
Il problema delle serie sportive a cadenza annuale è che per trovarci qualcosa di nuovo bisogna scavare a fondo e rintracciare tra le righe del codice tutte quelle sfumature in grado di fare la differenza tra un’edizione e l’altra. Si tratta di un lavoro complesso, perché esige molte più ore di test di quante ne richiederebbe un titolo di fascia diversa e, spesso, non c’è il tempo materiale per farlo. Va da sé che molte delle opinioni finiscano così per orbitare intorno al concetto di minestra riscaldata e un prodotto che è andato soggetto ad un’opera di rifinitura tutt’altro che blanda, si ritrovi l’etichetta del clone attaccata alle spalle.
Consci di questa criticità ci siamo presi qualche giorno in più per valutare EA Sports FC 26 e quest’approccio ci ha permesso di riequilibrare gli estremi di un giudizio che, avessimo agito in modo tradizionale, non avrebbe tenuto conto di molti fattori emersi soltanto dopo aver provato a fondo le principali configurazioni di gioco proposte. E già, perché l’ultima fatica di EA Canada è, in realtà, una creatura modulare che ogni utente potrà plasmare ad immagine e somiglianza della propria idea di Calcio, nonché del suo personalissimo modo di intendere il concetto di simulazione videoludica… Il che, lasciatecelo dire subito, costituisce molto probabilmente la più grande virtù di un progetto in crescita lenta, ma costante, che può oggi guardare la sua immane platea negli occhi, certo di poter offrire ad ogni utente un esperienza straordinariamente versatile.


Un pallone, due identità opposte
EA Sports FC 26 è un titolo poliedrico, quasi camaleontico e, in quanto tale, non intende imporre al videogiocatore visione univoca del Calcio. Incentivandolo costantemente a testare una pletora di configurazioni atte ad influenzare in modo più o meno radicale il coefficiente di realismo della rappresentazione, esso lo invita piuttosto a trovare in autonomia l’ideale snodo in cui la simulazione debba lasciar spazio al videogame. Ne deriva l’opportunità di piegare l’intero sistema di gioco a ritmi dal frenetico retrogusto arcade oppure di trasformare il campo in una scacchiera dinamica dove un’accurata gestione di passaggi, tiri, coperture, inserimenti e schemi rivestirà un ruolo decisivo. A nostro modo di vedere la cosa, è su quest’ultimo terreno che sia possibile verificare quanto possa essere profondo il gameplay di EA Sports FC 26 ed è proprio da qui che gli appassionati più coriacei dovrebbero iniziare l’esplorazione delle modalità più rilevanti della serie: la Carriera da Tecnico e la rispettiva controparte da giocatore singolo. Per quanto gli esordi possano risultare probanti, la costruzione di un percorso a lungo termine consente infatti di assorbire gradualmente ogni sfumatura fisica, concettuale e tattica del gameplay, di modo che anche il raggiungimento di obiettivi un tempo ordinari come imbastire un contropiede vincente o una triangolazione efficace, arrivi a costituire motivo di grande soddisfazione. Se la carriera da Professionista vi vedrà impegnati nella rifinitura di tutte le abilità necessarie ad esprimere la vostra idea di come vada svolto un preciso ruolo, la corrispettiva esperienza da Tecnico vanterà connotati ancor più specifici. Per allestire un organico in grado di dar del filo da torcere ad ogni avversario, sarà ad esempio necessario conoscere appieno le caratteristiche di ogni calciatore costituente la rosa a disposizione, allenarlo in modo da esaltare le sue doti naturali e quindi allestire un undici di partenza compatibile col modulo di gioco previsto. Giusto a riguardo, le variabili a disposizione sono pressoché innumerevoli: armeggiando con istruzioni specifiche e soluzioni tattiche, sarete infatti in grado di ottenere diverse interpretazioni di archetipi basici come contropiede, pressing, palleggio e gioco sulle ali, riscoprendovi spesso sorpresi dal modo in cui la IA saprà controbattere anche a partita incorso… Purché si scelga, ovviamente, di competere a un livello di difficoltà che vada da Campione in su.
Se un’ulteriore elemento di imprevedibilità sarà rappresentato dalla decisione di attribuire conseguenze tangibili alle condizioni meteorologiche, le condizioni psico-fisiche degli uomini al vostro servizio potranno esercitare un’influenza decisiva sulle rispettive prestazioni in campo: occhio dunque a seguire i programmi di allenamento con perizia e assicurarvi che ogni elemento sia fiero di indossare i vostri colori. Nel suggerire, come sempre, di partire dal basso prendendo in consegna squadre dal potenziale di una o due stelle, ribadiamo un concetto fondamentale: puntare tutto sul realismo mettendo da parte assistenza automatica o semi automatica in ambito tiri, passaggi e cross, significa accettare tutte le controindicazioni di un apprendistato severo ed è pacifico che non tutti avranno la costanza di dedicarvisi appieno. Poco male, verrebbe da dire, giacché la struttura di EA Sports FC 26 può essere agilmente ricalibrata in modo da trasformarvi in assi del pad nel giro di dieci partite. Attenzione, tuttavia a ciò che desiderate: allontanarsi da parametri più realistici per abbracciare la formula user friendly determinerà infatti un generale appiattimento dell’esperienza di gioco, con susseguente incremento del fattore deja-vu. In questo caso, sarà peraltro difficile apprezzare l’opera di rifinitura che ha interessato diversi aspetti del gameplay e sarebbe davvero un peccato.


