La saga di Sucher Punch (Ghost of Tsushima/Yotei) resterà radicata nel Giappone feudale, dicono gli sviluppatori

Ghost series ambientazione Giappone feudale

Durante le interviste recenti, gli sviluppatori di Ghost of Yotei di Sucker Punch hanno lasciato intendere che non hanno intenzione di ambientare i prossimi titoli fuori dal Giappone feudale. Il nucleo della serie, hanno sottolineato, consiste nel far sentire il giocatore armato di katana in un Giappone che richiama la storia samurai, con i suoi paesaggi, la sua estetica e le sue atmosfere specifiche. Questa scelta non è casuale: è frutto di una riflessione intenzionale su identità, contesto culturale e coerenza narrativa.

Ghost of Yotei è ambientato circa 300 anni dopo Ghost of Tsushima, nella regione dell’Hokkaido (Ezo nel gioco) nel 1603, un’ambientazione molto diversa da Tsushima, ma sempre saldamente giapponese. I nuovi elementi—diversi biomi, nuovi paesaggi naturali, la fauna locale, i riferimenti culturali—servono a espandere il mondo interno della serie, non a trasportarlo in epoche o continenti diversi.

Perché non uscire dall’ambientazione giapponese

La decisione degli sviluppatori è motivata da più fattori. Primo, l’appartenenza culturale: la serie vuole essere autentica nel rappresentare il Giappone feudale, con tutti i suoi elementi distintivi, dalla modalità di combattimento con la katana alle strutture sociali, alle ambientazioni naturalistiche. Ruben Fox e Jason Connell (direttori creativi) affermano di aver visitato luoghi come il Parco nazionale di Shiretoko e il Monte Yotei, e di aver utilizzato consulenti culturali per rendere rispettosa la rappresentazione della storia e delle culture locali.

Secondo, la coerenza narrativa: ambientazioni troppo distanti avrebbero richiesto un cambiamento radicale del DNA della serie. Il fascino della katana, dell’onore, della vendetta, delle atmosfere samurai è parte integrante del marchio Ghost. Spostarsi in un contesto europeo feudale o simile rischierebbe di alterare elementi centrali sia a livello estetico che di gameplay. Non è solo una questione di scenario, ma di tono, estetica e meccaniche che si basano su una cultura specifica.

Infine, il pubblico e le aspettative d’esperienza: gli sviluppatori sembrano convinti che il valore del gioco risieda nella sua capacità di far immergere il giocatore nella cultura giapponese. Questo richiede cura e ricerca dei dettagli, cosa che sarebbe molto più complicata in ambientazioni lontane dalle fonti originali, rischiando di risultare in qualcosa di superficiale o cancellato da stereotipi.

Possibili margini di cambiamento… ma non molti

Nonostante tutto, non si può escludere al 100% che in futuro possano esserci espansioni, spin-off o contenuti che esplorino territori marginalmente diversi dalla tradizione samurai giapponese. Gli sviluppatori hanno confermato che la franchigia Ghost includerà film e altri spin-off, ma fino ad ora tutte le conferme si riferiscono sempre a contesti giapponesi.

Anche il fatto che Ghost of Yotei sia uno standalone ambientato 300 anni dopo Tsushima, con un nuovo protagonista e un nuovo setting giapponese all’interno di Ezo, mostra che Sucker Punch preferisce evolvere internamente piuttosto che espandersi spazialmente o culturalmente oltre il Giappone.

La saga Ghost (Ghost of Tsushima e Ghost of Yotei) è destinata—almeno per adesso—ad avere il Giappone feudale come unico orizzonte. Pur evolvendosi in termini di ambientazioni, storia e atmosfera, gli elementi fondamentali della serie restano fortemente legati alla cultura samurai, ai paesaggi storici e alle estetiche tradizionali giapponesi. È una scelta che privilegia identità e coerenza narrativa piuttosto che un’espansione geografica o culturale indistinta.

Fonte: Gamesradar

FONTEGamesradar

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