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Lantern – Recensione

1 Che fare, quando il mondo che ci circonda crolla e non resta più nessuno ad aiutarci?

Quel brutto senso di perdizione, anonime giornate che scorrono silenziose senza picchi o momenti interessanti, il circolo di noia infinita che non ci fa più distinguere secondi, minuti, giornate. Essere depressi significa, in qualche modo, essere circondati dal grigio: tutto è spento, immobile, eppure si è sempre a un solo passo dalla salvezza, della quella voglia di regalarci un tocco di colore e abbellire il nostro salotto mentale con un punto di vista più oggettivo e puro. Lantern ci ricorda proprio questo.

Si può essere tristi quanto si vuole, o ricercare la cura a ogni problema nelle soluzioni più assurde, ma a volte la risposta è una semplice questione di percezione. Non è il mondo a dover migliorare, ma solo gli occhi con il quale lo guardiamo. Ed è proprio così che ci dà il benvenuto l’ultimo di Storm in a Teacup, team di sviluppo indipendente di pedigree interamente italiano, con una semplice lanterna cinese che, volando in giro per il proprio paesino, cerca di donare vitalità laddove è tutto spento, diretta verso la principessa che – per motivi a noi sconosciuti – non riesce più a trovare la forza di sorridere.

La lanterna altro non è che un’enorme metafora, il simbolo di quel piccolo, grande barlume di speranza che, una volta aperta la mente, riesce ad abbattere anche le barriere del cuore. Il colore della vita è lì, dobbiamo solo essere capaci di trovarlo.

La lanterna altro non è che un’enorme metafora, il simbolo di quel piccolo, grande barlume di speranza che, una volta aperta la mente, riesce ad abbattere anche le barriere del cuore. Il colore della vita è lì, dobbiamo solo essere capaci di trovarlo.

2 Videogioco?

A essere sinceri, il silenzioso sceneggiato di Lantern è un po’ anche specchio di chi lo vive. Non ci sono dialoghi, non c’è doppiaggio, non ci sono personaggi in campo: è tutto un unico fluire di emozioni, annidate dietro un muro quasi indecifrabile. I pochi filmati animati sono piuttosto avari di spiegazioni ed è anche per questo che, per forza di cose, l’interpretazione finirà per variare da giocatore in giocatore. C’è chi può trovarci, ad esempio, il dramma di una donna che rincorre la propria giovinezza e chi un tributo alla natura e a ciò che di più bello ci circonda.

Il nostro scopo? Quello di volare attraverso lande desolate, villaggi morti, catene rocciose e restituire il colore a chi non l’ha più, con l’appoggio della nostra semplice presenza. Fine, stop, nient’altro. Se il concetto vi sembra fin troppo semplicistico per poter risultare divertente, effettivamente, non possiamo darvi torto. L’eccessiva radicalità di Lantern è un’arma a doppio taglio, dà priorità esclusiva alle sensazioni, al messaggio che veicola, mettendo da parte il gameplay e chiudendolo a chiave in una segreta. Sotto alcuni aspetti, è difficile addirittura reputarlo un “videogioco”, almeno nel senso più comune del termine.

Se proprio dovessimo catalogarlo in un genere, diremmo più che si tratti di un’esperienza audio-visiva, un’ode alla percezione sensoriale che ci accompagna per mano in un viaggio dolce e tranquillo alla riscoperta di ciò che di più umano giace sul pianeta Terra. Non c’è sfida, non c’è possibilità di essere sconfitti, non saremo braccati da alcun tempo limite; si spicca il volo e, proprio come la lanterna protagonista, ci si lascia trascinare dal vento e dal peculiare design del gioco. L’obiettivo finale, ovviamente, è tutto da scoprire.

L’eccessiva radicalità di Lantern è un’arma a doppio taglio, dà priorità esclusiva alle sensazioni, al messaggio che veicola, mettendo da parte il gameplay e chiudendolo a chiave in una segreta.

3 Vita

La domanda, quindi, sorge spontanea. Cosa si fa, effettivamente, in questo Lantern? Ci si può impegnare con altro, oltre al semplice vagare avanti e indietro per la mappa nel tentativo di sfiorare ogni superficie? No, a essere sinceri. Per apprezzare il titolo in questione, bisognerà accantonare per un attimo tutto ciò che si conosce sul concetto di videogioco e, semplicemente, lasciarsi guidare dall’istinto. Purtroppo, come risvolto della medaglia, si va incontro a una pochezza ludica palese, e neanche così ben celata.

