Indiana Jones e l’Antico Cerchio – Recensione [PC]

A cura di Nicholas Mercurio.

Indiana Jones e Antico Cerchio Recensione (1)

C’è stato un momento, negli anni ’80, in cui un bambino sapeva di voler fare l’archeologo e di sognare di andare in Africa, in Egitto e in giro per il mondo. Sperava di poterlo fare con tutto sé stesso, di incantarsi e perdersi nella meraviglia, di indossare un capello, di portare una frusta ovunque e, chissà, di poter creare ciò che voleva. Di essere lui, quell’uomo tanto avvenente quanto diabolicamente letale, che rispondeva al nome di Indiana Jones. MachineGames ora lo ha reso possibile con Indiana Jones e l’Antico Cerchio, delineando ciò che è davvero, ciò che si può definire a tutti gli effetti un capolavoro.

“Ancora lei, Mr. Jones”

Sviluppato da Machine Games e prodotto da Bethesda, è un’avventura single-player dai toni stealth che, però, non risparmia le fasi più action con combattimenti avvincenti. Nelle fasi di shooting, non centrali ma comunque ben realizzate, è possibile raccogliere le armi dal terreno e poi scatenare il fuoco addosso ai nemici. Ecco, questa cosa è proprio in stile Indy: il nostro archeologo potrà usare gli oggetti raccolti e poi fracassarli o scaraventarli sui nemici, scatenando dei siparietti divertenti nel pieno stile dei film. Resta, comunque, rilevante ribadirlo: il titolo è interamente basato sullo stealth.

È l’elemento cardine dell’intero videogioco, su cui basano le principali scelte di game design. Tutte di spessore e ben integrate, mai ruvide e con l’acceleratore qualitativo premuto dall’inizio alla fine. Le animazioni del corpo, delle mani di Jones, dell’utilizzo della frusta e di ogni altro aspetto sono state curate nel dettaglio, così come le parti più serafiche al Marshall College.

Sia chiaro, ci saranno momenti in cui sarà impossibile usare lo stealth, specie quando si allerteranno i nazisti e si dovrà capire un po’ come approcciarsi alla situazione. In molteplici occasioni viene in soccorso la cara, vecchia frusta: utile anche per esplorare ben bene l’area circostante. Può essere adoperata per saltare da una rupe all’altra, per dondolarsi e per fare male, ovviamente, ai nazifascisti. Da sottolineare le padelle come armi contundenti, utilissime quando non si hanno tante alternative.

Tutto il bello di Indiana Jones e l’Antico Cerchio

La visuale in prima persona, funzionale e azzeccata all’interno della produzione, è difatti il marchio di fabbrica di MachineGames, che è stato capace ancora una volta nel riuscire a enfatizzarla in qualunque aspetto del game design, dagli enigmi alle situazioni un po’ più scottanti. Nel primo caso, Indy dovrà analizzare ogni aspetto dell’ambientazione, leggere i documenti che si trova tra le mani e, in seguito, interfacciarsi con la risoluzione. Insomma, se avete amato Riven e videogiochi analoghi, potrebbe essere la scelta migliore in assoluto; ma non aspettatevi quel livello di difficoltà.

A tal proposito, il team ha saputo dosare con intelligenza questo aspetto, ponendo l’accento soprattutto su quelle “Normale” e “Difficile, due modalità opzionabili che garantiscono nemici più forti. Nell’ultima aumenta il rateo d’attacco dei nemici, la loro potenza e la possibilità di uccidervi. Ricordiamo la presenza dei soldati italiani, che non sono solo delle figurine ma letali assassini al pari dei nazisti, pronti a tutto pur di fermare Indy.

Ho apprezzato molto il modo in cui, sin dai primi minuti di gameplay, MachineGames si sia voluto completamente ispirare al ritmo narrativo che ha contraddistinto i primi due film. Così da far comprendere quale fosse realmente la base di cui stiamo parlando quest’oggi. In tal senso, il titolo è ambientato tra i primi due film, e nel tutorial va a spiegare alcune delle meccaniche di gioco che saranno poi alla base di tutta l’avventura.

Il gameplay risulta quindi basato sullo stealth e sull’esplorazione delle vaste aree sotto forma di Open Map, le quali racchiuderanno una gran quantità di segreti ed enigmi da risolvere per poter acquisire equipaggiamenti, nonché abilità che aiuteranno nel prosieguo della storia. Tutto incredibilmente ben dosati e incastrati al loro interno, tanto da esaltare con qualità ogni aspetto, al netto di qualche piccolo e ininfluente difettuccio.

