Digital Foundry ha pubblicato l’analisi tecnica di Dragon’s Dogma 2, recensito da noi recentemente, confermando le ottime capacità di Capcom nel fare giochi belli da vedere ma, al tempo stesso, smentendo le analisi che vedevano la versione PS5 vincere nettamente su quella Xbox Series X, con le due console che sono apparentemente molto più vicine di quanto si pensasse. In generale, Digital Foundry ha lodato le qualità tecniche dell’ultima fatica Capcom, complice la presenza di Ray Tracing anche su console e di modelli molto dettagliati. Non manca qualche perplessità, soprattutto nel modo con cui Capcom ha tentato di aggirare i limiti della CPU.
Dragon’s Dogma 2: Digital Foundry colpita dalla grafica del gioco, ma non mancano incertezze
Il team si è infatti complimentata con Capcom per la qualità con cui sono stati realizzati i modelli dei personaggi, così come geometrie e asset dell’ambiente di gioco. Notevole anche l’illuminazione, impreziosita da Illuminazione Globale in Ray Tracing presente sia su PlayStation 5 che su Xbox Series X, mentre su Series S essa è assente, oltre a presentare altre rinunce che vedremo in seguito.
Anche il modo con cui la luce rimbalza sulle varie superfici ha colpito i giornalisti, seppur questi ultimi facciano notare come negli interni la luce possa apparire un po’ spenta. Inoltre, c’è del rumore nel Ray Tracing, le Shadow Map seppur ottime presentano problemi di aliasing e ci sono alcuni artefatti nelle Screen Space Reflection tipiche del RE Engine di Capcom. Infine, il posizionamento della telecamera e il lip sync di alcune scene è stato giudicato sottotono.
L’aspetto più critico riguarda però la gestione delle risorse della CPU. Dragon’s Dogma 2 è un gioco che fa molto uso della CPU, sia su PC che su console, e queste ultime vedono compromessi che fanno tornare indietro di 20 anni. Nelle città, le aree più critiche, Capcom ha pensato di ridurre drasticamente la distanza di rendering degli NPC. Il risultato? Personaggi che compaiono a un palmo dal giocatore, tanto da finire col sbatterci. Una scelta sicuramente poco elegante.
Per quanto riguarda le due console top di gamma, entrambe hanno setting visivi molto simili e fanno uso di checkerboard. Per qualche motivo, Xbox Series X ha alcuni problemi con questa tecnica e presenta diversi artefatti che, di fatto, rendono difficile anche la conta dei pixel. Al contrario, il checkerboard su PS5 si comporta molto bene e ha permesso a Digital Foundry di confermare che esso lavora fino a 2160p.
Dragon’s Dogma 2 presenta anche un framerate sbloccato su entrambe le console, oscillando tra i 30 e i 45fps ma con cali di 20 nelle scene più intense. Dove conta la GPU, a spuntarla è Xbox Series X con il 10% di FPS in più, mentre PS5 gode di un vantaggio quando lavora di più la CPU, per qualche motivo. Inoltre, il VRR di Series X con il Low-Frame Rate Compensation aiuta a far sembrare il videogioco più fluido, il che è un vantaggio rispetto a PlayStation 5.
Xbox Series S, com’è ovvio che sia, è la versione più debole delle tre. Il Ray Tracing GI sparisce del tutto, le ombre sono a risoluzione minore epresentano sfarfallamenti visibili, e come se non bastasse alcune texture soffrono di un bug. Il framerate è invece buono, confermandosi ai livelli di quello PS5. Infine, la versione PC ha fatto storcere il naso per la pre-complazione degli shader che ha richiesto ben 2 minuti su un Ryzen 7800 e che, nonostante ciò, non ha risolto alcuni problemi di stutter.
Nonostante tutto, la situazione è migliore rispetto al passato. Segnalati anche notevoli cali di framerate nelle zone abitate, a cui i videogiocatori stanno ponendo rimedio in modo alquanto drastico, e che peggiorano a causa di un frametime non all’altezza e il NVIDIA DLSS non rende come ci si aspetterebbe, con piccoli elementi di vegetazione che appaiono blurrati.
Fonte: Digital Foundry