Hogwarts Legacy Recensione (PS5): Potterhead di tutto il mondo a raccolta

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Era da almeno un anno che in redazione ci si domandava chi avrebbe scritto la recensione di Hogwarts Legacy, l’attesissimo tie-in sul mondo di Harry Potter. Sei mesi fa, durante una conversazione con Roberto Buffa, dissi: ”Sai Roberto, io ho il M.A.G.O (Magie Avanzate Grado Ottimale) e lavoro per il Ministero della Magia, voglio proprio vedere il macello che avranno combinato ‘sti babbani”.

Roberto mi guardò strano e pensai: “Ora chiama il TSO, sicuro”. Avrebbe avuto ragione, sono la redattrice più “classica” e inquadrata del gruppo e mai ci si aspetterebbe che una come me si sdilinquisca davanti a una Cioccorana o prepari Caccabombe di nascosto. Fortunatamente invece non chiamò l’ambulanza, ma mi assegnò il titolo, e quindi preparatevi a una recensione lunghissima sul lavoro compiuto da Avalanche Software, fatta da una ex studentessa di Hogwarts…con il M.A.G.O! Perché il G.U.F.O son buoni tutti a prenderlo.

Gli sviluppatori hanno fatto una scelta coraggiosa ma intelligente, ovvero quella di dare un taglio deciso con i libri della saga per poter creare e offrire ai giocatori di tutto il mondo una storia nuova, nella quale immergersi senza dover dare conto a quanto già scritto, evitando contrapposizioni di eventi canonici.

Siamo nel 1890 e scopriamo di essere iscritti al 5° anno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, un evento rarissimo, che risulta però necessario viste le nostre particolari caratteristiche: siamo infatti in possesso di una antichissima magia, ritenuta perduta, che dobbiamo assolutamente imparare ad esercitare con competenza prima che la situazione diventi pericolosa.

Un passaggio narrativo che viene ben contestualizzato durante una serie di cutscene esplicative e che risulta coerente e non privo di senso con il sistema potteriano: pensiamo al potere dell’Amore che viene descritto dal venerabile Albus Silente come una forma molto potente e quasi sconosciuta di sortilegio in termini accademici.

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Dopo una rocambolesca fuga aerea, scopriremo che il destino del mondo magico è minacciato da un malvagio piano di conquista messo in atto da un duo piuttosto inedito: un goblin e un mago oscuro. Questi vogliono entrare in possesso di un potentissimo artefatto tenuto nascosto nei meandri nel sottosuolo, e sono pronti a tutto pur di raggiungere lo scopo, anche usare le Maledizioni Senza Perdono, e noi siamo l’ultima e l’unica risorsa per contrastarli.

La gestione della narrazione della missione principale è ottima: essa non indugia in spiegazioni prolisse o didascaliche, ma anzi, si amalgama efficacemente con le numerose fasi di gioco senza appesantire l’esperienza, permettendo ogni volta di ricomporre, tessera dopo tessera, le trame dei grandi misteri che saremo chiamati a svelare. In particolare, segnalo una quest relativa a una Custode che è realizzata in un bianco e nero assolutamente suggestivo e non solo…chi vuol capire, capisca.

Ovviamente sono presenti decine di secondarie, alcune delle quali sono vere e proprie storyline che ci accompagneranno anche nel post game: in generale la scrittura di queste oscilla tra il buono e l’ottimo, e vi consiglio di non tralasciare nessuna di queste missioni, anche e soprattutto quelle che appaiono come mere fetch quest, perché potreste scoprire delle vere chicche ludiche, a testimonianza della cura incredibile profusa dagli sviluppatori.

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È proprio in queste ultime che si respira quella buona aria di stramberia magica, come il dover recuperare Bubotuberi per una crema contro i brufoli che poi scopriremo essere usata dal Preside Black (il trisnonno di Sirius), dover fare i conti con una strega che voleva addestrare un troll di montagna (follia pura), o scoprire che l’autore di numerosi furti in città è un paffuto Snaso (prontamente salvato). Insomma, da questo punto di vista Avalanche non ha lasciato nulla al caso, dimostrando una conoscenza del materiale originale superba e accurata fin nei minimi dettagli.

Un punto che interessava a molti era la possibilità di diventare Mago Oscuro e quindi di poter scagliare Avada Kedavra o Crucio, cosa che è possibile ma, fate ben attenzione, non esiste un sistema di moralità sistemico. Esso è infatti delegato alle scelte di dialogo (quindi badate bene a cosa e come risponderete), aprendo a un orizzonte di rigiocabilità da non sottovalutare.

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Il comparto estetico degli interni e degli esterni è ottimamente realizzato e ricalca l’immaginario non solo descritto dai libri ma anche e soprattutto dai film. La sensazione è quella di conoscere da sempre questi posti, a partire da Hogwarts: il campo di Quidditch, l’aula di Difesa contro le Arti Oscure e Pozioni così come Mielandia e Zonko a Hogsmeade e la Foresta Proibita.

