Una serie di comportamenti inappropriati che hanno convinto Red Thread Games a intraprendere la strada della tolleranza zero. Dal lancio di Dustborn la scorsa settimana, i comportamenti tossici da parte di membri della community si sono moltiplicati. Una onda lunga di messaggi d’odio indirizzati agli sviluppatori ‘colpevoli’ di avere realizzato un videogame inclusivo e con un cast di personaggi rappresentativo. La denuncia riportata da PC Gamer è piuttosto grave: dal lancio Red Thread avrebbe ricevuto messaggi con minacce, insulti e via dicendo.
Dustborn: colpevole di essere ‘troppo’ inclusivo?
Contro il gioco, un road trip ambientato in una ucronia e che si sviluppa come una avventura grafica dallo stile ispirato ai fumetti, una schiera di videogiocatori che lo hanno inviso a causa del cast. Dustborn, infatti, presenta personaggi non caucasici, non binari o con disabilità. Dapprima, le critiche feroci si sono risolte con una sorta di boicottaggio ai danni del gioco che nel week-end di lancio non ha registrato mai nemmeno 100 giocatori in contemporanea su Steam. Se questo dato poteva essere attribuito in buona parte alla concomitante uscita di Black Myth: Wukong (all’estremo opposto in termini numerici), ora è chiaro che a penalizzare il titolo di Red Thread ci abbia pensato anche un malcelato odio da parte dell’utenza.
La contromisura principale che verrà adottata da Red Thread è rappresentata dal ban dai propri canali per chiunque perpetuerà comportamenti irrispettosi verso il gioco, il team e gli altri membri della community. “Accogliamo le critiche costruttive e i feedback negativi, ma non saremo tolleranti verso l’odio” scrive lo studio in una nota diffusa sui suoi canali.
A proposito di studi, NetEase è tra i finanziatori di Red Thread. L’azienda cinese ha da poco optato per la chiusura dello studio che ha realizzato Visions of Mana.