Grazie a un interessante articolo su The Guardian veniamo a conoscenza dei risultati di uno studio, pubblicati poco tempo fa, dove appare evidente come il divario fra giocatori di sesso maschile e di sesso femminile sia sempre meno netto. Secondo questo studio, infatti, le giocatrici femmine sarebbero il 52% del totale, un numero molto interessante e che offre uno spunto per diverse riflessioni.
Prima di tutto è automatico pensare ai dati raccolti dallo studio: si tratta di videogiochi in generale, quindi sono compresi tutti i giochi per piattaforme mobile, smartphone e tablet, così come i browser game. Questo potrebbe far subito saltare a conclusioni su come le giocatrici che costituiscono quel 52% siano sicuramente impegnate per la maggiore in giochi di “categoria B”, ma -sorpresa- non è così: leggendo i dettagli delle analisi abbiamo scoperto che il 47% delle videogiocatrici ha giocato un videogioco disc-based negli ultimi sei mesi, l’86% nello stesso periodo ha giocato un online-game e ben il 56% ha giocato con una console.
Ovviamente risultati basati su un campione così vasto sono difficili da interpretare, poiché lo studio andrebbe necessariamente diviso in sottocategorie. Sicuramente alcune di queste categorie di giochi sono meno frequentate da ragazze, come ad esempio gli FPS, ma questo non vuol dire che lo stereotipo del videogiocatore necessariamente maschio sia ancora attuale. Per quanto i gusti possano essere differenti, infatti, sembra che alla fine della catena ci sia un certo equilibrio.
Così come avviene per i film e libri di genere fantascientifico o fantasy, anche con i videogiochi si possono applicare simili ragionamenti: alcuni generi sono tendenzialmente più apprezzati dai maschi, ma questo non vuol dire che nessuna ragazza possa avere gli stessi gusti e, ovviamente, nemmeno che non sia normale. Forse il segreto sarebbe semplicemente smettere di separare e categorizzare con giudizio, cosa che avviene spesso negli ultimi anni e che ha portato molte ragazze al tentativo di nascondere la propria identità femminile all’interno di comunità di videogiocatori. Le limitazioni arrivano proprio da ragionamenti pre-giudiziosi, in cui non solo non si accetta la possibilità che ci sia una parità statistica ma si punta spesso il dito contro videogiocatrici femmine, identificandole come casi atipici e, spesso, rendendole bersagio di attenzioni non gradite.
Gli studi statistici come quello di cui vi abbiamo parlato dovrebbero servire a riflettere su come, in fin dei conti, in un ambiente come quello videoludico sarebbe meglio concentrarsi sulla passione per un gioco, piuttosto che su un giudizio spesso appoggiato alla maggioranza. Perché, in fin dei conti, una cosa è certa: i videogiochi sono per tutti.