è andata a stravolgere, un poco, il fin troppo conosciuto gameplay della serie.
Questa meccanica permette essenzialmente di espandere le città dominate edificando dei veri e propri quartieri. Ognuno di questi possiede dei propri bonus e può ospitare una determinata fascia di edifici, un tempo ospitati tutti all’interno della città. Per fare un esempio molto semplice, il Distretto Commerciale, permette la costruzione di banche e mercati, utili per aumentare gli introiti cittadini, controllare più carovane di mercati e aumentare di conseguenza la ricchezza generale della popolazione.
Differentemente, il Distretto Spazioporto, permette la costruzione di edifici tecnologici, lanciare shuttle e satelliti. Per tale motivo può essere costruito solo in epoche avanzate, dopo aver raggiunto il giusto livello di tecnologia.

2 Abbastanza novità?

In maniera forse un poco deludente, le vere novità di Civilization VI, quelle più appariscenti e facili da notare, si fermano qui. Il gioco offre ovviamente molti miglioramenti minori, dimostrando di aver imparato bene dalla Storia, ma forse non quanto i fan speravano. La pecca più grande è probabilmente data dalla Diplomazia. Il rapporto con altre civiltà risulta troppo sterile e le opzioni a disposizione dell’utente sono ancora una volta limitate e ridondanti.
Allo stesso modo, l’Intelligenza Artificiale non stupisce, neanche ai livelli di difficoltà più alti, dove “il nemico” continua a operare in maniera lineare e prevedibile, sfruttando troppo poco le peculiarità possedute da ogni civiltà e, piuttosto spesso, ci si ritroverà accusati di aver compiuto misfatti apparentemente sciocchi ma ottimi casus belli per ritrovarsi coinvolti in guerre non volute. “Hai più meraviglie di me, ti distruggo”.
Nonostante questo, Firaxis è riuscita nell’intendo di rendere il combattimento più dinamico, aumentando le possibilità di costruzione, espandendo il numero di unità a disposizione e rendendo il tutto più “distruttibile” grazie ai sopraccitati Distretti. Se da una parte alcuni di questi potranno bombardare il nemico alle porte aiutando così la città in un possibile assedio, altri saranno totalmente alla mercé del nemico che non vedrà l’ora di saccheggiarli o sabotarli tramite una spia e ridurre così, considerevolmente, la crescita della città sotto scacco.
In questo particolare ambito è bene spendere due parole anche per le Meraviglie, uno dei tratti distintivi della serie Civilization. Anche queste saranno considerate dei veri e propri Distretti in quanto andranno a occupare una casella del territorio appartenente a una città. A differenza di quanto succedeva negli anni passati, ora è necessario soddisfare anche dei particolari requisiti per permettere la loro costruzione (alcune possono essere edificate solo in caselle di deserto per darvi un’idea, come le Piramidi). Inoltre, ognuna delle Meraviglie apporterà ora dei cambiamenti più radicali alla civiltà, concedendo bonus più importanti e di carattere generale, come sbloccare una nuova politica.
Dal punto di vista gestionale, anche qui il team è riuscito in un’impresa non da poco, apportando miglioramenti generali e specifici che potrebbero rendere felici non pochi fan. Soprattutto i nuovi arrivati.
A differenza da passato, ora non abbiamo più una sola “corsa tecnologica”, ma le scoperte sono suddivise in Scienza e Cultura: mentre la prima permette di raggiungere i stadi di evoluzione più avanzata, come accadeva in passato, l’altra consente di migliorare l’approccio politico, sbloccando non solo nuove forme di governo, ma anche abilità economico-militari-diplomatiche in grado di migliorare e personalizzare allo stesso tempo il proprio stile di gioco. L’aumento della Cultura è quindi in Civilization VI una delle chiavi fondamentali per raggiungere la vittoria, che sia questa militare, scientifica, religiosa, o altro.

3 Conclusioni

Civilization VI è sicuramente un’evoluzione degna dei suoi predecessori, non solo dal punto di vista del gameplay, ma anche da quello tecnico. Graficamente il gioco risulta appagante, anche se forse le macchine che possono permettersi di far girare il titolo con tutte le impostazioni al massimo non sono poi così tante e le differenze estetiche tra alta qualità e massima non sono molto evidenti.
Una menzione anche al comparto sonoro, curato dal compositore Geoff Knorr, già celebre per il suo lavoro in Civilization V e Beyond Earth, che accompagna lo sviluppo di ogni civiltà con dei componimenti sempre più complessi a ogni balzo di epoca. Una gioia uditiva per ogni gamer.
Il vero problema è rappresentato dalla ripetitività dei passaggi che assale il giocatore dopo la prima partita. Chiunque abbia giocato con altri Civilization potrebbe infatti trovarsi intrappolato in un ripetersi di eventi quasi infinito e che troppo poco le nuove innovazioni di Firaxis sono riuscite a migliorare davvero. Il gioco è essenzialmente rimasto identico rispetto al passato, la presenza dei Distretti e di una maggiore personalizzazione data da due alberi di tecnologie separati e dalle passive di ogni civilità è sicuramente un’ottima cosa ma vi sono ancora tanti punti che potrebbero essere migliorati per rendere Civilization più dinamico e coinvolgente. Uno potrebbe essere la possibilità di costituire vere e proprie alleanze tra più popoli in grado di influenzare maggiormente il mondo di gioco. Con il beneamato Alpha Centauri la stessa Firaxis era riuscita un poco in questo, dando la possibilità al giocatore di partecipare a votazioni e dibattiti in grado di influenzare l’intero pianeta. Per ora non ci resta che attendere allora le immancabili espansioni che arriveranno nei prossimi mesi e sperare che il team non abbiamo già svelato tutti i suoi assi.

Civilization VI Launch Trailer - International Version

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
civilization-vi-la-recensione<strong>PRO:</strong><br> Maggiore personalizzazione <br> Gestione più semplice ed efficacie <br> Colonna sonora sempre magnifica <br> <strong>CONTRO:</strong><br> Troppo ripetitivo <br> IA non troppo evoluta <br> Ci si aspettava qualcosa di più <br>

1 commento

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