Grazie a Google Traduttore paramedici irlandesi hanno potuto comunicare con una partoriente

Le applicazione delle nuove tecnologie, senza alcun dubbio, sono molteplici. Dall’intrattenimento alla medicina, i progressi fatti grazie al supporto di dispositivi e programmi all’avanguardia è sono innegabili e, talvolta, tecnologie create per uno scopo si rivelano utili in modo diverso dal previsto. È il caso dell’applicazione di Google Translate, conosciuta in italia come Google Traduttore, che in Irlanda si è rivelata un utilissimo supporto per l’assistenza di una donna africana, pronta per dare alla luce un bambino.

La donna, originaria del Congo, è stata prelevata da un’ambulanza chiamata per via dell’inizio del doloroso travaglio. Il mezzo di soccorso non ha però fatto in tempo ad arrivare all’ospedale e la donna ha iniziato a partorire a bordo, con lo sgomento dei soccorritori allarmati non tanto dal parto (al quale sicuramente sanno reagire in modo adeguato) ma a causa delle limitazioni della lingua. L’inglese della donna congolese era più che approssimativo ed è a questo punto che uno dei soccorritori ha pensato di utilizzare l’applicazione di Google pensata per le traduzioni.
L’applicazione si è rivelata un utilissimo supporto alla comunicazione e i soccorritori sono riusciti a comunicare con la donna di lingua Swahili, in modo da assisterla nel migliore dei modi.

Nonostante lo sgomento iniziale, il parto è andato a buon fine e una bambina in salute è venuta al mondo. Questa storia rappresenta senza dubbio un ottimo esempio di come la tecnologia stia influenzando la nostra vita quotidiana e sicuramente la stessa vicenda, se fosse avvenuta anni fa, non sarebbe andata allo stesso modo. Senza Google Traduttore i paramedici non sarebbero stati in grado di comunicare con la donna e, anche se non è ovviamente detto che qualcosa sarebbe andato storto, sicuramente il rischio sarebbe stato maggiore e la comunicazione con il paziente (quando possibile) è un aspetto fondamentale nelle situazioni di emergenza.

Ricordiamo che l’ultima versione dell’app di Google Translate, utilizzata nella vicenda che vi abbiamo raccontato, consente di comunicare parlando direttamente al dispositivo, poiché identifica la lingua automaticamente senza che l’utente debba passare manualmente da una lingua all’altra.

Fonte: ubergizmo