L’open world è grande ma non raggiunge dimensioni gargantuesche, e potremo scoprire tanti piccoli borghi, villaggi e caverne che arricchiscono i dintorni già noti al grande pubblico. Ogni singolo passo verrà accompagnato dalla fantastica colonna sonora della serie cinematografica.

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A questo punto, voglio rassicurarvi sulla presenza di una delle feature più conosciute, ovvero lo Smistamento. Non poteva di certo mancare e viene eseguito dal celeberrimo Cappello Parlante. Dopo una serie di domande di rito, questo ci consiglierà la Casa di appartenenza ma, nel caso non fossimo soddisfatti, potremo scegliere la nostra preferita. Io sono stata fortunata e sono stata smistata proprio nella mia amata Corvonero, dove ho passato i miei lunghi sette anni di studio.

L’editor del personaggio è ampio e permette una buona dose di customizzazione, sebbene sia limitato ai tratti tipicamente umanoidi. È presente anche un buon doppiaggio in italiano, e il labiale, incredibilmente, è adattato alla nostra lingua.

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Dal punto di vista del design e del gameplay Hogwarts Legacy non innova, e si incunea in quello che potremmo definire “open world classico old school” ma, al netto di questo, bisogna capire che la struttura generale del gioco è stata implementata nel massimo rispetto dei canoni del mondo potteriano.

Quest’ultimo punto deve essere ben chiaro ai lettori che potrebbero avere delle riserve verso il titolo, così come deve essere compreso che ogni tipo di incantesimo può essere acquisito solo ed esclusivamente se studiato, quindi il gioco amplia le sue possibilità di gameplay e combat system seguendo necessariamente il corso scolastico. Le uniche eccezioni sono l’incantesimo scudo Protego, un attacco base simile allo Schiantesimo, Revelio (con cui cui vedremo gli oggetti invisibili) e la Magia Antica, che vengono dati fin dall’inizio.

Ergo le prime battaglie risultano essere piuttosto semplici e ripetitive proprio per questa regola interna di gioco che risponde a un immaginario graniticamente statuito e che gli sviluppatori non hanno voluto forzare. Passeranno parecchie ore prima di poter eseguire un Bombarda o un Confringo, insomma.

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Il combat system sfrutta quindi la concatenazione di incantesimi: durante uno scontro, per esempio, potremo far levitare i nemici con Levioso, lanciare la Magia Antica per poi dare una sventagliata di Schiantesimi. Apparentemente sembra un sistema piuttosto semplice, ma ogni attacco ha la necessità di un cooldown, prima di essere di nuovo utilizzato. Un semplice trucco di design che ci costringerà però a utilizzare più incantesimi e non fossilizzarci sempre sugli stessi. Insomma, un sistema di combo magico che dovremo man mano imparare, capire nelle sue potenzialità e padroneggiare come un vero duellante.

A questo si deve aggiungere la gestione dei Talenti, ovvero un albero delle abilita diviso in cinque categorie (come Incantesimi o Arti Oscure), dove spenderemo i punti che ci verranno concessi a ogni aumento di livello e coi quali potremo ulteriormente migliorare le performance delle varie magie. Per esempio Incendio, una volta potenziato, fa partire un attacco di fuoco ad area aggiuntivo intorno a noi.

Un meccanismo che potrebbe portarci a essere overpowered, ma che in realtà è stato implementato in base al nostro potenziale: se siamo di livello 5, non potremo accedere agli upgrade superiori. Unica libertà che gli sviluppatori si sono concessi è l’uso in battaglia di alcune piante come la Mandragola, che sebbene non sia canonica rientra in un contesto di coerenza che apporta una variabile in più al nostro arsenale offensivo.

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In generale, gli scontri possono diventare anche piuttosto complessi non solo per il quantitativo di nemici a schermo, ma soprattutto per le caratteristiche particolarmente insidiose di alcuni avversari, come i goblin, che non solo picchiano duro ma riescono a smaterializzarsi qui e lì per l’area di battaglia e ci attaccheranno anche da fuori dello schermo.

Oltre a questo, alcuni nemici attiveranno specifici scudi colorati che potremo infrangere solo utilizzando un incantesimo corrispondente, obbligandoci a dover ben gestire l’assegnazione di ogni ruota delle magie (ben quattro) e far presente delle eventuali debolezze dei vari nemici (alcun sono deboli al fuoco, altri possono essere facilmente vittime dell’incantesimo di disarmo, per fare un paio di esempi). Nonostante questo la varietà dei nemici appare piuttosto limitata, e si sostanzia in goblin, umanoidi, troll e ragni sebbene poi questi si differenzino per tipologia.

