Quest per quadrupedi
Il DLC MMO è leggermente più profondo. Ci si trova ancora in un mondo sandbox in cui seminare il panico, ma il titolo acquisisce una skin MMO (appunto) in superficie: è possibile scegliere tra un certo numero di classi (tra cui le più comuni tank, mago e ladro) e svolgere una serie di quest, salendo persino di livello. Non appena mi sono immerso nel mondo ho subito ricordato i pomeriggi passati a giocare WoW, anche se del blasonato titolo Blizzard c’è soltanto il chat box (peraltro fasullo) posto nella parte bassa dello schermo e le ambientazioni tipiche dei giochi a sfondo fantasy, rigorosamente scimmiottate.
Il titolo punta a divertire con situazioni bizzarre e strampalate.
Tra l’altro non mancano riferimenti, dal punto di vista stilistico, alla Contea de Il Signore degli Anelli e il paesino iniziale, con il mulino ad acqua, il torrente e le piccole attività commerciali in bella vista, trae probabilmente ispirazione da Riverwood (primo villaggio di Skyrim). La prima missione mi richiedeva di prendere un oggetto a poca distanza dal richiedente e portarglielo – era troppo complicato andarselo a prendere da solo (chiaramente). Un’altra di distruggere alcuni alveari, un’altra ancora di farsi catapultare, nel vero senso della parola, all’interno di un paesello contornato da mura.