Ai The Game Awards 2025 è arrivato il momento più atteso dell’intera serata: l’annuncio del Game of the Year. E contro ogni pronostico, contro giganti usciti nel corso dell’anno e contro produzioni ben più blasonate, è stato Clair Obscure: Expedition 33 a conquistare il premio più prestigioso dell’industria.
Una scelta che ha acceso la platea e che ha premiato un’opera capace di distinguersi non solo per bellezza artistica, ma per coerenza, coraggio e qualità complessiva.
Un GOTY che premia arte, visione e identità
Clair Obscure: Expedition 33 si è imposto come un titolo di enorme personalità: un gioco raffinato, narrativo, stilisticamente unico e con un mondo immaginifico che ha colpito profondamente tanto la critica quanto il pubblico.
La vittoria del GOTY non arriva quindi come un’esagerazione, ma come la naturale conclusione di un percorso che ha visto il titolo crescere grazie al passaparola, alla sua direzione artistica dominante e a un gameplay che unisce esplorazione, mistero e una forte componente emotiva.
Una direzione artistica che ha fatto scuola
Uno dei punti più discussi e celebrati del gioco è proprio la sua estetica: tonalità delicate e allo stesso tempo contrastate, un mondo sospeso tra sogno e incubo e un’immaginazione che non somiglia a nulla di già visto nel panorama moderno.
Clair Obscure: Expedition 33 ha dimostrato che non serve un budget mastodontico per lasciare il segno, ma una visione chiara e il coraggio di portarla avanti con coerenza assoluta.
Il pubblico lo ha amato, la critica lo ha consacrato
Dai primi trailer alla recensioni entusiaste, fino all’esplosione del fenomeno su social e community, il percorso del gioco è stato costante e solido.
La vittoria ai TGA 2025 è la consacrazione definitiva di un’opera destinata a restare nella memoria collettiva come uno dei titoli più sorprendenti di questa generazione.
Un risultato che ridefinisce il concetto di GOTY
La vittoria di Clair Obscure: Expedition 33 dimostra ancora una volta come i The Game Awards stiano diventando sempre più aperti alle produzioni che osano, che innovano e che portano qualcosa di davvero nuovo sul tavolo.
Non solo spettacolo: ma sostanza, creatività, identità. E un GOTY così non può che fare bene all’intero settore.
