Clickbait, addio. Google lancia un algoritmo per combattere la disinformazione e i titoli ingannevoli

google lotta ai titoli clickbait e disinformazione

L’algoritmo che regola i risultati di ricerca su Google si aggiorna. Secondo quanto riportato, il motore di ricerca più utilizzato al mondo penalizzerà, automaticamente, quei siti che ricorrono alla sgradevole pratica dei titoli clickbait. L’Helpful Content Update è già disponibile per i siti in lingua inglese. Nelle prossime settimane verrà allargato ai siti in altre lingue. Come spiega Google, i contenuti verranno catalogati in base a nuovi parametri. Più un articolo è d’aiuto (helpful, appunto) più per questo sarà facile trovarsi tra i primi risultati di ricerca. Al contrario, titoli imprecisi, incompleti, che facciano leva sulla sola emotività, verranno penalizzati e finiranno più giù tra i risultati.

“Molti di noi hanno sperimentato la frustrazione di visitare una pagina web che sembra avere quello che stiamo cercando, ma non è all’altezza delle nostre aspettative. Lavoriamo sodo per assicurarci che le pagine che mostriamo su Ricerca siano il più utili e pertinenti possibile. Per fare ciò, perfezioniamo costantemente i nostri sistemi: l’anno scorso, abbiamo lanciato migliaia di aggiornamenti per la ricerca basati su centinaia di migliaia di test di qualità, comprese le valutazioni in cui raccogliamo feedback da revisori umani” scrive Google sul proprio blog.

L’obiettivo, spiega l’azienda nella nota, è quella di ridurre quei contenuti generati soltanto per acchiappare qualche click o condivisione. Si rinnova dunque l’impegno preso da Google nel voler garantire agli utenti una migliore esperienza di navigazione. Non solo algoritmi. Per combattere i clickbait vanno bene anche i videogiochi. È successo nel 2020 con The Information Tower, titolo realizzato dagli italiani Samuele Sciacca e The Oluk in collaborazione con Altroconsumo e Skuola.net proprio su iniziativa di Google. Il gioco serviva a insegnare a grandi e piccoli come riconoscere una fake news, come stare lontani dai titoli clickbait e i primi rudimenti di verifica delle fonti.

Fonte: Blog Google