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Final Fantasy XV – Recensione

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1 Dedicato ai fan di sempre e ai nuovi amici

Dopo 10 anni dal suo primo annuncio, quando ancora si trattava di Final Fantasy Versus XII, dopo un continuo lavoro di design sotto la guida di Nomura, poi di Tabata, dopo l’estenuante prova degli oltre duecento sviluppatori che hanno iniziato pensando a PS3 per poi approdare sulla generazione attuale, dopo aver cambiato nome e ruolo ad E3 2013, finalmente Final Fantasy XV è realtà.
Soprattutto per chi considera la Fabula Nova Cristallis di FFXIII come una deviazione non legittima della saga, FFXV diventa a tutti gli effetti il primo Final Fantasy offline dai tempi di FFXII, uscito appunto dieci anni fa. Superfluo spiegare come tale attesa generi anche relativo hype e di conseguenza uno spirito critico, verso un’opera che “dopo tutto il tempo impiegato, deve per forza rivelarsi un capolavoro”. L’eredità del nome Final Fantasy è pesante, così come la dedica che dà il titolo a questo paragrafo, primo messaggio che un giocatore di FFXV si trova davanti all’avvio del gioco. Dedica che in gran parte viene rispettata: FFXV è infatti impregnato in ogni sua parte di citazioni, riferimenti e prestiti a tutta la saga, su tutti FFXII, il film FFVII Advent Children ma anche Kingdom Hearts, progetti di cui ne condivide il team di sviluppo e i producer. Ne risulta uno stile molto realistico, con auto, strade, case, ristoranti, tutto molto verosimile, unito ad elementi futuristici come i soldati Magitek (altro riferimento ad un FF) e in generale tutta la forza militare imperiale, mentre a livello di gameplay tutto si svolge alla luce dei real-time events e di una continuità di gioco anche tra combattimenti ed esplorazioni, tipica di FFXII. Non mancano le colonne sonore classiche di Uematsu che ci tengono compagnia in viaggio e tanti altri dettagli dedicati ai capitoli precedenti, ma FFXV ha anche un’anima propria, una capacità unica di amalgamare tutto questo e molto altro in un’unica opera. O meglio in un unico universo.

2 Un’esperienza multimediale

Final Fantasy XV non è solo un gioco: da solo, infatti, non riesce ad essere un prodotto finito, non mostra tutti gli elementi necessari a capire ciò che accade a Noctis e attorno a lui. Che si tratti di una scelta di mercato o di diversificazione dell’esperienza, Square Enix ha diviso l’universo di FFXV così che il giocatore deve rivolgersi ad altri media per completare il quadro: Brotherhood, una serie di cinque episodi anime disponibile su Youtube, fornisce dettagli importanti sul passato di Noctis e dei suoi tre compagni di viaggio; Omen, altro video in CGI su Youtube, mostra un sogno che Noctis compie durante il gioco; la Platinum Demo, pubblicata qualche mese prima dell’uscita, permette di vivere un’altra esperienza onirica e infine il più importante, Kingsglaive, film in CGI che si svolge in parallelo alle prime fasi del gioco, l’unico tra questi prodotti ad essere a pagamento, fondamentale per capire molti aspetti della storia di Final Fantasy XV.
Cosa succede senza questi “elementi aggiuntivi”? Si vive FFXV per come è stato pensato, ovvero l’avventura di Noctis, dal suo unico punto di vista, con pochissimi intermezzi in cui lui non è presente. Si avverte un senso di estraneità e si rimane confusi di fronte a certi sviluppi, senza contare che i brevi filmati che richiamano questi riferimenti esterni non riassumono nulla ma servono proprio a incentivare il giocatore a recuperarli. Final Fantasy XV quindi non è incompleto, piuttosto è il tassello principale di un universo più vasto.

