Combattere, sempre combattere
Potenza, tecnica e velocità sono i tre punti cardine del combattimento, cuore pulsante, con le fusioni, di Dragon Ball Fusions. Il team di Ganbarion, ascoltando saggiamente le richieste dei fan che si susseguono da anni, ha voluto dare libero sfogo a tutta la sua creatività permettendo al giocatore di fondersi con ognuno degli alleati che incontrerà sul suo cammino. Questi parametri, condensano tutte le statistiche che vanno a influire su ogni combattimento che affrontiamo nel gioco. A secondo della loro distribuzione (la scelta della razza iniziale sarà fondamentale), possiamo infliggere più o meno danni, durante ognuno dei turni che compone la battaglia. Un po’ come nei JRPG di una volta, il tempo di ognuno di tali turni è scandito da un indicatore che ci permette anche di comprendere l’ordine delle azioni di ognuno dei combattenti in gioco. Si tratta, essenzialmente, di uno scontro all’interno di un “ring” virtuale, a tre dimensioni, dove risulta fondamentale la concatenazione degli attacchi di ognuno dei membri del nostro quintetto. Abbastanza ostico risulta il modo con il quale il team ha deciso di permettere ai giocatori di incontrare tutti i personaggi reclutabili. Un sistema non molto accattivante, che ci costringe a lunghe sessioni di ripetitivi combattimenti, dove dovremo continuare ad attaccare l’oggetto dei nostri desideri per riempire un determinato indicatore prima di poterlo convincere ad aggiungersi al nostro seguito. Allo stesso modo, con estrema ripetitività, vengono sbloccate le mosse e le fusioni più celebri… Ganbarion poteva sicuramente sviluppare un qualcosa di meno “grindoso” ma il risultato non è troppo male se sommato al resto degli elementi di Dragon Ball Fusions.
