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Little Nightmares – la recensione

1 Tra incanto e paura

Dietro ogni favola c’è spesso un lato oscuro che adombra la storia narrata. Ne sono l’esempio calzante i racconti dei fratelli Grimm, ove la fantasia e la magia vengono talvolta eclissate da un diffuso senso di paura e orrore. L’importante però è, come in ogni storia, saper andare a fondo e destare in qualche modo l’attenzione del pubblico. Questo sembra averlo ben capito Bandai Namco, che mette sul palcoscenico di questa calda – videoludicamente parlando – primavera il nuovo platform 3D Little Nightmares, invero una fiaba grottesca che subito si fa notare grazie al piacevole stile artistico adottato dal team di sviluppo. Le sfumature horror sono ben evidenti e l’atmosfera un po’ dark si respira sin dalle prime battute del gioco, entrando in contrasto con l’idea di innocenza che trasmette la piccola protagonista dall’impermeabile giallo.

2 Agire di soppiatto e con intelligenza

Come dicevo, il titolo sviluppato da Tarsier Studios si mette in luce grazie alla direzione artistica e ai suoi effetti visivi. In un certo senso potremmo definire “burtoniano” lo stile di Little Nightmares anche se, volendo esser puntigliosi, si avvicina più a quello dei lungometraggi dello studio d’animazione LAIKA, come Coraline e ParaNorman. Il gioco segue il viaggio di una gracile creaturina di nome Sei, un folletto oserei dire, che dopo essere stata rapita viene fatta prigioniera su una sorta di resort subacqueo conosciuto come “Il Maw”. L’obiettivo è chiaramente quello di uscirne viva, evitando gli squilibrati e ostili dipendenti che vi abitano. Un’impresa tutt’altro che semplice: stiamo parlando infatti di un platform ricco di puzzle ambientali, senza la risoluzione dei quali è impossibile progredire. Mi sono dunque armato di tanta pazienza, cercando di farmi strada lungo i bui anfratti di quel luogo lugubre, attraversando alte scalinate, umide prigioni e insidiose cucine. Il gameplay è immediato e per prendere confidenza con i controlli ci vuole un attimo, ma richiede un minimo di abilità pad alla mano nelle fasi di platforming vere e proprie – per esempio quando bisogna effettuare salti previa rincorsa, cercando di aggrapparsi a una superficie distante.

Little Nightmares può contare su una narrazione non convenzionale.

A parte questo non c’è nulla di complicato nei comandi. Sei non ha armi e intorno a sé vede un mondo grandissimo. Le sedie sono alte, i letti sono alti e le maniglie delle porte sono alte. Tutto ciò su cui può fare affidamento è un piccolo accendino, che le consente di farsi luce nelle zone più buie e poco altro. Il resto vien giocando, nel senso che Little Nightmares introduce il giocatore con il giusto ritmo ai pericoli e alle insidie che gli si parano davanti. Le fasi platform, comunque, non vengono intervallate soltanto dagli intricati puzzle ambientali, ma anche da sequenze stealth. Non solo bisogna spostare sedie o aprire cassetti per raggiungere un interruttore utile a togliere la corrente, per esempio, ma spesso bisogna stare attenti a non farsi individuare da nemici o trappole. A un certo punto sono stato costretto a nascondermi da un grottesco cuoco che armeggiava in cucina, arrivando a capire che la strada migliore da prendere era quella che, strisciando sotto i tavoli, mi avrebbe condotto sulla cima degli scaffali. Il tutto evitando le bottiglie di vino e olio che, facendo rumore, avrebbero destato l’attenzione del bestione pronto a farmi diventare il suo prossimo pasto (o comunque a catturarmi).

3 Un platform inquietante

Il livello di difficoltà è crescente e la sfida si fa via via più dura con l’incedere degli enigmi. I puzzle mettono il giocatore davanti a situazioni che lo portano a pensare in modo creativo e riuscire a risolverne uno particolarmente ostico gratifica parecchio. Per esempio, mi sono trovato a dover spingere dei salumi in una macchina che produce salsicce al fine di utilizzarle come liana per raggiungere una superficie elevata. Arrivare a certe conclusioni non è sempre facile e può capitare di trovarsi smarriti per parecchio tempo in una stanza senza sapere cosa fare (magari qualche suggerimento facoltativo sarebbe stato gradito), pur avendo talvolta la soluzione sotto il naso. Ho cercato di aprire tutti i cassetti e afferrare ogni appiglio presente in una fredda camera delle prigioni capendo soltanto dopo diversi minuti che ogni superficie era stata messa lì per distrarre il giocatore, e che sarebbe bastato schiacciare una mattonella nascosta del pavimento per aprire la porta bloccata. Gli enigmi di Little Nightmares, in sostanza, sono fatti di interazioni elementari ma intelligenti.

