
Negli ultimi giorni del 2025 è emersa una notizia che sta scuotendo il rapporto tra grandi editori e piattaforme social di gaming: The Walt Disney Company ha deciso di non collaborare con Roblox, almeno per il momento, a causa di persistenti preoccupazioni sulla sicurezza dei bambini all’interno dell’ambiente di gioco. Secondo quanto riportato da più testate internazionali, Disney ritiene che attualmente Roblox non offra un livello di sicurezza adeguato per la sua vasta fascia di utenti minorenni, e per questo motivo ha scelto di non portare i suoi contenuti o IP ufficiali sulla piattaforma di gaming online.
Roblox è una delle piattaforme di gioco online più popolari al mondo, con centinaia di milioni di utenti attivi, molti dei quali sotto i 18 anni, e ospita migliaia di “esperienze” create dagli utenti stessi. Tuttavia, questa stessa apertura e dinamicità hanno sollevato critiche e preoccupazioni crescenti sulla protezione dei giocatori più giovani, con organismi di regolamentazione, esperti di sicurezza digitale e media specializzati che evidenziano rischi legati alla moderazione dei contenuti e alla possibilità che materiale inappropriato possa circolare all’interno del servizio.
Le ragioni della scelta di Disney
Secondo i report, Disney non ha formalizzato una partnership con Roblox per l’uso dei suoi marchi o per sviluppare esperienze dedicate, nonostante in passato abbia sperimentato campagne promozionali su altre piattaforme digitali. La motivazione principale, come evidenziato da fonti vicine alla società e confermata da Variety, è che Disney considera l’ambiente di Roblox non sufficientemente sicuro per i minori, e ciò rappresenta un ostacolo significativo per l’integrazione di contenuti ufficiali come personaggi e franchise dell’azienda.
A differenza di altre collaborazioni di successo con piattaforme di gioco come Fortnite di Epic Games — dove Disney ha integrato personaggi e contenuti con ottimi risultati — su Roblox non ci sono piani concreti per contenuti ufficiali Disney al momento, proprio perché i criteri di sicurezza richiesti non sono ritenuti soddisfatti. Questo atteggiamento riflette la volontà di Disney di tutelare l’immagine dei propri marchi e — soprattutto — di garantire un ambiente adeguato per i giovani fan.
Il contesto più ampio delle preoccupazioni sulla sicurezza dei minori
Le preoccupazioni legate alla sicurezza dei giocatori più giovani su Roblox non sono un fenomeno isolato. In molte giurisdizioni, autorità e gruppi di tutela dell’infanzia hanno espresso allarmi simili, portando in alcuni casi a divieti o restrizioni nazionali sulla piattaforma per motivi di protezione dei minori. Alcuni paesi africani e mediorientali hanno vietato o limitato l’accesso a Roblox dopo aver rilevato una diffusione non controllata di contenuti inappropriati per bambini.
Questi problemi hanno alimentato dibattiti sulla responsabilità delle piattaforme digitali nel proteggere gli utenti più giovani, con richieste di moderazione più stringente, limiti d’età più severi e strumenti più avanzati per filtrare contenuti dannosi. La decisione di Disney di non collaborare con Roblox finché non emergeranno miglioramenti tangibili nella sicurezza costituisce un segnale forte per l’intero settore dell’intrattenimento digitale, sottolineando quanto la tutela dei minori stia diventando un criterio imprescindibile nelle scelte delle grandi aziende.
Possibili implicazioni future
Sebbene al momento Disney non abbia in programma di portare i propri personaggi o esperienze su Roblox, la porta non è necessariamente chiusa per sempre. I rapporti indicano che se la piattaforma dovesse rafforzare in modo convincente i suoi sistemi di sicurezza, Disney potrebbe rivalutare la sua posizione e considerare potenziali collaborazioni in futuro. In un settore dove le alleanze tra editori e piattaforme social di gaming sono diventate sempre più strategiche per ampliare la visibilità dei contenuti, questa decisione potrebbe spingere Roblox a intensificare ulteriormente i suoi sforzi in termini di moderazione, verifica delle età e controllo dei contenuti.
Fonte: Dexerto