FFXV è impregnato in ogni sua parte di riferimenti e prestiti a tutta la saga

Molto rimane intatto del concept originale, quel FF Versus XIII annunciato come una “fantasia basata sulla realtà” che propone questo nuovo stile già citato e intraprende una direzione più seria, dark e “politica”, in parte ereditata dallo stesso FFXII. Un Final Fantasy pensato per i fan della saga che, oggi, sono adulti, più maturi, in una realtà globale diversa da quella del ventennio in cui si sono susseguiti i principali capitoli della saga. Su questa base Nomura prima e Tabata poi decidono di elaborare una trama dai temi moderni, la cui narrazione si concentra su aspetti più profondi e reali dei soliti luce, oscurità, eroe e controllo del mondo, e impostano l’intero gioco sul trascinarlo in maniera sempre più travolgente man mano che si avanza verso il finale.
Siamo di fronte a un Final Fantasy atipico, il più diverso della saga, che però prende in prestito tutto il prendibile e lo rielabora sperando di diventare il Final Fantasy definitivo, quello “abbastanza innovativo da non essere sempre la stessa cosa” e allo stesso tempo “abbastanza fedele da potersi chiamare Final Fantasy”. Ci saranno riusciti?

3 La profezia del re

Ci troviamo a Insomnia, enorme capitale del regno di Lucis, che controlla anche i vasti territori di Duscae, mentre salutiamo re Regis insieme ai nostri tre compagni di viaggio: Gladio, Ignis e Prompto. Destinazione? Lontano da Insomnia, in un luogo sicuro dove celebrare il matrimonio con la nostra promessa sposa: Luna Nox Fleuret, amica d’infanzia, amore puro da sempre e oracolo più giovane della storia.
Noi siamo Noctis Lucis Caelum, principe e, secondo la profezia, futuro re dei re, colui che farà sparire l’oscurità dal mondo. Ma la strada è ancora lunga e i poteri della dinastia dei Lucii, che da sempre controlla la magia del cristallo, non basteranno da soli per affrontare ciò che ci aspetta. Nel frattempo, l’impero di Niflheim, forza militare tecnologicamente avanzata in fortissima espansione, continua a pressare sui territori del regno di Lucis al punto da convincere re Regis a firmare una tregua che possa almeno salvare Insomnia. È in questo momento che tutto va male e inizia per Noctis un vero e proprio viaggio, reale ma anche spirituale, alla ricerca di Luna, di sè stesso, dell’eredità dei Lucii e del cristallo per riappropriarsi di ciò che gli è stato tolto.

Un Final Fantasy pensato per i fan della saga che, oggi, sono adulti, più maturi

Le prime fasi di gioco si susseguono in un’atmosfera molto leggera che viene stravolta poco dopo, ma in ogni caso è sicuramente confusa: senza Kingsglaive non si capisce cosa sia realmente accaduto a Insomnia e quanto di quello che scrivono i giornali sia vero o meno, ma è proprio con questa incertezza che il gruppo si mette in viaggio per cercare di scoprire la verità e riparare a quanto accaduto. Inizia così la ricerca dei mausolei degli antichi re di Lucis per recuperare le loro armi ancestrali, intrise di un enorme potere necessario a contrastare l’impero. Proseguendo di capitolo in capitolo si aprono le porte delle province di Duscae, che insieme all’iniziale Leide formano il mondo di gioco in cui è ambientato Final Fantasy XV. Anche se più avanti si visitano altre località, Duscae è a tutti gli effetti la world map nella quale si svolge oltre metà della storia principale e tutte le missioni secondarie. Totalmente esplorabile, vi si trova ogni tipo di ambientazione (deserto, praterie, montagne, laghi, fiumi, persino i crateri dei meteoriti) ed è ricca di dettagli e luoghi nascosti, tutti da scoprire.

Final Fantasy XV è artisticamente uno spettacolo, probabilmente il migliore della saga

La seconda metà di gioco è stata costruita appositamente per far godere della trama al 100%. Gli eventi narrati si susseguono in un turbine di emozioni e stravolgimenti che renderebbero innaturale tornare l’attimo dopo all’esplorazione libera, quindi gran parte del finale si svolge su precisi binari e questo si traduce in una scelta di totale libertà da parte degli sviluppatori: non dovendo pensare a mantenere il mondo com’è, il game design dell’ultima parte di gioco è completamente dedicato alla storia di Noctis, senza limitazioni. Con alcuni accorgimenti il giocatore può ancora tornare alle missioni secondarie, ma quella parte viene relegata al passato.
Il gran finale di FFXV dura tantissimo: è diviso in più parti che si svolgono in ambientazioni diverse, alcune persino troppo lunghe, ma tutto segue la crescita personale di Noctis. La narrazione è magistrale: Final Fantasy XV è artisticamente uno spettacolo, probabilmente il migliore della saga, con una regia e una fotografia da oscar, animazioni fedeli e un voice acting ottimo sia in giapponese che in italiano. Il vero problema forse sta nella trama in sè, circondata da eventi incomprensibili che uno dopo l’altro fanno pensare ad una risoluzione finale come chiave di volta, ma quando questa arriva lascia un po’ confusi e non convince del tutto. Una trama che alla fine si rivela un po’…strana, narrata benissimo, ma decisamente strana.

