GameStop ha pagato oltre 30.000$ per una carta Pokémon di Gengar

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GameStop ha annunciato di aver concesso un pagamento record di oltre 30.000 dollari per la trade-in di una carta Pokémon — un PSA 10 Holo Gengar — come prova che, secondo l’azienda, i suoi valori di riacquisto non sono poi “così male”. Tuttavia, lo stesso comunicato ammette che la carta valeva circa 3.000 $ in più rispetto a quanto ricevuto, alimentando dubbi su quanto “giusto” sia davvero il valore offerto.

Cosa sappiamo: il trade-in record e i dettagli ufficiali

La carta in questione, un Gengar Holo PSA 10, secondo la stima del mercato valeva 33.883 dollari. GameStop ha offerto 30.494,70 dollari per il trade-in. Alla fine si è trattato del “trade-in singolo più alto mai registrato nella storia di GameStop”.

Con quella operazione, la società ha dichiarato che “qualsiasi obiezione precedente alle nostre valutazioni trade-in è ora ritenuta fattualmente non valida”.

Perché il record non convince tutti: critiche e punti controversi

Molti osservatori e utenti hanno contestato la retorica di GameStop, evidenziando che anche in questo caso l’azienda ha acquistato la carta sotto il valore stimato — con una differenza di circa 3.000 $. Inoltre, diversi commenti di utenti raccolti online sottolineano che il payout riguarda una carta “chase” (cioè rarissima, PSA 10, ecc.), e non riflette minimamente la situazione media di chi porta in trade-in carte comuni o meno pregiate.

Inoltre, l’operazione è legata al sistema di “Power Packs” e compravendita di carte collezionabili, non all’usato tradizionale di videogiochi o console — un ambito in cui GameStop ha spesso mostrato trade-in poco generosi.

Cosa significa per il mercato delle carte collezionabili

La mossa di GameStop rafforza la sua transizione da rivenditore di videogiochi a gigante delle carte da collezione. L’azienda ha dichiarato che il campo delle carte (in particolare Pokémon) è ormai la “naturale estensione” del proprio business.

Tuttavia, questo episodio mostra anche i rischi del modello: valorizzazioni che oscillano molto, forti disparità tra carte rare e carte comuni, e la dipendenza da meccanismi quasi “da collezionista / investimento” più che da semplice scambio di usato.

Il record di 30.000 $ pagati da GameStop per una carta Pokémon rappresenta un dato eclatante, che l’azienda usa come argomento per difendere il proprio sistema di trade-in. Ma la differenza tra valore stimato e valore pagato, unita al contesto di mercato delle carte collezionabili, rende l’operazione meno “eroica” di quanto presentato. Per chi possiede carte comuni o non rare, l’esperienza rimane molto diversa.

Fonte: GameStop

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