JoJo’s Bizarre Adventure All-Star Battle – la recensione

JoJo’s Bizarre Adventure è uno dei manga più visivamente arditi che siano mai stati disegnati. Tanto estro, frutto dell’autore Hirohiko Araki, si sposa perfettamente con l’esaltazione e la frenesia tipica di un picchiaduro. Replicare l’eccentricità del character design e delle ambientazioni era quindi cruciale per catturare l’essenza dell’opera originale. Possiamo dire che, sotto questo aspetto, CyberConnect 2 ha svolto un lavoro semplicemente eccelso, tanto a livello tecnico che di direzione artistica. Il motore grafico, customizzato appositamente per il gioco, consente di trasformare ogni scontro in una vera e propria tavola in movimento; come non mai, i carismatici eroi (e antagonisti) di JoJo vengono alla vita, in tutto il loro fascino. Ovvia, ma azzeccatissima, la scelta estetica del cel shading, che contorna ogni personaggio con una linea nera, facendolo risaltare e donandogli un carattere unico.
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Siamo di fronte a uno dei picchiaduro più sopra le righe degli ultimi anni, ed è evidente che gli sviluppatori stessi si siano divertiti a infilare un’invenzione più fuori di testa dell’altra.

Ogni fan di JoJo non potrà che innamorarsi di un lavoro costruito in maniera tanto amorevole, ma la fedeltà del gioco all’opera di Araki si esprime anche nella sua vastità, espressa in un roster da 32 lottatori (senza contare quelli scaricabili). Uno dei tratti distintivi del manga è la sua quantità impressionante di personaggi, e la loro fortissima identità: nel grande pantheon di JoJo non c’è figura, infatti, che non rimanga impressa per qualche sua caratteristica. Tutti i personaggi che appaiono nel gioco hanno quindi avuto un ruolo importante nel manga, e sono qui caratterizzati dalle pose e dalle frasi che li hanno resi famosi.
La qualità impressionante nei dettagli si nota anche nelle animazioni. Ogni personaggio si muove in maniera distinta da tutti gli altri, e le animazioni stesse sono usate come mezzo per delinearne il carattere; tanta cura coinvolgerà non solo i fan storici della serie, ma lascerà a bocca aperta anche chi si affaccia per la prima volta all’universo di JoJo.
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Per quanto riguarda lo stile di gioco, abbiamo senza dubbio un picchiaduro molto poco tecnico, ma senza dubbio spettacolare. Il principale obiettivo degli sviluppatori era chiaramente quello di intrattenere e stupire, anche a costo di sacrificare l’equilibrio complessivo. Tuttavia, questo non vuol dire che il sistema sia stato congegnato con poca attenzione. Il gioco funziona perlopiù come Street Fighter IV, ma permette ai lottatori di girare l’uno intorno all’altro, guadagnando così la possibilità di schivare gli attacchi. La varietà dei pittoreschi personaggi creati da Araki si riflette anche nel combat system.

Grazie al cosiddetto Easy Beat, i giocatori potranno realizzare una combo semplicemente premendo lo stesso bottone.

I personaggi hanno infatti a disposizione diversi attacchi speciali, tutti personali e unici: alcuni di loro sono in grado di caricare una barra della supermossa, altri, invece, possono richiamare lo Stand, ossia la personificazione dell’energia psichica di un lottatore. Questa combatterà a fianco del personaggio, e avrà a disposizione un suo set personale di attacchi speciali; altri personaggi ancora combattono addirittura in sella a un cavallo, e hanno un set di mosse alternativo quando vengono disarcionati. Infine, ci sono i “vampiri”, che usano degli attacchi in grado di succhiare la vita ai propri avversari.
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La fedeltà del citazionismo è tale che sono state replicate intere scene e inquadrature del fumetto, e sono state impiegate come meccanismi di gameplay.

Siamo di fronte a uno dei picchiaduro più sopra le righe degli ultimi anni, ed è evidente che gli sviluppatori stessi si siano divertiti a infilare un’invenzione più fuori di testa dell’altra. Questo vuol dire che di conseguenza si sono premurati che tutti potessero vederle, senza essere necessariamente degli assi nel genere. Il sistema di combo è stato quindi reso accessibile, in modo da essere divertente anche per i neofiti: grazie al cosiddetto Easy Beat, i giocatori potranno realizzare una combo semplicemente premendo lo stesso bottone; naturalmente, esistono anche le combo più complicate, che daranno vita a sequenze ancora più scenografiche. Il gioco incoraggia quindi a diventare padroni del sistema di combattimento, usando come incentivo la spettacolarità delle azioni più avanzate. Le mosse a volte possono essere molto lunghe, ma sono talmente belle che non ci si stanca mai di guardarle.
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La fedeltà del citazionismo è tale che sono state replicate intere scene e inquadrature del fumetto, e sono state impiegate come meccanismi di gameplay. Se un personaggio usa una mossa all’interno dello stage a lui dedicato, attiverà una speciale mossa finale che ricrea gli eventi visti nel manga, fedelissima nello stile e nelle inquadrature. Il grado di interattività dei livelli è garantito anche dai divertentissimi Stage Hazard, ossia elementi dello scenario che andranno a colpire i lottatori portando caos e distruzione. E le situazioni che si verranno a creare hanno del paradossale: che ne dite di rane tossiche che piovono dal cielo? Il risultato è un campo di battaglia caleidoscopico, un’esplosione visionaria di colori e follia.
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Le situazioni che si verranno a creare hanno del paradossale: che ne dite di rane tossiche che piovono dal cielo?

Per quanto riguarda le modalità, effettivamente questo è uno dei comparti dove il gioco avrebbe potuto fare di meglio. Abbiamo le classiche Versus e Online Versus, a cui seguono Campagna e Storia. Campagna funziona in maniera simile a un gioco free to play: si possono affrontare degli incontri in sequenza, ma ad ogni incontro diminuirà un’apposita barra che, una volta esaurita, vi impedirà di combattere contro altri personaggi. Per sbloccarla, bisogna aspettare cinque minuti o… pagare. Inutile dire che trovare un sistema di microtransazioni in un picchiaduro non è stata esattamente una delle sorprese più gradite. Anche la modalità Storia delude, trattandosi alla fine solo di incontri collegati tra di loro tramite delle scene statiche con dei fumetti… vista la densità narrativa di JoJo, ci saremmo aspettati qualcosa di più. In definitiva, JoJo’s Bizarre Adventure mette al bando ogni tecnicismo e ci fa riscoprire il significato della parola divertimento. È uno dei migliori giochi tratti da un manga degli ultimi anni, nonché un omaggio appassionato e caloroso al grande capolavoro di Araki. Fanservice puro, sì, ma anche tanta, tantissima qualità.