Il lancio di Star Wars Battlefront II lo scorso novembre 2017 è stato accompagnato da un polverone di polemiche.
Il putiferio si è scatenato durante l’open beta, pochi giorni prima del lancio. I giocatori hanno scoperto che il sistema di lootbox ideato da DICE con personaggi, classi e oggetti per il crafting avvantaggiava notevolmente chi pagava per acquistarle, trasformando il gioco di fatto in un pay-to-win.
Nonostante la decisione di rimuovere le microtransazioni prima del lancio, l’accoglienza del pubblico non è stata quella attesa.
Questo ha spinto Electronic Art a fare un passo indietro. Lo ha svelato il Vicepresidente Matt Bilbey in una intervista a Gameindustry.
“Ho creato un team interno con Patrick Soderlund dopo il lancio di Battlefront per ridefinire il processo di sviluppo e far si che i nostri team abbiano la giusta guida, la chiamiamo bussola morale di EA. All’inizio dello sviluppo definiamo i nostri servizi online, li testiamo sia noi che con i giocatori in grado di fornirci utili feedback“, ha spiegato Bilbey.
“Abbiamo lanciato il nostro gioco (Star Wars Battlefront II) lo scorso novembre e non abbiamo fatto le cose nel modo giusto. Invece di avere un lancio come pensavamo, abbiamo dovuto fare un passo indietro ed essere sicuri di dare ai giocatori ciò che veramente volevano“, ha aggiunto Bilbey.
Fonte: Gameindustry.biz