Esplorare le location proposte diventa fondamentale, soprattutto quando si tratta di raccogliere segreti e di far proprie armi e oggetti importanti. Il team ha fatto in modo di rendere l’esperienza ancora più appagante e longeva, di scandirla ottimamente, di mettere a punto tutto ciò che era già ottimo nelle precedenti produzioni di MachineGames. Non sarà sicuramente come esplorare una città statunitense occupata dai nazisti, ma il risultato, specie quando si tratta di entrare negli ambienti chiusi, diventa fantastico. È un’esplorazione che si focalizza soprattutto sul superamento di fasi platform in giro per le mappe, di arrampicarsi da una parte all’altra e di escogitare con attenzione ogni mossa. La frusta, quindi, ha davvero un impatto decisivo sul game design, come già sottolineato.

Il team non ha soltanto cercato di elevare il protagonista principale a parole, ma di mettere il giocatore completamente nei panni di Indy, di farlo sentire tale in ogni sua molecola. Ed è riuscito a farcela, in modo piacevolmente brillante, sorprendendo e mostrando che è davvero possibile cavare qualcosa di buono da una IP così delicata e affascinante al tempo stesso. Nonostante gli ottimi videogiochi LEGO pubblicati sull’archeologo, al tempo.

Un vero videogame-film sul mito del nostro archeologo preferito

La storia principale è avvincente e in linea con l’Indy dei film. Questo è importante ribadirlo poiché, considerando le aspettative, era davvero complesso per MachineGames potersi barcamenare in un’esperienza così ben narrata. Indiana Jones, in tal senso, si ritrova a dover dare la caccia al perfido Emmerich Voss, un esaltato al soldo di Adolf Hitler, che desidera ardentemente l’Antico Cerchio per poterci mettere sopra le mani e piegare il mondo alla sua volontà. Esattamente come i film, mette immediatamente a suo agio il giocatore, il quale oltre alla trama principale, può seguire delle missioni tenendo dunque alta la tensione dalla campagna, oltre che la curiosità di sapere cosa ci sarà alla fine. In alcuni casi però l’esito di queste missioni secondarie risulterà scontato o di facile lettura anche se questo non andrà a intaccare il divertimento nel suo svolgimento, né a intaccare l’esperienza reale, quella principale, scritta e dignitosamente raccontata per gran parte del viaggio, incredibile dall’inizio alla fine, con una spalla.

A livello grafico, le ambientazioni sono molto ben definite, così come l’illuminazione generale dell’intera produzione, tanto da non distrarre da cosa viene mostrato a schermo, ovvero quel bellissimo impatto visivo presente ogni volta che cambiamo area. I modelli dei personaggi sono ben curati, seppure a volte le animazioni facciali non convincano del tutto, assumendo forme innaturali o semplicemente non essendo troppo in linea con l’emozione data dal doppiaggio solenne, una peculiarità comunque risolvibile con una patch.

Un mondo da cui non voler uscire

I comandi sono ben studiati su controller, ma un po’ meno su mouse e tastiera. Nulla di cui preoccuparsi: l’inconvenienza si può risolvere attraverso la possibilità di dargli una nuova assegnazione dal menu delle opzioni. Al netto di qualche bug presente all’interno dell’avventura, il team ha comunque promesso che s’impegnerà per sistemarli al più presto. Ma davanti a una produzione del genere, che riesce a dosare così bene l’aspetto narrativo e ludico del nostro Indy, cos’è un bug in più rispetto alla valutazione finale?

Chi lo avrebbe mai detto che, alla fine, ci saremmo ancora trovati a parlare di nuovo, con grande energia ed entusiasmo, di Indiana Jones? Ecco, entrare nel Marshall College, stavolta non in punta di piedi ma come REALI protagonisti, pensiamo sia la cosa migliore in assoluto dell’intero videogioco, e di sentirci ancora una volta in pericolo nelle tante ambientazioni del titolo. A quanto pare, qua non servirà solo usare la frusta, avere una padella sottomano o qualche arma in più. Servirà entrare a gamba tesa, ma che dico… con tutto il corpo in uno dei videogiochi migliori sul personaggio probabilmente più iconico non solo degli anni ’80, ma dall’intera cultura pop. E ora anche, e soprattutto, in quella videoludica.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
9.2
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