4 L’eredità di Tabata

Se è vero che Nomura ha praticamente plasmato FF Versus XIII, poi divenuto FFXV, è anche vero che Tabata lo ha consegnato alla storia della saga, tanto quanto la storia di questi due direttori ha consegnato a FFXV il gameplay più unico mai visto in un FF (non online). C’è molto di FFXII, come già detto, con il suo mondo vastissimo e totalmente esplorabile, e il battle system che deve tanto anche a Kingdom Hearts, mentre nelle sue fasi più spettacolari si ispira alle battaglie di FFVII Advent Children. I precedenti lavori di Tabata e della Business Division 2 di Sony si rivelano fondamentali nell’influenzare questo mix inedito, ma il risultato è eccellente.
FFXV ha tutta la libertà che i fan di FF amano, con la continuità di gioco che gli amanti di FFXII hanno apprezzato, la frenesia di KH in combattimento e i classici dungeon per i più nostalgici. Le ambientazioni, il monster design, i Chocobo, le musiche sono tutte ispirate ai migliori lavori di Sakaguchi, ma è la fusione di questa eredità con la rielaborazione di Tabata a candidare questo come il Final Fantasy definitivo, nel senso inglese del termine.

Noctis può equipaggiare fino a quattro armi, tra le quali spade, daghe, lance, pistole e persino bombe magiche

Il gioco è diviso in missioni principali, il cui obiettivo inizia con la ricerca delle armi ancestrali e si evolve durante la storia, e missioni secondarie che possono essere random (e potenzialmente infinite) o uniche, queste ultime spesso necessarie a sbloccare alcuni elementi, come i Chocobo o pezzi speciali per la Regalia. A volte le missioni secondarie si presentano senza preavviso tramite real-time events e avviarle può essere facile quanto rispondere alla richiesta di un compagno o scendere dall’auto. Quelle random invece si rivelano un ottimo modo di guadagnare Gil ed Exp, oltre che di esplorare aree inedite per scoprire nuove località o dungeon nascosti. Muoversi a piedi offre grande libertà ma in una mappa così vasta l’esplorazione diverrebbe impossibile: se durante la prima ora di gioco si perde troppo tempo in spostamenti lenti e noiosi, subito dopo ci si riprende grazie agli spostamenti rapidi verso punti già visitati o alle cavalcate in sella ai Chocobo, senza escludere ovviamente la Regalia.
Viaggiare di notte poi stravolge l’esperienza: al calar del sole fanno la loro apparizione i daemon, i mostri più forti del gioco, che potrebbero sbucare fuori all’improvviso dal terreno e costringervi alla fuga in quanto pressochè imbattibili, almeno durante la prima metà del gioco. Il consiglio quindi è di accamparsi o fermarsi in hotel così da assimilare gli Exp guadagnati dall’ultima sosta e salire così di livello; se in tenda all’aperto si può anche scegliere una ricetta da far cucinare ad Ignis e guadagnarne i relativi bonus per il giorno dopo, come più salute o statistiche potenziate e così via.

Le ambientazioni, I NEMICI, i Chocobo, le musiche sono tutte ispirate ai migliori lavori di Sakaguchi

A salire di livello durante le soste ci sono anche i Talenti, abilità specifiche che danno bonus al gruppo: Gladio, con Esplorazione, può trovare oggetti sempre più rari alla fine di ogni battaglia; Ignis, con Cucina, può preparare pietanze dagli effetti migliori; Prompto, con Fotografia, può aggiungere nuovi filtri alle foto che scatta ogni giorno e infine Noctis, con Pesca, può pescare pesci più rari. Quest’ultimo è uno dei minigiochi presenti, insieme alle gare di Chocobo, all’arcade Justice Monster Five e all’arena Galvanio, dove si scommette sulle lotte tra mostri e si possono vincere i premi più importanti. Nulla di paragonabile al Blitzball o al Triple Triad, ma il mondo è già pieno di molte attività e non sarà la mancanza di un minigioco di prima classe a rovinarlo.