Il titolo dura solo una manciata di ore e, sotto alcuni aspetti, può persino essere definito un pregio. Si corre il rischio di annoiarsi – o anche già solo di non trovare grossi stimoli – già dopo pochi minuti, e il fatto che non riesce mai a rinnovarsi potrebbe trattenere più di una persona dall’acquisto. La monotonia, per un motivo o per un altro, è intrinseca alla natura di qualunque gioco; ma finire per annoiarsi in un prodotto che dura due ore scarse? È già più grave. Oltre al volare in giro, potremo decidere di utilizzare una “bomba di colore” o la super-velocità ogni tot di tempo, ma non c’è niente che vada poi ad aggiungersi al contesto generale per rinfrescare anche solo di un po’ l’esperienza, e di certo non ci riescono la manciata di collezionabili sparsi in giro, o il supporto (non obbligatorio) ai visori per la Realtà Virtuale.

Purtroppo, come risvolto della medaglia, si va incontro a una pochezza ludica palese, e neanche così ben celata.

4 Diversità

La sua eterogeneità concettuale, se così possiamo chiamarla, si annida in quella direzione artistica mozzafiato che in più di un’occasione si trasforma in una meccanica vera e propria. In Lantern non si tratta solo di colorare in giro finché non restano più zone grigie, ma di vedere in tempo reale un mondo spento riaffacciarsi alla vita, con pale dei mulini che tornano a girare, alberi appassiti che finiscono nuovamente per sbocciare e così via. La nostra aura curativa restituisce un’iniezione di allegria a ogni oggetto che ci circonda, anche inanimato, trasformando le traversate più veloci in un vero e proprio tripudio di colori ed effetti speciali.

Alla fine di ogni area, potremo infatti ammirare soddisfatti il nostro operato. È proprio lì che Lantern convince di più, nel farci cambiare opinione su una zona con una semplice aggiunta di texture, ennesima dimostrazione che non è il mondo a doversi trasformare, per far sì che si possa notare un miglioramento, ma l’idea che noi abbiamo di esso. Un po’ come accadeva in Okami o nel più recente reboot di Prince of Persia, esatto. Il fatto che il nostro viaggio sia ambientato durante il corso di un anno, tra l’altro, ci permette di respirare anche una certa aria di diversità man mano che passano le stagioni.

In fin dei conti il gioco riesce a reggersi anche così, facendo finta di rimescolare le carte in tavola utilizzando solo delle atmosfere diverse. Lo scopo resterà sempre e comunque il medesimo, ma è incredibile notare come l’opposizione di alcune tinte riesca comunque a illuderci che non sia così. Ahinoi, uno specchietto per le allodole che non “raggirerà” proprio tutti.

La nostra aura curativa restituisce un’iniezione di allegria a ogni oggetto che ci circonda, anche inanimato, trasformando le traversate più veloci in un vero e proprio tripudio di colori ed effetti speciali.

5 In conclusione

Lantern è un gioco indubbiamente difficile da consigliare a occhi chiusi. È particolare; così particolare che un cuore più leggero può trovare in lui un’esperienza emozionante capace di toccargli le corde dell’anima, mentre qualcun altro vedrà solo un semplice giochetto in cui far volare un pezzo di carta nella speranza che bruci il più in fretta possibile.

E non c’è neanche nulla di sbagliato. Se non vi piace, non sarete di certo bollati come mostri insensibili; siamo i primi ad ammetterlo, si può benissimo avere una certa sensibilità artistica e, allo stesso tempo, non riuscire comunque ad apprezzarlo. È forse questa la sua peculiarità più grande, il riuscire ad ammaliare esclusivamente quella tipologia di persone che, per motivi magari personali, finiscono per immedesimarsi nel dramma della povera e triste principessa.

Un gioco breve, a tratti anche ripetitivo, ma che nella sua semplicità rappresenta un vero e proprio inno alla gioia. Niente che possa cambiare una vita, soprattutto quella di chi – nella vera depressione – ci è piombato sul serio, ma resta comunque un dolce promemoria su una regola sacra, oggettiva e inossidabile: a volte, basta veramente poco per tornare a sorridere. Anche solo un po’.

Lantern - Launch Trailer (November 2016)

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7
lantern-recensione<b>PRO</b> Colorato e rilassante <br> Eccellente comparto grafico e sonoro <br> <b>CONTRO</b> Meccaniche di gioco semplici e un po' ripetitive <br> Breve

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