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Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue – Recensione

1 Tra due mondi

Siamo sinceri: ormai, si fa fatica a tenere il passo con tutte le iterazioni della saga di Kingdom Hearts, tra capitoli principali, spin-off e l’infinità di progetti secondari. Dall’esterno, potrebbe quasi sembrare che il cross-over Square/Disney si suddivida in due semplici puntate, a loro volta frammentate in un prologo, in un corpo centrale e in un immancabile cliffhanger finale. Mettiamolo subito in chiaro: è un preconcetto piuttosto errato. Mancheranno anche di numeri d’accompagnamento, ma Birth by Sleep, Dream Drop Distance e soci sono ancora oggi pezzi di puzzle a dir poco immancabili, per chiunque voglia avere le idee chiare sulla vicenda generale.

Parliamo di numerosi progetti sbarcati sulle console più disparate e che, per forza di cose, hanno costretto tutti gli appassionati a fare salti mortali con triplo avvitamento, nel tentativo di non perdere nulla di importante. Grazie alle ultime Collection, Square è finalmente riuscita comunque a fare un po’ d’ordine in questo bailamme di numeri decimali, racchiudendo tutte queste esperienze in più pacchetti e permettendo di godere della trama intera anche a chi è possessore di sole console Sony. Negli ultimi giorni abbiamo testato a fondo Kingdom Hearts 2.8 Final Chapter Prologue, quello che gli sviluppatori stessi amano definire “l’anello mancante” tra il secondo e il terzo (attesissimo) capitolo. Giustamente, aggiungeremmo noi.

KH2.8 contiene infatti al suo interno l’ex-esclusiva Nintendo 3DS Dream Drop Distance, un mini-episodio totalmente nuovo chiamato 0.2 e il lungometraggio in digitale χ Black Cover, ispirato agli avvenimenti del titolo mobile. Parliamo quindi di una Collection magari un po’ avara sotto l’aspetto contenutistico – dopotutto, il gioco vero e proprio è uno solo – ma che, fungendo da prologo esclusivo per Kingdom Hearts 3, ci aggiorna su tutti quegli avvenimenti che gli faranno da incipit ma che, in futuro, mai nessuno ci mostrerà.

fungendo da prologo esclusivo per Kingdom Hearts 3, ci aggiorna su tutti quegli avvenimenti che gli faranno da incipit ma che, in futuro, mai nessuno ci mostrerà.

2 Vecchie glorie

Dream Drop Distance, dicevamo, è l’unica esperienza “a tutto tondo” compresa nel pacchetto. Se ci si vuole divertire con la formula classica di Kingdom Hearts, fatta di battaglie, statistiche da spulciare, esplorazione e vagonate di segreti. Purtroppo, la sua qualità va anche relazionata al periodo d’uscita, oltre che alla console sul quale è approdato. Dopotutto, ci riferiamo a un prodotto – per quanto degno – progettato con il DS in mente, e a seguire ci sono tutti i pro e contro del caso.

Il lavoro di rimasterizzazione, però, è assolutamente encomiabile. Il gioco non solo si affaccia nell’era dell’alta definizione, ma risulta guardabilissimo ancora oggi, anche grazie alla classica direzione artistica sopra le righe e a uno stile cartoon che, detto chiaramente, non sembra proprio intenzionato a invecchiare.

Dopo l’ultimo scontro con la loro arcinemesi, Sora e Riku si ritrovano a essere addestrati da Yen Sid in previsione del probabilissimo ritorno di Xemnas, a cui tutti devono farsi trovare pronti. Chiunque non sia in possesso della portatile Nintendo, quindi, può godersi questo “seguito” ufficiale di Kingdom Hearts 2, con sottotitoli in italiano finalmente compresi nel pacchetto. Sotto l’aspetto grafico, per essere precisi, nulla che faccia gridare al miracolo, ma il tutto è così colorato e fluido che non sarà difficile mettere in secondo piano quelli che sono i palesi problemi di un comparto tecnico altalenante e fisiologicamente vetusto. Pad alla mano, il gioco in sé non si discosta troppo dai capitoli principali, pur vantando un paio di interessanti innovazioni che, nel passaggio a PlayStation 4, finiscono comunque per essere un pelo ridimensionate.

Il sistema “flowmotion”, ad esempio, ci permetterà di spostarci nei vari livelli di gioco sfruttando pareti e oggetti vari come appoggi per darsi energiche spinte. Potremo quindi approfittare della geometria circostante per schizzare da una parte all’altra dell’ambientazione in maniera rapida e indubbiamente coreografica, saltando sulle pareti, roteando sui pali e scivolando sulle ringhiere. Parliamo di una meccanica non solo comoda e bella da vedere, ma anche utilissima nelle varie battaglie, considerato come l’interazione con gli oggetti può essere concatenata con temibili tecniche finali. Non è sempre precisissimo ma, una volta presa dimestichezza, non se ne potrà fare più a meno.