5 Il battle system definitivo

Se il mondo di gioco è uno degli aspetti più importanti di ciascun Final Fantasy non è da meno il battle system, cuore del gioco e dell’esperienza RPG della saga.
Negli ultimi anni Square Enix le ha provate tutte, dai turni di FFX allo strano ATB di FFXIII, passando per gli scontri live in continuità con l’esplorazione di FFXII. Alla fine questi hanno avuto la meglio e influenzato maggiormente il battle system, ma il marchio più profondo è quello di Kingdom Hearts: varietà di tecniche, libertà di movimento, compagni con compiti specifici di supporto non sono solo coincidenze, ma la chiara volontà di accontentare i fan degli RPG moderni.
Noctis può equipaggiare fino a quattro armi contemporaneamente, tra le quali spade, daghe, lance, pistole e persino bombe magiche, che abbandonano il classico uso di PM e abbracciano la filosofia ad “utilizzi”: assimilando energia fuoco, ghiaccio e tuono da alcune fonti elementali, si può poi unirla anche ad altri oggetti e distillare le singole magie, con relativi effetti (Stop, Veleno, EXP+, ecc..), raffiche (una o più per lancio), usi (numero di lanci effettuabili) e potenza, in una miriade di combinazioni che trasformano Noctis in un piccolo alchimista. Il loro uso inoltre si basa sull’area di effetto e ha un tempo di ricarica, quindi bisogna prendere bene la mira e lanciarle al momento giusto per evitare colpi a vuoto se il nemico si sposta; in compenso, possono rivelarsi incredibilmente potenti e questo spiega il loro uso “a consumo”.
Oltre ad attaccare Noctis può teletrasportarsi con una proiezione offensiva sul nemico, o spostarsi lontano dalla battaglia per recuperare PM e Salute da una posizione tattica. Ciascun personaggio possiede una barra Salute, esaurita la quale va in stato Crisi e bisogna soccorrerlo (o essere soccorsi) per tornare in combattimento, ma spesso conviene affidarsi agli oggetti e mai come in FFXV è vitale l’uso massiccio di Pozioni, Code di Fenice ed Elisir.

saper padroneggiare i controlli, usare gli oggetti e gestire le magie promette di rendere ogni battaglia emozionante, adrenalinica e soddisfacente

Gladio, Ignis e Prompto, per quanto stereotipati e autonomi, forniscono un supporto essenziale per avere la meglio contro i nemici più forti soprattutto grazie alle Tecniche, colpi speciali da usare a comando quando la relativa barra si riempie abbastanza; così Ignis diventa il mago-healer perfetto, Gladio infligge danni ingenti e Prompto agisce sui parametri dei nemici. Colpendo i nemici alle spalle si realizzano gli aggiramenti che possono anche essere incrociati con i compagni, così come le parate, importantissime. Per parare la maggior parte dei colpi basta tener premuto il pulsante apposito, con conseguente consumo di PM, ma la frenesia delle battaglie non la rende affatto una cosa semplice: bisogna essere bravi ad alternare attacco e difesa, così come a sfruttare l’uso delle tecniche durante le quali si rimane illesi, e a cambiare arma a seconda delle vulnerabilità del nemico. Le armi ancestrali a loro volta sono le più potenti, ma il loro uso consuma Salute: tutto il battle system è ben bilanciato e premere semplicemente un pulsante equivale a morte certa, mentre saper padroneggiare i controlli, usare gli oggetti al momento giusto e gestire le magie promette di rendere ogni battaglia emozionante, adrenalinica e soddisfacente.

Per parare basta tener premuto Un pulsante, ma la frenesia delle battaglie non la rende affatto una cosa semplice

