Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue – Recensione

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Vecchie glorie

Dream Drop Distance, dicevamo, è l’unica esperienza “a tutto tondo” compresa nel pacchetto. Se ci si vuole divertire con la formula classica di Kingdom Hearts, fatta di battaglie, statistiche da spulciare, esplorazione e vagonate di segreti. Purtroppo, la sua qualità va anche relazionata al periodo d’uscita, oltre che alla console sul quale è approdato. Dopotutto, ci riferiamo a un prodotto – per quanto degno – progettato con il DS in mente, e a seguire ci sono tutti i pro e contro del caso.

Il lavoro di rimasterizzazione, però, è assolutamente encomiabile. Il gioco non solo si affaccia nell’era dell’alta definizione, ma risulta guardabilissimo ancora oggi, anche grazie alla classica direzione artistica sopra le righe e a uno stile cartoon che, detto chiaramente, non sembra proprio intenzionato a invecchiare.

Dopo l’ultimo scontro con la loro arcinemesi, Sora e Riku si ritrovano a essere addestrati da Yen Sid in previsione del probabilissimo ritorno di Xemnas, a cui tutti devono farsi trovare pronti. Chiunque non sia in possesso della portatile Nintendo, quindi, può godersi questo “seguito” ufficiale di Kingdom Hearts 2, con sottotitoli in italiano finalmente compresi nel pacchetto. Sotto l’aspetto grafico, per essere precisi, nulla che faccia gridare al miracolo, ma il tutto è così colorato e fluido che non sarà difficile mettere in secondo piano quelli che sono i palesi problemi di un comparto tecnico altalenante e fisiologicamente vetusto. Pad alla mano, il gioco in sé non si discosta troppo dai capitoli principali, pur vantando un paio di interessanti innovazioni che, nel passaggio a PlayStation 4, finiscono comunque per essere un pelo ridimensionate.

Il sistema “flowmotion”, ad esempio, ci permetterà di spostarci nei vari livelli di gioco sfruttando pareti e oggetti vari come appoggi per darsi energiche spinte. Potremo quindi approfittare della geometria circostante per schizzare da una parte all’altra dell’ambientazione in maniera rapida e indubbiamente coreografica, saltando sulle pareti, roteando sui pali e scivolando sulle ringhiere. Parliamo di una meccanica non solo comoda e bella da vedere, ma anche utilissima nelle varie battaglie, considerato come l’interazione con gli oggetti può essere concatenata con temibili tecniche finali. Non è sempre precisissimo ma, una volta presa dimestichezza, non se ne potrà fare più a meno.

La possibilità di creare, addestrare e “coccolare” degli Spiriti, poi, aggiunge al tutto una dimensione di profondità tutta nuova. I due protagonisti, infatti, saranno accompagnati fin da subito da simpatici mostriciattoli che fungeranno da vere e proprie spalle di supporto. Nelle varie battaglie, non solo tenteranno in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote ai nostri nemici, ma potranno anche saltuariamente “entrare” nel nostro corpo e potenziarci all’inverosimile. Creare gli Spiriti richiede ricette e rispettivi ingredienti, mentre tramite gli immancabili Punti Esperienza finiranno per potenziarsi di pari passo al nostro. In un apposito menù, tra l’altro, potremo persino accarezzarli e aumentare l’affinità con noi; per farla breve, siamo di fronte a un Kingdom Hearts a metà strada tra Pokémon e un Nintendogs a caso. Potremo persino scagliarli l’uno contro l’altro in “scontri all’ultimo sangue” in apposite arene.

Per motivazioni di trama, sottolineiamo, non potremo restare nel corpo di un singolo protagonista troppo a lungo. L’intero plot gira infatti attorno al concetto di sogno, di onirismo e di collegamenti psichici tra mondi e persone. I due eroi si ritrovano infatti catapultati in due universi opposti, seppur paralleli, e per questo motivo ci si ritroverà spesso a visitare il medesimo luogo almeno un paio di volte, con tanto di tempo limite a scandire ogni nostra azione prima di riportarci indietro. Nonostante a una prima occhiata possa sembrare solo una scocciatura, a lungo andare si finisce anche per abituarsi a dei ritmi che – per forza di cose – spingono il giocatore a tentennare il meno possibile, anche già solo per evitare di essere poi interrotti in un momento clou.

Per il resto, parliamo di un capitolo indubbiamente degno d’attenzione, stracolmo di citazioni (oltre che da Final Fantasy e dai film Disney, anche da The World Ends With You) ma che obiettivamente sente un po’ il peso degli anni, o anche già solo la mancanza di un doppio schermo e della fotocamera integrata. Tutto ciò che sfruttava la conformazione unica del Nintendo 3DS, infatti, è andato totalmente perduto: le interazioni touch, ad esempio, sono state trasferite ai tasti del Dualshock, e non sempre con risultati ottimali.

Creare gli Spiriti richiede ricette e rispettivi ingredienti, mentre tramite gli immancabili Punti Esperienza finiranno per potenziarsi di pari passo al nostro. In un apposito menù, tra l’altro, potremo persino accarezzarli e aumentare l’affinità con noi;

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
kingdom-hearts-hd-2-8-final-chapter-prologue-recensione<b>PRO</b><pr> Dream Drop Distance è un capitolo validissimo ancora oggi <br> Buona opera di rimasterizzazione <br> Birth by Sleep 0.2 è, praticamente, un prologo esclusivo di KH3 <br> <b>CONTRO</b><br> A conti fatti, il gioco è uno solo <br> Abbandonando il 3DS, Dream Drop Distance ha perso un po' del suo sapore