Il gameplay è immediato e per prendere confidenza con i controlli ci vuole un attimo.

Per certi versi il gioco mi ha ricordato il bellissimo Inside, o Limbo, dove avevo la sensazione che l’efficacia degli enigmi aumentasse grazie allo stile dark, e a tratti spaventoso, con cui erano realizzati personaggi e ambientazioni. Mi spiego meglio. Nella sequenza della cucina, di cui ho parlato sopra, trovare il modo per progredire e raggiungere la stanza successiva non era semplice soprattutto per via della presenza del cuoco. Metteva tensione. Arrampicarsi sui tavoli o nascondersi dietro delle coperture erano azioni interrotte dalla costante indecisione di avanzare o restare sul posto ancora qualche secondo, al fine di non farsi beccare in flagrante: d’altro canto, vedere quel bestione affrettare un grosso pezzo di carne pronto per essere servito a cena lasciava intuire la fine che avrei fatto nel caso in cui mi avesse scoperto. Certo, non sto parlando di un livello di suspense e paura à la Outlast o Amnesia, ma il fatto di sentirsi impotenti per via della piccola statura di Sei davanti ai massicci dipendenti che popolano il Maw fa vivere una costante inquietudine. Il senso di ansia e disagio è amplificato in maniera sorprendente dalle immagini: corpi che pendono dai cappi, carni putride, armadi scricchiolanti e creature viscide arricchiscono con stile le cupe stanze e gli angusti corridoi, e la tensione nel cercare di evitare le grottesche creature che vogliono catturare la piccola protagonista è sempre palpabile.

4 Libera interpretazione

Little Nightmares può inoltre contare su una narrazione non convenzionale. C’è una storia e il giocatore è in grado di ricomporre nella propria testa il puzzle col procedere nel gioco, ma ognuno può trarre le proprie conclusioni e interpretare l’esperienza di Sei a modo suo. Proprio per questo motivo non sono presenti dialoghi di alcun tipo e chi gioca non è mai indotto a pensare che le cose siano andate in un certo modo piuttosto che in un altro. Non svelando apertamente alcuni risvolti, lo studio di sviluppo ha dato vita a un mondo che ho trovato sempre più misterioso, capace di incarnare perfettamente la paura infantile che vive il personaggio.

Little Nightmares è una fiaba grottesca dallo splendido stile artistico.

Questo rende più efficace la drammaticità, in un certo senso, dal momento che si è portati a immedesimarsi in Sei e a percepire le sue emozioni, tra le mille peripezie nel tentativo di fuggire dal Maw. Dal punto di vista grafico, ribadisco, il lavoro svolto da Tarsier Studios è grandioso e di fatto gli sviluppatori hanno consegnato al pubblico una vera gemma preziosa. Le location sono curate nei minimi dettagli e l’atmosfera tenebrosa che permea l’intera opera è spesso opprimente, influendo positivamente sul coinvolgimento. Pure il sonoro contribuisce a mettere un po’ d’angoscia al giocatore, con effetti sempre azzeccati in ogni situazione.

5 In conclusione…

Peccato che il gioco si finisca in una manciata d’ore (io ce ne ho messe 5-6), nonostante il rischio di rimanere fermi parecchi minuti sugli enigmi più difficili da sbrogliare. Non è dunque sbagliato dire che il team si sia concentrato più sulla qualità che sulla quantità; non di certo un difetto, ma una durata maggiore non avrebbe fatto che portare benefici all’intera esperienza. Riassumendo, Little Nightmares è un platform che dà subito all’occhio grazie all’impeccabile comparto tecnico, ma che riesce ad attirare l’utenza anche mediante un gameplay per nulla complicato, puzzle ben pensati e un’atmosfera coinvolgente. Consigliato non soltanto a coloro che apprezzano il genere, ma anche ai giocatori che cercano una storia intrigante, ricca di mistero e dalle tinte un po’ dark.

Little Nightmares - PS4/XB1/PC - Hide and Seek (7 minutes of Gameplay)

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.5
little-nightmares-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Comparto tecnico impeccabile. <BR> Grande atmosfera. <BR> Gameplay immediato. <BR> Puzzle e fasi stealth efficaci. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Sarebbe stata gradita qualche ora in più. <BR> Alcune sequenze richiedono una certa manualità. <BR>

1 commento

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