Far Cry 4 – anteprima

Far Cry, fin dal suo primo episodio, è sempre stato un gioco basato sulla profonda brutalità dell’essere umano, e il suo quarto capitolo non sembra fare eccezione. Come abbiamo già avuto modo di apprendere all’E3, Far Cry 4 proporrà un deciso cambio di rotta nell’ambientazione, portandoci questa volta nelle immaginarie terre selvagge di Kyrat, Himalaya, dove regneranno le altezze e le temperature rigide. Da quello che abbiamo visto, in questo capitolo è stato enfatizzato l’aspetto spirituale, fatto dovuto sicuramente alla particolare ambientazione; il protagonista Ajay potrà infatti scoprire degli antichi arazzi, di fronte a cui meditare, e che lo trasporteranno in un’altra dimensione: la mitica Shangri-la. Nei panni del leggendario guerriero Kalinag, armato di arco, l’eroe dovrà fronteggiare creature selvagge, demoni sputafuoco e muoversi all’interno di una dimensione che sembra essere uscita da un viaggio sotto allucinogeni. L’art direction di questo luogo è caratterizzata da diverse sfumature di rosso, un vento di guerra spazza le foglie e scuote gli alberi, mentre sullo sfondo si stagliano antichi templi e fiumi gorgoglianti. Indubbiamente, un bellissimo panorama da vedere, che marca una netta differenza con le sezioni “reali” di Far Cry 4; si può notare anche una continuità con il tema della follia di Far Cry 3, con la possibilità per il giocatore di sperimentare stati di consapevolezza alterati che gli permetteranno di ottenere nuove prospettive sul gameplay e sulla storia.
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In alcuni casi ci saranno dei nemici che richiederanno delle particolari strategie per essere abbattuti, come nel caso dello Scorcher.

La sezione che abbiamo dovuto affrontare, intitolata appunto The Legend of Shangri-la, ci portava in questa terra leggendaria, dove non vigono esattamente le stesse regole del sandbox di Kyrat. Ma, anche se si tratta di un viaggio spirituale, non aspettatevi noiose sessioni di yoga seduti su un tappetino… al contrario, Kalinag e il suo arco sono decisamente bravi a portare la distruzione anche in questa sorta di paradiso. L’arma consente infatti di attivare uno speciale potere slow-motion, con cui interrompere il tempo e costringere il nemico a fare indigestione di frecce. Naturalmente il potere non può essere usato in maniera indiscriminatata: infatti, sull’arco sono presenti dei cristalli luminosi, che diventeranno più bui quanto più usate questa facoltà; una volta esauriti, dovrete dunque aspettare che si ricarichino.
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Oltre all’arco, potrete fare affidamento anche su un aiutante del tutto speciale: gli animali giocheranno infatti un ruolo fondamentale in Far Cry (vi ricordate l’elefante?); in questa dimensione alternativa, la vostra migliore amica sarà una creatura chiamata La protettrice di Shangri-la. Si tratta di una tigre, magica per giunta, che obbedirà ai vostri comandi e attaccherà i nemici che vi si parano di fronte. Premendo il grilletto destro, Kalinag ordinerà alla tigre di attaccare un determinato bersaglio. L’animale quindi correrà alla riscossa, e molto spesso finirà con l’avventarsi sulle gole dei vostri avversari. Si tratta sicuramente di una minaccia mortale, ma può anche essere usata come un diversivo; per esempio, la tigre potrà attaccare alle spalle il vostro nemico, mentre voi gli date il colpo di grazia dritto nel petto. In alcuni casi ci saranno dei nemici che richiederanno delle particolari strategie per essere abbattuti, come nel caso dello Scorcher; difficilmente riuscirete ad abbattere questo nemico fiammeggiante con dei normali dardi, ma potrete quindi usare la tigre per attaccarlo da davanti, per poi ucciderlo usando un approccio stealth.
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Kalinag e il suo arco sono decisamente bravi a portare la distruzione anche in questa sorta di paradiso.

Compito della missione era suonare una cosiddetta “campana dell’illuminazione”: girando una ruota cerimoniale era quindi possibile aprire un portale, con cui successivamente liberare dalle catene tale campana. Le sezioni a Shangri-la variano gradevolmente il ritmo dell’avventura e, allo stesso tempo, forniscono ulteriori elementi che arricchiscono la storyline, facendoci scoprire dei nuovi dettagli sulla storia di Kyrat. Possiamo anche ipotizzare tranquillamente che, in qualche modo, la storia di Ajay e quella di Kalinag si intrecceranno. Apprendiamo inoltre che soltanto una delle sezioni “meditative” sarà obbligatoria; tuttavia, completarle tutte permetterà di ricostruire completamente questo arco narrativo collaterale, che probabilmente si andrà a inserire come una tessera in un mosaico più grande.
Far Cry 4 continua a crescere bene: questa sezione “metafisica” è la dimostrazione che Ubisoft è al lavoro non soltanto su una riproposizione riveduta e corretta del suo terzo capitolo, ma sta piuttosto elaborando su quelle idee, introducendone allo stesso tempo di nuove. Tra elefanti e tigri, non avremo sicuramente di che annoiarci.