La nostra anteprima di Dune: Spice Wars.
Pietra angolare della fantascienza, il mondo immaginato da Frank Herbert col suo Dune ha ispirato un intero genere letterario contribuendo alla nascita di universi narrativi come Star Wars e Warhammer 40.000.
Ma non solo, è infatti legato a Dune anche quello che viene considerato il primo vero RTS come li conosciamo adesso: Dune II: Battle for Arrakis, a opera dei compianti Westwood Studios nel 1992.
Shiro Games e Funcom tentano l’ardua impresa di riportare quest’opera mastodontica col loro Dune: Spice Wars, un particolare ibrido RTS-4X (che per chiunque non mastichi questi acronimi vogliono dire “strategia in tempo reale-gestionale di esplorazione ed espansione”) che abbiamo analizzato per voi nei suoi giorni prima dell’uscita in early access.
Parliamo quindi di un work in progress, ma le cui basi sembrano già ottime e con degli sviluppatori dalle idee abbastanza chiare sugli obiettivi a breve e medio termine da raggiungere, come approfondito nelle FAQ del progetto (QUI il link per visionarle).
Dune: Spice Wars – Controlla la spezia, controlla l’universo
Come da titolo, la spezia è una delle principali risorse a disposizione in Dune: Spice Wars, insieme ad acqua e solari (denaro). Se la prima serve a tenere buono l’Imperium o a corrompere le autorità perché chiudano un occhio, le altre permettono ai nostri domini di non collassare su loro stessi. Senza acqua i nostri villaggi insorgeranno, senza denaro la produzione calerà e verremo sopraffatti rapidamente da incursioni nemiche.
I fattori da gestire della componente 4X sono molteplici e variano a seconda della fazione scelta. Inizieremo infatti scegliendo una delle quattro fazioni: Atreides, Harkonnen, Fremen e Smugglers, ognuna caratterizzata da quattro diversi consiglieri (con relativi bonus) e un approccio diverso al letale deserto di Arrakis. Atreides ed Harkonnen, per esempio, sfruttano il loro potere politico per influenzare le decisioni del Landsraad, in grado di fornire bonus e malus, globali o a una fazione in particolare. I Fremen e gli Smugglers (o Contrabbandieri) hanno un ruolo più marginale in questo gioco politico, concentrandosi invece su caratteristiche diverse, come la possibilità di allearsi più facilmente con i Sietch (delle città neutrali da cui partiranno regolarmente incursioni), o la costruzione di un mercato illegale nelle città nemiche.
Ciò garantisce una buona longevità, con la durata media di una singola partita intorno alle tre ore e una buona variabilità a seconda delle scelte iniziali.
Il proprio deserto, il proprio Dune
Se da una parte abbiamo un gestionale, fatto di regioni, bilanci di risorse e slot di costruzioni, dall’altra dovremo battere il deserto con fanteria e mezzi come nel più classico strategico in tempo reale.
Tra una fazione e l’altra non cambia solo la tipologia di unità reclutabili, ma anche il modo in cui queste agiscono e si spostano. I Fremen sopravvivono più facilmente al deserto rispetto agli altri, gli Harkonnen possono contare su droghe da combattimento per potenziare le proprie unità, ma chiunque calpesti la sabbia dovrà spostarsi in fretta se non vuole diventare parte del deserto.
I vermi, infatti, non si faranno attendere, e dimenticare una mietitrice al lavoro o un gruppo di soldati tra le dune porterà inevitabilmente alla comparsa dei veri signori di Arrakis. Lodare Shai-Hulud non vi salverà, ma con un po’ di strategia (e molto sacrificio) potrete sfruttarne l’arrivo per eliminare i plotoni nemici. L’uso di un esercito più o meno vasto dipende principalmente dalla fazione e dai bonus scelti per la partita. Come Atreides potremo fare affidamento su poche truppe, lasciando l’espansione dei territori all’abilità di annessione pacifica che li caratterizza e rafforzando i confini.
Insomma, Dune: Spice Wars lascia in mano al giocatore una grande libertà d’azione, permettendo di personalizzare l’approccio e le strategie del proprio arsenale. Le partite si susseguono con un ritmo di gioco che richiede una buona dose di attenzione e rapidità, senza mai diventare troppo frenetico grazie a una comodissima pausa che ci aiuta a gestire simultaneamente il nostro dominio. Un ibrido ben riuscito tra generi.
Dune: Spice Wars – Accesso anticipato e aggiornamenti futuri
Come già anticipato, quella su cui abbiamo avuto il piacere di mettere le mani è una versione pre-rilascio dell’early access. Non si tratta però di un titolo ancora grezzo, anzi. Pur nella sua essenzialità lo si potrebbe definire già completo.
Mancano però ancora diversi tasselli: alcuni in sviluppo, come già annunciato da Shiro Games tramite le già citate FAQ, altri non in programma (come DLC e, almeno per il momento, la localizzazione italiana). Tra gli elementi in sviluppo vi nominiamo la modalità campagna/storia e il multiplayer, non ancora presenti ma in lavorazione, così come l’aggiunta di una quinta fazione. Tutto ciò non pregiudica la godibilità delle singole partite, ma limita il target di Dune: Spice Wars per lo più alla nicchia di fan dell’opera di Frank Herbert, che non vedono l’ora di tuffarsi in una nuova incarnazione di Arrakis.
Un titolo essenziale al momento, con un prezzo di lancio accattivante e dalle buone possibilità se adeguatamente supportato dal proprio studio. In ogni caso, Dune: Spice Wars è da tenere d’occhio.