Come ogni RPG che si rispetti sono le abilità a determinare l’approccio e FFXV ne ha davvero tante, divise in otto categorie, ciascuna con il proprio albero di sviluppo: le “Perlustrative” influiscono sui Punti Abilità e l’Exp che si guadagna durante l’esplorazione, le “Combattive” migliorano le mosse in combattimento, le “Tecniche” sbloccano nuove abilità dei compagni e così via, in un sistema simile alla Sferografia di FFX. Per ottenere PA si può combattere, esplorare, accamparsi e molto altro, tutte attività che spingono a godersi ogni aspetto del gioco. Un sistema che funziona, avvincente, che ispira a farsi padroneggiare, che dà soddisfazione, ma tutto questo lo abbiamo provato in Wait Mode, ovvero la modalità che mette in pausa l’azione quando si rimane completamente fermi; un compromesso equilibrato che aiuta a prendere un attimo di respiro, ad avere uno scan dei nemici, a guardarsi bene intorno e a mirare senza problemi. Spesso la differenza tra un successo e una completa disfatta è stata proprio l’uso dell’attesa, in grado di riavvicinare l’anima action del battle system allo stile riflessivo degli RPG, dove si tiene conto delle vulnerabilità, le resistenze, la Salute rimanente e quella massima dei nemici che si hanno di fronte, prima di lanciarsi in una carica berserk puramente aggressiva.
La nostra opinione è che lo stile action, quello senza wait time, non renda il combattimento più avvincente ma piuttosto lo snaturi, trasformandolo in un hack ‘n’ slash che uccide tutta la strategia che invece è presente e fondamentale. A voi la scelta.
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6 Considerazioni

Final Fantasy XV gode di una trama al compimento della quale il gioco dedica tutta la sua ultima parte: una scelta narrativa coraggiosa e inedita, che permette alla regia di seguire al 100% gli sviluppi desiderati e le loro conseguenze. Una scelta azzeccata per il carattere maturo e forte di queste scelte, che a nostro parere trascina il giocatore verso un susseguirsi di eventi che rende questa storia una delle più emozionali di sempre, grazie anche ad una direzione artistica magistrale e ad un motore grafico senza precedenti. Il mondo di gioco è vasto, totalmente esplorabile, ricco di ambientazioni diverse, pieno di dettagli e segreti, per ore e ore di gioco passate tra dungeon, missioni secondarie e libera esplorazione per godersi lo spettacolo, senza contare i piacevoli real-time events che contribuiscono a mantenere l’azione di gioco sempre fluida, senza interruzioni o caricamenti.

Non è tutto oro quel che luccica, però, e FFXV ci ha fatto soffrire con alcuni crolli di framerate nei momenti più concitati, alcune volte persino fatali con il protagonista che scompariva e il gioco che crashava subito dopo; non mancano anche altri bug di rilevanza minore, ma stiamo sempre parlando di una versione pre-lancio e di problemi che potrebbero essere risolti con una semplice patch.
Il vero grande dilemma è la trama, che offre sensazioni contrastanti: la regia è incredibile, la fotografia, l’acting, le animazioni, è tutto perfetto, ma la trama non decolla mai. Tralasciando i plot hole iniziali, voluti e dovuti al punto di vista ristretto su ciò che Noctis sa e può sapere degli eventi contemporanei, il resto prosegue con alcuni risvolti poco comprensibili e a volte incoerenti. Per tutto il gioco ci si costringe ad andare avanti con la convinzione che una rivelazione finale possa dare una spiegazione ma anche quando questo avviene non è che sia del tutto convincente. Si rimane con la sensazione che qualcosa manchi, che non è abbastanza, e tutta la parte conclusiva, che già sembra fin troppo “allungata”, si risolve in un finale che è poco comprensibile.
Sia chiaro, non ci sono incoerenze, però rimane il senso di straniamento per un ending che possiamo solo definire atipico, un po’ strano, un po’ contorto.

Il mondo di gioco è vasto, totalmente esplorabile e ricco di ambientazioni diverse

Tolto questo, non riusciamo a trovare altri grandi difetti in FFXV: la caratterizzazione dei personaggi, il loro stile, le ambientazioni, le missioni potranno anche non piacere, ma ci sono, sono completi, oggettivamente ben realizzati e a quel punto si riduce tutto ad una questione di gusti. L’amalgama firmata Nomura e Tabata finisce col funzionare, riesce ad unire passato e potenziale futuro della saga e regala ai fan di sempre e ai nuovi amici di Final Fantasy un capitolo da amare, un main numbered title come non si vedeva da un bel po’: il Final Fantasy della nostra generazione.
Final Fantasy XV – 101 Trailer Extended Cut (EU Version)

RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
9
final-fantasy-xv-recensione<b>Pro</b><br> Graficamente e artisticamente eccezionale<br> 
Mondo vasto e totalmente esplorabile<br>
 Tantissimi obiettivi, missioni e segreti<br> 
Battle system avvincente e ben bilanciato

<br> <br> <b>Contro</b><br> Trama un po' contorta<br> Qualche bug da risolvere<br>


2 Commenti

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