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How To Survive 2 – Recensione

3 Manuale di sopravvivenza

Dopo un periodo in Early Access e il successivo approdo su console, finalmente riusciamo a mettere le mani sulla versione completa di How To Survive 2. Seguito diretto di un survival di discreto successo, questo secondo episodio ha promesso fin da subito di fare tesoro delle esperienze del team e di migliorare ulteriormente tutto ciò che di più funzionava. Magari, facendo anche tabula rasa di quello che andava completamente riscritto. Ed ecco che così How to Survive 2 appare come un gioco rinnovato ma profondamente familiare. Ci sono gli zombie, ci sono dei grossi ambienti da depredare e ci sono anche tutti quegli elementi che ci costringeranno a tenere d’occhio non solo la salute, ma anche le nostre funzioni primarie.

Cibo e acqua sono elementi preziosi, dopotutto, in un mondo ormai allo sbando. Le meccaniche di crafting sono ancora tutte lì, i pericoli ambientali pure; così come il primo episodio, insomma, anche questo seguito spinge il piede sull’acceleratore del classico e – perché no – dello stereotipo. Ci sono gli zombie, ci sono i sopravvissuti, e ci sono i sopravvissuti che devono combattere gli zombie: nessun colpo di scena, nessuna sorpresa dell’ultimo secondo, si uccide solo per potenziare sé stessi e il proprio campo base. E, a dirla tutta, a noi sta benissimo così.

How To Survive è ludicamente puro, un titolo capace di sfruttare il suo contesto solo per costruire un mero collante tra le missioni: il giocatore, per immergersi nel suo universo, non ha bisogno di conoscere vita, morte e miracoli della sua Louisiana diroccata, né di comprendere a fondo la psicologia dietro i vari comprimari (alcuni dei quali sono anche vecchie conoscenze). Si entra in partita, si girovaga un po’ in giro alla ricerca di materiali, ci si lancia in una tra le tante decine di missioni selezionabili e si ripete il tutto, ancora e ancora.

Come avrete capito, How To Survive 2 si basa su una struttura di gioco classica e – per certi aspetti – persino arcaica. Struttura che, ironicamente, è più facile da trovare su indie PC piuttosto che su console, essendo il primo enormemente più aperto verso prodotti di questo genere. Il fatto che sia stato pensato con il PC come punto di riferimento, tra l’altro, è palese anche già solo guardando i menu. Purtroppo, gli sviluppatori non hanno fatto nulla per rendere l’interfaccia maggiormente console-friendly e, per questo motivo, navigare tra le varie pagine è davvero scomodo. La volontà di studiare un sistema che abbracciasse maggiormente il pad è venuta palesemente a mancare e, per quanto in-game risulti un twin-stick shooter isometrico fluido e divertente, lo stesso non si può dire delle fasi di gestione. E per un titolo fortemente basato su statistiche da spulciare ed equipaggiamento da scambiare continuamente, purtroppo, non è affatto un problema da poco.

così come il primo episodio, insomma, anche questo seguito spinge il piede sull’acceleratore del classico e – perché no – dello stereotipo. Ci sono gli zombie, ci sono i sopravvissuti, e ci sono i sopravvissuti che devono combattere gli zombie.

2 Mazza con chiodi

Superato questo piccolo scoglio, però, sarà facile perdere ogni cognizione del tempo, entrare nelle sue estese zone rurali e uscirne ore e ore dopo, magari con la spiacevole sensazione di non aver comunque fatto abbastanza. Le missioni in sé, a dirla tutta, non sono chissà quanto variegate o fresche: si tratta pur sempre di scarpinare alla ricerca di qualcosa in cui, spesso, incapperemo più per casualità che altro. Al tempo stesso, si falcia anche qualunque cosa ci sbarri il cammino. La linearità dei numerosi incarichi potrebbe quindi stancare in fretta chiunque cerchi anche della sostanza, oltre ai succulenti premi a fine percorso, ed è forse questo il problema principale dell’opera. Fortunatamente, la noia incombente può facilmente essere combattuta giocando in cooperativa.