La muta arte della rifinitura
Le migliorie introdotte da EA Sports FC 26 interessano ogni settore del campo e trovano il proprio massimo comune denominatore nella volontà di rendere il flusso di gioco più cadenzato e verosimile. A una decisa rielaborazione delle capacità dei portieri, i cui interventi presentano ora carattere meno rigido si va, ad esempio, sommando un sensibile riassetto dell’algoritmo adibito alla gestione di passaggi, cross e conclusioni dalla lunga distanza, grazie al quale l’azione su schermo risulta meno prevedibile. Amplificando le differenze che contraddistinguono lo stile di gioco proprio di specifici calciatori, l’identità tattica delle squadre controllate dalla CPU risulta, al contempo, più marcata, il che allontana l’odiosa impressione che anche una squadra di bassa classifica come il Wolverampton proponga il medesimo approccio di corazzate come Liverpool o Manchester City. A patto di conferire pieni poteri agli agenti meteorologici, fattori come vento, tenuta del campo in caso di pioggia o neve esercitano inoltre un impatto deciso sullo sviluppo del gioco, tanto da favorire compagini meno tecniche proprio come accade nella realtà. Mentre i calci da fermo come corner, rigori e punizioni ripropongono la medesima interfaccia già apprezzata nelle ultime due edizioni del brand, va invece segnalata una drastica riduzione del coefficiente di successo abbinato a giocolerie quali colpi di tacco, rovesciate ed evoluzioni da Tae Kwon Do. Una sorpresa, questa, che ormai non ci aspettavamo più.
Fatalmente, questa raffinata opera di cesellatura rimane purtroppo soffocata nell’ambito di Ultimate Team e in tutte le modalità competitive di rete dove ogni parametro tecnico e tattivo viene arrotondato per eccesso. Qualora il multiplayer costituisca il fulcro del vostro rapporto col franchise vi invitiamo dunque a contenere gli entusiasmi giacché, al netto delle novità pubblicizzate, di innovazioni effettive ce ne sono pochine. Discorso relativamente diverso per la sotto-modalità Rush che, nel tentativo di porsi come punto d’incontro tra il vecchio Volta e Fifa Street si limita invece a divertire, senza però entusiasmare.


Meglio di ieri, peggio di domani
Sul versante prettamente tecnico, EA Sports FC 26 si allinea alla tradizione del brand proponendo tutta una serie di ritocchi volti ad ottimizzare la prestazione offerta l’anno scorso: dovendo individuare i settori in cui sembrano essersi concentrati i maggiori sforzi del team di sviluppo, indicheremmo senz’altro il comparto animazioni. Abbinando routine inedite ad una fisica ritoccata laddove necessario, gli atleti hanno acquisito una fisicità più consistente, che esalta l’impatto dei contrasti, il dinamismo delle elevazioni e l’esplosività dei calciatori più rapidi. Mentre la fisica adibita alla gestione della sfera compie un altro passo verso l’emancipazione dagli script si segnalano, in parallelo, svariate migliorie nella rappresentazione degli agenti meteorologici: osservare la pioggia sferzare il terreno di gioco seguendo l’influenza del vento è un tocco di classe intrigante almeno quanto osservare divise e pantaloncini dei calciatori tendersi nella direzione dove esso soffi. Si dirà che si tratta pur sempre di minuzie, ma quando si parla di franchise sportivi a cadenza annuale è difficile assistere a rivoluzioni sostanziali. Con ogni probabilità, l’anno prossimo ci ritroveremo a sottolineare il valore di ulteriori ritocchi del genere, cui speriamo venga però affiancata una decisa rinfrescata dei segmenti di comunicazione con media e uomini della rosa. Gran parte delle interviste e dei messaggi che ci siamo ritrovati a gestire nell’ambito della Carriera Tecnico restano difatti le stesse e la consistenza delle argomentazioni risulta spesso incoerente, ed è francamente strano che negli ultimi anni non siano state proposte soluzioni più efficaci. Restando in tema di difetti, ci sarebbe infine da intonare la solita reprimenda sull’utilizzo spregiudicato delle micro transazioni nelle consuete aree della produzione, ma è forse giunto il tempo di rassegnarsi all’inevitabile: sebbene tutti si dichiarino contrari al loro utilizzo, i fatturati di EA dipingono uno scenario diametralmente opposto, tanto da rendere vano ogni invito a boicottaggi e proteste di sorta.
Fischio Finale
Giunto alla prova del pad cavalcando lo slogan We Listen attraverso cui gli sviluppatori assicuravano di aver lavorato per dare al pubblico ciò che chiedeva, EA Sports FC 26 si è rivelato essere più vicino ad un esperimento modulare che ad un progetto dal carattere ben definito. Il numero di modifiche apportabili al sistema di gioco e la sorprendete libertà di modellare ogni singolo parametro del gameplay consegna di fatto le chiavi del campo all’utente, cosa che complica l’attribuzione di un giudizio oggettivo. In questo senso, FC 26 può essere contemporaneamente la simulazione che avevate sempre atteso, il gemello buono del suo predecessore oppure una sorta di ibrido tra le due filosofie… Cosa che, statene certi, genererà ulteriori spaccature nell’inquieta community di riferimento. Quanto al nostro parere, esso non può che avere carattere ambivalente: se inquadrato nella sua dimensione realistica, EA Sports FC 26 si merita un nove tondo tondo; se confinato alla sua declinazione più “allegra”, esso scivola invece verso un otto stiracchiato. Ne viene fuori una media tanto ovvia quanto platonica, giacché per la prima volta nella storia di questa serie, l’efficacia di questa sua più recente iterazione dipenderà in larga parte da come sceglierete di giocarci.


