La possibilità di creare, addestrare e “coccolare” degli Spiriti, poi, aggiunge al tutto una dimensione di profondità tutta nuova. I due protagonisti, infatti, saranno accompagnati fin da subito da simpatici mostriciattoli che fungeranno da vere e proprie spalle di supporto. Nelle varie battaglie, non solo tenteranno in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote ai nostri nemici, ma potranno anche saltuariamente “entrare” nel nostro corpo e potenziarci all’inverosimile. Creare gli Spiriti richiede ricette e rispettivi ingredienti, mentre tramite gli immancabili Punti Esperienza finiranno per potenziarsi di pari passo al nostro. In un apposito menù, tra l’altro, potremo persino accarezzarli e aumentare l’affinità con noi; per farla breve, siamo di fronte a un Kingdom Hearts a metà strada tra Pokémon e un Nintendogs a caso. Potremo persino scagliarli l’uno contro l’altro in “scontri all’ultimo sangue” in apposite arene.

Per motivazioni di trama, sottolineiamo, non potremo restare nel corpo di un singolo protagonista troppo a lungo. L’intero plot gira infatti attorno al concetto di sogno, di onirismo e di collegamenti psichici tra mondi e persone. I due eroi si ritrovano infatti catapultati in due universi opposti, seppur paralleli, e per questo motivo ci si ritroverà spesso a visitare il medesimo luogo almeno un paio di volte, con tanto di tempo limite a scandire ogni nostra azione prima di riportarci indietro. Nonostante a una prima occhiata possa sembrare solo una scocciatura, a lungo andare si finisce anche per abituarsi a dei ritmi che – per forza di cose – spingono il giocatore a tentennare il meno possibile, anche già solo per evitare di essere poi interrotti in un momento clou.

Per il resto, parliamo di un capitolo indubbiamente degno d’attenzione, stracolmo di citazioni (oltre che da Final Fantasy e dai film Disney, anche da The World Ends With You) ma che obiettivamente sente un po’ il peso degli anni, o anche già solo la mancanza di un doppio schermo e della fotocamera integrata. Tutto ciò che sfruttava la conformazione unica del Nintendo 3DS, infatti, è andato totalmente perduto: le interazioni touch, ad esempio, sono state trasferite ai tasti del Dualshock, e non sempre con risultati ottimali.

Creare gli Spiriti richiede ricette e rispettivi ingredienti, mentre tramite gli immancabili Punti Esperienza finiranno per potenziarsi di pari passo al nostro. In un apposito menù, tra l’altro, potremo persino accarezzarli e aumentare l’affinità con noi;

3 Nuove glorie

Nonostante non sia un gioco a tutto tondo, Birth by Sleep: A Fragmentary Passage è forse la parte più interessante del pacchetto. Per quanto assurdo, le due ore di Fragmentary Passage spianano la strada al vero piatto forte, a livello di sceneggiatura ma anche di gameplay vero e proprio. Dopotutto, è retto dallo stesso motore su cui – teoricamente – dovrebbe girare anche Kingdom Hearts 3, ed è quindi una sorta di prima occhiata al futuro e a tutto ciò che il terzo capitolo promette di essere.

Nei panni di Aqua, ora intrappolata nel regno dell’Oscurità, potremo vivere in prima persona gli avvenimenti successivi di Birth by Sleep per mezzo di un breve epilogo che, velocemente, si trasforma in un grosso e sorprendente ponte di collegamento con gli avvenimenti del prossimo episodio, mostrandoci addirittura quelli che – a conti fatti – saranno i suoi primi minuti. Aqua, dal proprio canto, è un personaggio agile e versatile, affidabile tanto in battaglia quanto nelle sezioni esplorative. Veloce, capace di lanciare magie incredibilmente potenti e di inanellare lunghissime combo (anche aeree): se queste sono le premesse, già da ora sappiamo quantomeno che il futuro battle-system avrà un’ottima base da cui prendere spunto.

