Choose your hero
Vichinghi, samurai e cavalieri sono diversissimi tra loro, sia sul rapporto velocità/danno che in merito alle abilità passive uniche. Tra l’altro, ogni fazione vanta della fanteria pesante e leggera, con Ubisoft che ha già promesso molte più varianti nel gioco completo. Difficile capire da ora quanto le varie classi siano bilanciate o se il popolo finirà per eleggere ben presto un eroe preferito. Dalle nostre prove, però, non sembra esserci una vera e propria razza preponderante. Dopotutto, è possibile deviare ogni colpo con la giusta prontezza, che siano i leggeri affondi delle katane giapponesi o gli spaventosi assalti delle asce da guerra nordiche.
Almeno sulla carta, il gioco dà il meglio di sé nel Dominio, un 4 contro 4 con centinaia di bot a insaporire il tutto. Nulla di diverso dal classico Re della Collina, con zone specifiche da tenere sotto controllo e due squadre costrette a correre tra i vari punti della mappa nel tentativo di conquistarne più quadranti possibili. La cooperazione è tutto, senza mezzi termini. For Honor punisce duramente coloro che si trovano in inferiorità numerica, forse anche eccessivamente, finendo ancora una volta a congelare qualsivoglia profondità tattica e smorzando al nascere ogni tentativo di libertà decisionale. Il titolo, come dicevamo, ha un gameplay sorprendentemente ricercato, ma alcune scelte di design sembrano limitare molti match a svolgimenti a senso unico, con sorprese e colpi di coda che vanno via via assottigliandosi a ogni partita completata.
For Honor punisce duramente coloro che si trovano in inferiorità numerica, forse anche eccessivamente.