L’infinito report di Jason Schreier, rinomato giornalista e insider, su Bloomberg prosegue. La missione di fare luce sugli infiniti problemi di sviluppo di Cyberpunk 2077 prosegue: il report ha preso come campione una ventina di sviluppatori di CD Projekt RED, rimasti comunque anonimi.
Poco fa vi abbiamo parlato di come gli sviluppatori abbiano ammesso di aver lavorato, sotto ordini dei piani alti, a delle “demo finte” atte a sorprendere il mondo, piuttosto che a rappresentare ciò che sarebbe stato il prodotto finale. Ora, si va a scavare maggiormente in ciò che fu la questione dei rimandi.
Cyberpunk 2077 è slittato infatti più volte dalla sua data originaria. Il gioco è poi arrivato sugli scaffali in uno stato che definire ‘completo‘ sarebbe ottimistico. Soprattutto su console di vecchia generazione. La software house polacca è ora impegnata ad aggiustare il gioco entro il 2021, causa anche gli enti governativi con il fiato sul loro collo.
Se uno slittamento di quasi un anno non ha permesso comunque al team di regalarci un gioco degno del nome di CD Projekt RED, la domanda più scontata da farsi è: in che stato era, allora, quando è stata annunciata la data d’uscita originale? Vi sorprendereste di scoprire come il team, all’epoca, era perplesso almeno quanto lo siamo noi adesso.
Stando al report di Bloomberg, gli sviluppatori si trattenevano in ufficio già molte ore all’infuori del classico turno lavorativo. Gli straordinari non erano obbligatori, ma si parla comunque di molti lavoratori su cui veniva fatta pressione perché fosse così.
“C’erano volte in cui restavo a lavoro anche 13 ore al giorno, e questo per cinque giorni a settimana“, racconta Jakubiak, ex-programmatore audio. “Ho degli amici che hanno letteralmente perso la famiglia, per mantenere quei ritmi“.
Gli straordinari non hanno mai finito per velocizzare abbastanza lo sviluppo di Cyberpunk 2077. All’E3 del 2019, CD Projekt annunciò che il gioco sarebbe arrivato il 16 aprile 2020. I fan impazzirono, ma CD Projekt RED si disse perplessa per la decisione presa. Nessuno sapeva come fosse possibile completare i lavori in così poco. Secondo loro, nel migliore dei casi, il gioco sarebbe stato pronto per il 2022.
Alcuni pensavano addirittura che l’annuncio fosse uno scherzo. Internamente, giravano battute su quante volte il gioco sarebbe stato rimandato, e su quando sarebbe arrivato l’annuncio. Rimuovere meccaniche e rimpicciolire il gioco ha aiutato, ma la crescita del team ha finito – per assurdo – per rallentare altri aspetti dello sviluppo.
In ogni caso, il team si è definito comunque di parecchio sotto lo staff ideale: si puntava alla qualità dei giochi Rockstar, come GTA 5 e Red Dead Redemption 2, con un team grande letteralmente la metà e con aspettative alte il doppio.
Fonte: Bloomberg