Nei casi di battaglie particolarmente concitate non sempre i comandi sono responsivi, e a volte capita che il contrattacco automatico Stupeficium non permetta di scagliare l’eventuale arma che il nemico ha perso. Altre criticità si ravvisano nel sistema di targeting, che occasionalmente non permette di selezionare perfettamente il bersaglio scelto, soprattutto in caso di scudi specifici. La gestione della telecamera inoltre non è sempre perfetta, ma non al punto da intaccare in modo deciso la qualità generale del titolo.

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Perfino gli enigmi presenti nel mondo di gioco sono suscettibili al possesso o meno di determinati incantesimi, e scopriremo a nostre spese che non ci sarà dato alcun suggerimento utile a capire quale magia sia valida alla loro risoluzione, se non qualche indicazione generica. Sebbene molti enigmi si ripetano, come quelli di Merlino che espandono l’inventario dell’equipaggiamento, la loro risoluzione è gestita in modo da variare gli approcci. Per esempio alcuni prevedono l’uso di Confringo per accendere dei bracieri che vengono nascosti nei posti più impensabili, e sarà nostra cura trovare un modo per farlo nel più breve tempo possibile.

Le modalità di acquisizione degli incantesimi, le Lezioni, sono gestite attraverso quest specifiche che compaiono in base alla progressione e generalmente indicano solo una serie di requisiti che dovremo soddisfare, lasciandoci liberi sul come. Per esempio fare un certo numero di contrattacchi o possedere un certo quantitativo di pozioni. Una volta completate le richieste ci recheremo in classe e avremo, finalmente, il nostro agognato nuovo incantesimo.

Anche il volo soggiace a uno specifico corso, dopodiché saremo in grado di acquistare la nostra scopa personale. Ma vi garantiamo che non sarà l’unico mezzo di trasporto che ci sarà concesso, oltre all’uso della Metropolvere che verrà sbloccata come un check point classico. Se invece vi chiedete se sia possibile smaterializzarvi…NO! Avete meno di 17 anni!

Una volta saliti sul nostro bolide potremo anche partecipare ad alcune competizioni e, addirittura, aiutare nello sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la nostra scopa e non solo. Come già anticipato dagli sviluppatori, il campionato di Quidditch non ci sarà per via di qualche piccolo problema di incidente potenzialmente mortale occorso l’anno prima.

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Un discorso a parte merita la Stanza delle Necessità, che ci verrà assegnata per permetterci di recuperare le materie su cui siamo indietro ma che in realtà potremo organizzare a nostro piacimento fin nei più piccoli particolari. Qui potremo installare postazioni personali per creare pozioni, coltivare piante, potenziare gli indumenti ma, soprattutto, allevare in sicurezza gli animali magici che cattureremo in giro per il mondo.

Oltre a essere bellissimo perché potremo avere uno stuolo di Puffskein pelosetti che ci adoreranno, potremo anche accogliere alcune tra le più maestose creature del mondo potteriano e potremo farci dare una mano dal nostro folletto domestico di fiducia, che supervisionerà in nostra assenza. La gestione degli animali inoltre contribuisce al farming di materiali per il potenziamento di mantelli, divise e quant’altro. Insomma, la Camera delle Necessità può servire anche per risparmiare qualche zellino in più per acquistare ricette di pozioni o altro.

È presente anche un ciclo giorno-notte, che influisce sulla presenza di abitanti o la possibilità di raccogliere determinati ingredienti magici che di giorno non è possibile recuperare. Sono contemplate anche le stagioni, che vengono indicate con addobbi specifici come le zucche per Halloween o gli alberi di Natale.

Insomma, tutto il complesso ludico messo in piedi da Avalanche Software spinge a farci vivere un’esperienza quanto più realistica del mondo di Harry Potter, sebbene l’interazione con alcuni elementi di gioco sia piuttosto limitata. Ma nel complesso la sensazione rimane quella di trovarsi al cospetto di una produzione curata nei minimi dettagli.

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In conclusione, Hogwarts Legacy si avvia a essere il videogioco definitivo sul mondo di Harry Potter. Il rispetto assoluto del materiale di partenza e la sua rielaborazione in termini videoludici lo rendono un gioco perfetto per qualunque appassionato che voglia vivere pienamente questo tipo di avventura.

Avalanche Software non si è adagiata sul fatto di lavorare su una delle IP più amate della storia, ma si è spesa per far sì che il suo lavoro riuscisse a ricreare un mondo quanto più vicino a quell’immaginario, riuscendo a cesellare quasi perfettamente ogni singolo aspetto, anche la più sciocca delle secondarie, facendo sentire il giocatore a casa.

Un titolo straordinario nel risultato finale insomma, pur non privo di difetti tecnici come una gestione della telecamera non sempre perfetta, una risposta ai comandi non sempre responsiva (soprattutto nelle fasi più concitate delle battaglie) e un mondo che, seppur splendido, resta un po’ limitato nella sua effettiva interazione sebbene offra tantissimi spunti di gioco interessanti.

Ciononostante, consideriamo Hogwarts Legacy il must have, l’imperdibile, per ogni fan di Harry Potter che si rispetti.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8.5
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