
Il numero di giocatori di Destiny 2 ha raggiunto un livello mai così basso su Steam, segnando un momento di riflessione per Bungie e per l’intero universo che ruota attorno al celebre sparatutto online. Secondo quanto riportato da PC Gamer, il picco giornaliero di giocatori simultanei è sceso a 16.067 utenti, il valore più basso mai registrato dal debutto del titolo sulla piattaforma Valve.
Questo nuovo record negativo abbassa il precedente minimo di 18.023 giocatori, registrato durante l’espansione Revenant, e suggerisce un calo costante nell’interesse della community, almeno nella versione PC. Si tratta di un dato preoccupante, se si considera che nel passato Destiny 2 riusciva a superare agevolmente le 300.000 presenze simultanee in occasione delle sue grandi espansioni.
Un declino progressivo tra stanchezza e sfiducia
A rendere la situazione ancora più chiara è il debutto di Edge of Fate, l’ultima espansione del gioco, che non è riuscita a superare i 100.000 giocatori simultanei al lancio, un traguardo ben lontano dai fasti dei tempi passati. Questa flessione riflette un problema più profondo: la perdita di fiducia tra Bungie e la sua base di fan, costruita in anni di successi e poi logorata da scelte discutibili.
Le cause dietro il calo sono molteplici e intrecciate. Una delle più citate riguarda la gestione del cosiddetto “Portal System“, introdotto con Edge of Fate, accusato da molti di rendere il gioco eccessivamente ripetitivo e privo di reali ricompense. Anche la decisione di Bungie di rimuovere contenuti dal gioco tramite il “Destiny Content Vault” ha lasciato un segno profondo, minando la percezione di valore da parte dei giocatori che avevano investito tempo e denaro in espansioni ora non più accessibili.
A questo si aggiungono una serie di scelte creative e comunicative considerate poco efficaci. Il lancio di Edge of Fate è arrivato con una campagna promozionale modesta, e con un comparto tecnico che, seppur solido, non ha mostrato grandi innovazioni. Gli appassionati di lunga data lamentano anche una crescente sensazione di fatica nel restare competitivi, dovuta alla complessità del sistema di progressione e a un equilibrio che spesso favorisce i giocatori più costanti, penalizzando chi rientra dopo una pausa.
Le contromosse di Bungie e la consapevolezza dell’errore
Bungie, consapevole della gravità della situazione, ha già iniziato a correggere la rotta. Uno dei primi interventi riguarda la decisione di annullare il controverso reset dei livelli di potere previsto per la prossima stagione. Il publisher ha comunicato che i giocatori manterranno i loro progressi, in segno di rispetto verso la dedizione della community.
Durante un intervento alla GDC 2025, Alan Blaine, uno dei principal designer dello studio, ha ammesso che alcune decisioni interne hanno portato a conseguenze impreviste, citando il caso di un aggiornamento errato che causò venti ore di inattività dei server e il rollback dei personaggi. È un gesto di trasparenza insolito per l’azienda, che sembra ora pronta a ricostruire il rapporto di fiducia con la sua fanbase storica.
Il futuro di Destiny 2 tra rischio e rinascita
Nonostante i numeri, non si può ancora parlare della fine di Destiny 2. Il titolo resta uno dei progetti live service più influenti dell’ultimo decennio, e proprio per questo la fase attuale rappresenta più un punto di svolta che un epilogo. L’arrivo dell’espansione Renegades, previsto per dicembre 2025, sarà il vero banco di prova. Se Bungie riuscirà a proporre contenuti coinvolgenti e una struttura più accessibile, potrà invertire la rotta e rilanciare il gioco verso una nuova età dell’oro.
In caso contrario, Destiny 2 rischia di diventare l’emblema di una generazione di titoli live service logorati da eccessiva complessità, tempi di sviluppo prolungati e una progressiva disconnessione con la propria base di giocatori. Ma la storia del marchio Bungie insegna che la rinascita, per quanto difficile, non è mai impossibile.
Fonte: PC Gamer
