Pad alla mano, il feeling di questo piccolo assaggio risulta appagante come non mai, indubbiamente superiore anche a quello dei suoi due predecessori. Concatenando tecniche in rapidità, tra l’altro, sarà possibile accedere a delle “trasformazioni” temporanee del proprio stile di combattimento – siano esse nuove magie o animazioni rinnovate – mentre l’inappuntabile leggiadra della protagonista le permette allo stesso tempo di non perdere l’equilibrio anche sui bordi più stretti, di superare con uno scatto ampie voragini e di bersagliare i suoi nemici anche da lunga distanza con dei veri e propri raggi di luce ad ampio raggio. Anche qui, purtroppo, la gestione della telecamera non è delle migliori; spesso e volentieri si finisce spesso per menare fendenti alla cieca, nella speranza che l’auto-mira non tradisca e ci stia già direzionando verso un punto sensato. Speranza, spesso, piuttosto vana.

La ricerca degli amici di Aqua, anche grazie a una manciata di sfide segrete, riesce a portarci via massimo un paio di pomeriggi. Nulla di sconvolgente, considerata anche l’eccessiva linearità, ma in passato abbiamo visto anche software house vendere incipit delle medesime dimensioni come prodotti a sé stanti, quindi poteva andare peggio. Chiunque cercasse un’anteprima della nuova potenza grafica della saga, ve lo assicuriamo, resterà comunque pienamente soddisfatto. Fragmentary Passage è coloratissimo e dettagliato, tanto negli ambienti quanto nell’utilizzo degli effetti speciali e, consci del fatto che Kingdom Hearts 3 si appoggia allo stesso motore, possiamo dormire sonni tranquilli. Modelli dei personaggi e frame-rate vanno ancora perfezionati ma – per fortuna o per sfortuna – il team di sviluppo ha ancora molto tempo a disposizione.

Per quanto riguarda χ Black Cover, non c’è molto di cui discutere. È in tutto e per tutto un film, dalla durata di poco più di un’ora, ambientato in concomitanza agli avvenimenti dello spin-off mobile. Anche lui è girato interamente con il motore grafico di Kingdom Hearts 3 e ci regalerà una sbirciata (esclusiva, per giunta) alla storia raccontata dal punto di vista dei Veggenti. Anche qui, non parliamo di un contenuto chissà quanto imperdibile, soprattutto se preso singolarmente, ma riesce comunque a costruire delle solide fondamenta alla storia che verrà, lasciandoci con più acquolina in bocca di quanta già non ne avessimo in precedenza. Se l’obiettivo di 2.8 Final Chapter Prologue è quello di calmare i nostri appetiti, allora, ha miseramente fallito. Dopo aver mandato giù il pacchetto completo è obiettivamente difficile ritenersi sazi; al contrario, l’attesa è ora più insopportabile che mai. Brava Square, speriamo tu sia soddisfatta adesso.

se queste sono le premesse, già da ora sappiamo quantomeno che il futuro battle-system avrà un’ottima base da cui prendere spunto.

4 In conclusione

Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue non è semplicemente una Collection, ma l’unico ed esclusivo antipasto alla grande portata che tutto il mondo attende da tanto, troppo tempo. Sul lato ludico ha molto riserve, comprendendo un solo titolo (quello per 3DS) che – per quanto svecchiato – mostra comunque l’età e i limiti strutturali di un progetto nato per “console minore”. Resta comunque un frammento vitale nell’ecosistema della saga, ed essendo ora tradotto completamente in italiano non ci sono neanche più scusanti per lasciarselo scappare.

Dream Drop Distance, pur con tutti i rimaneggiamenti del caso, resta un prodotto godibile e degno di essere rivisitato, mentre Birth by Sleep: A Fragmentary Passage è la prima, vera occasione che ogni appassionato avrà per provare con mano un pezzo, per quanto minuscolo, di Kingdom Hearts 3. Niente che possa occupare troppo tempo, a dirla tutta, e lo stesso vale per il lungometraggio che lo accompagna, ma parliamo comunque di contenuti altresì irreperibili.

Per qualcuno, quindi, l’offerta potrebbe sembrare troppo risicata per risultare interessante, ma chi venderebbe anche la propria anima anche già solo per annusare un minuto di Kingdom Hearts 3, qui, raggiungerà l’illuminazione. Fidatevi di noi, quando vi diciamo che mai prima d’ora ci si è sentiti così vicini al finale delle avventure di Sora e soci.

KINGDOM HEARTS HD 2.8 Final Chapter Prologue – TGS 2016 Trailer

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
kingdom-hearts-hd-2-8-final-chapter-prologue-recensione<b>PRO</b><pr> Dream Drop Distance è un capitolo validissimo ancora oggi <br> Buona opera di rimasterizzazione <br> Birth by Sleep 0.2 è, praticamente, un prologo esclusivo di KH3 <br> <b>CONTRO</b><br> A conti fatti, il gioco è uno solo <br> Abbandonando il 3DS, Dream Drop Distance ha perso un po' del suo sapore

1 commento

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