
Il co-fondatore e mente creativa di Aardman Animations, Nick Park, ha dichiarato che lo studio — noto per la sua animazione in clay-stop-motion — intende “abbracciare la tecnologia” dell’intelligenza artificiale (IA), pur promettendo di essere “molto attenti a non perdere i propri valori”.
Park ha ricordato come, all’uscita di Toy Story nel 1995, molti temevano per il futuro dell’animazione in stop-motion. Eppure, Aardman resistette: la CGI non spense la passione per la claymation — anzi, ne rilanciò l’interesse.
Oggi la sfida si ripresenta con l’IA, una tecnologia “tutta nuova” — secondo Park. Aardman non vuole ignorarla, ma preferisce valutare con cura come integrarla, trovando modi utili per velocizzare alcune fasi produttive, senza tradire l’identità artistica dello studio.
Il valore del “clay” come marchio di autenticità
Per Aardman, la clay — la plastilina, il mondo fatto a mano — non è solo tecnica, ma vera “USP” (unique selling point). Park lo ribadisce con convinzione: “L’argilla è il nostro punto di forza e ne siamo orgogliosi. L’autenticità è la cosa più importante. È lì che risiede il fascino.”
L’uso dell’IA potrà servire come strumento, non come sostituto: lo studio cercherà di usare la tecnologia per migliorare flussi di lavoro, ma senza rinunciare a quella manualità che da sempre caratterizza le sue produzioni.
Contesto: animazione, timori sull’IA e la posizione di Aardman
Lo scenario attuale dell’industria dell’animazione vede un crescente uso di strumenti di IA per generare immagini, sintetizzare voci, o alleggerire il lavoro creativo — ma non senza preoccupazioni. Alcuni operatori, ad esempio membri del sindacato Equity, stanno votando su possibili azioni in difesa di protezioni contro un uso indiscriminato dell’IA.
In questo contesto, l’approccio di Aardman emerge come un equilibrio: apertura all’innovazione, ma con forte consapevolezza del valore dell’artigianalità e dell’autenticità. Questo posizionamento appare significativo soprattutto per uno studio che per decenni ha costruito il suo successo su animazione fatta a mano, con plastilina e set miniaturizzati, resistendo all’evoluzione tecnologica rappresentata dalla CGI.
Cosa può significare per il futuro di Wallace & Gromit e della claymation
L’adozione cauta e ragionata dell’IA da parte di Aardman potrebbe aprire nuove possibilità: semplificare alcuni processi, ottimizzare tempi di produzione, magari rendere lo studio più efficiente senza perdere la propria identità. Ma, come sottolinea Park, qualunque decisione deve partire da un rispetto per l’autenticità, la manualità, il “tocco umano” che rende unici Wallace & Gromit e le produzioni claymation.
Se Aardman riuscirà a bilanciare tecnologia e tradizione, potremmo vedere opere nuove, magari spin-off, corti o progetti sperimentali che combinano la bellezza della plastilina con strumenti moderni — senza rinunciare al fascino e al calore tipici delle sue animazioni. Altrimenti, il rischio sarebbe perdere quella magia che da decenni ha reso celebre lo studio.
Fonte: GamesRadar









