La bufera intorno Cyberpunk 2077 non accenna a placarsi e CD Projekt RED è ora costretta a rispondere all’ennesima class action. Con questa, siamo a quota tre.
È qualche settimana, ormai, che numerosi studi legali stanno attaccando gli sviluppatori di Cyberpunk 2077 per correre in supporto degli investitori. È stato un periodo difficile per la software house e per gli azionisti, principalmente a causa di un lancio tutt’altro che liscio.
Il gioco si è ritrovato sul mercato stracolmo di problemi tecnici, di natura variabile in relazione alla piattaforma su cui lo si fruisce. E mentre il mondo intero aspetta le corpose patch che dovrebbero finalmente portare a compimento l’opera di CD Projekt RED, la casa di sviluppo ha ora più gatte da pelare di natura legale, per le mani.
Gli azionisti sono infatti stati colpiti da quello che loro stessi hanno definito “un comportamento fraudolento” da parte del team, che aveva nascosto lo stato del gioco fino all’uscita nei negozi “a scopo di lucro personale“.
Ora, anche lo studio californiano Bragar Eagel & Squire si aggiunge alla lotta, e la denuncia all’azienda polacca è ufficiale. Una nuova indagine è stata aperta.
Stando alle voci condivise da un presunto sviluppatore, CD Projekt RED sarebbe attualmente nel caos. In molti starebbero lasciando lo studio, ma il piano del team resterebbe quello di aggiustare Cyberpunk 2077 in occasione di un vero e proprio rilancio previsto per giugno. Tanti contenuti tagliati, tra l’altro, dovrebbero ritornare sotto forma di DLC.
Restiamo in attesa dei futuri sviluppi.
Fonte: Aroged