Il succo è proprio quello: anche il più ripetitivo dei compiti può diventare interessante con uno, due o tre amici in carne e ossa ad accompagnarci, siano essi online o comodamente seduti sul divano di fianco a noi. Dividersi le mansioni, scambiare equipaggiamento e materiali o acquisire abilità che siano complementari tra loro diventerà ben presto automatico e, a conti fatti, persino appassionante.

Si può comunque lasciare il proprio campo base – il server, praticamente – aperto anche a più persone, con persino la libertà di decidere quanto potere affidare loro. Con soldi e punti esperienza sarà poi possibilità migliorare abilità e equipaggiamento del nostro alter-ego, oltre che le strutture basiche del nostro accampamento, vera e propria novità del seguito.

Cucina, forzieri, protezioni e armeria diventano così esclusivi della nostra dolce casetta, che presto diventa un piacevole punto di riferimento “dietro le linee nemiche”, un luogo in cui tornare più e più volte solo per accertarci che sia ancora tutto come l’avevamo lasciato. Per quanto profonda sia la componente crafting, però, lo stesso non possiamo dire di quella survival. How To Survive 2 – sotto questo aspetto – è un prodotto molto all’acqua di rose che in alcun modo cerca di porre i suoi utenti di fronte a ostacoli insormontabili, complice anche vari livelli di difficoltà liberamente interscambiabili. La presenza di una barra per la fame e la sete non va neanche a impattare chissà quanto sulle meccaniche generali: non solo i malus conseguenti a una cattiva alimentazione risultano troppo permissivi, ma ben presto si finisce addirittura per non farci più caso.

How To Survive 2 non vuole mai risultare pedante o frustrante e questo, per forza di cose, si trasforma presto in una pericolosa arma a doppio taglio. Il gioco è aperto a tutti ed è quindi apprezzabile da una più larga gamma di persone diverse, lasciando però a bocca asciutta tutti quegli utenti maggiormente hardcore che, da un survival con gli zombie, cercano quell’immancabile senso di pericolo e impellenza che solo simili scenari post-apocalittici possono donare.

Il succo è proprio quello: anche il più ripetitivo dei compiti può diventare interessante con uno, due o tre amici in carne e ossa ad accompagnarci, siano essi online o comodamente seduti sul divano di fianco a noi.

1 In conclusione

How To Survive 2 svolge egregiamente il proprio compitino senza però mai uscire dai binari che si è auto-imposto. Davvero un peccato, considerata anche un’idea di fondo che ha davvero poco da invidiare alle produzioni di maggior successo. In linea di massima, parliamo di un survival/action horror che spinge più verso il crafting che verso la sopravvivenza vera e propria. 

Ben presto, infatti, sono le sue meccaniche da Gioco di Ruolo e da sparatutto isometrico a incollarci allo schermo, e non di certo la continua caccia alla provviste che – in breve tempo – diventa anche un orpello abbastanza inutile. Non siamo di fronte a un titolo chissà quanto vario o geniale, ma a un qualcosa che comunque riesce a dare il meglio di sé in compagnia: la campagna è interamente condivisibile con più amici e, possiamo assicurarvelo, gestire in gruppo le risorse accumulate e decidere dopo una “breve riunione di condominio” in che modo potenziare il proprio accampamento, o i propri personaggi, è appagante proprio come sembra.

Insomma, consigliato a chiunque cerchi un’esperienza sfaccettata e longeva ma allo stesso tempo senza troppe pretese, soprattutto sul piano tematico.

How to Survive 2 - Trailer di lancio

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.5
how-to-survive-2-recensione<b>PRO</b><br> Tantissime missioni secondarie con cui tenersi occupati <br> Condividere accampamenti e risorse in compagnia è per forza di cose divertente <br> <b>CONTRO</b><br> Ripetitività di fondo <br> Meccaniche survival eccessivamente permissive <br>

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