Mario + Rabbids Sparks of Hope Recensione (Switch): Un altro gioiello da Ubisoft Milano e Nintendo

Mario Rabbids Sparks of Hope Recensione Nintendo Switch 1

Sappiate che chi ha scritto questa recensione di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, voleva parlare SOLO di Rabbid Peach, ma le è stato detto che non era possibile fare una digressione di quaranta pagine esclusivamente su di lei. A parte gli scherzi, qui a GameTime non vedevamo l’ora di mettere mano sull’attesissimo sequel di Mario + Rabbids: Kingdom Battle, l’ormai iconico strategico a turni che vide riuniti personaggi come Mario e Bowser di Nintendo con i folli Rabbids di Ubisoft.

In questi anni, i fan del gioco hanno manifestato il desiderio di avere maggiore libertà e possibilità di personalizzare il battle team e, intelligentemente, i ragazzi di Ubisoft Milano hanno colto la palla al balzo per tentare, già dalla seconda iterazione, un’evoluzione della propria creatura videoludica in qualcosa di più elaborato ed espanso.

Sarà proprio questa verso qualcosa di più grande che ha, forse, determinato la scelta di ambientare le avventure di Sparks of Hope nello spazio. Eh si, questa volta la mappa di gioco è infatti composta da ben cinque pianeti. In ognuno di essi lo strambo team di eroi sarà chiamato ad esplorare ogni recesso e intervenire in aiuto degli abitanti, minacciati da un’oscura presenza denominata Cursa e dal suo Oscutiferio: una sorta di melma nera che soffoca l’energia vitale dei pianeti che infetta come un virus.

La trama si dipana attraverso brevi cutscene ottimamente animate e trasuda di quella leggerezza narrativa che ha fatto le fortune della stessa Nintendo. Sia ben chiaro, leggerezza non significa scarsa cura o poca profondità, ma semplicemente che la sceneggiatura di questo Mario + Rabbids: Sparks of Hope spinge con fanciullo entusiasmo alla prosecuzione dell’avventura, senza scadere nel melenso.

Dirvi di più della trama non avrebbe alcun senso, vuoi perché segue gli archetipi del viaggio dell’eroe e vuoi perché c’è un plot twist legato a un Rabbids che vogliamo lasciarvi nascosto.

Mario Rabbids Sparks of Hope Recensione Nintendo Switch 5

Artisticamente il gioco risulta essere curatissimo in ogni suo aspetto, e ogni pianeta è profondamente caratterizzato in base al biotopo di riferimento: avremo distese di neve e ghiaccio, lussureggianti colline e ambientazioni industriali, ma sempre con quel tocco cartoonesco che ha caratterizzato il primo capitolo di Mario + Rabbids.

Anche i nemici che ritroveremo sia in giro per la mappa che durante gli scontri in battaglia sono diversificati per ogni pianeta. Anche il comparto sonoro resta di qualità eccelsa, e accompagna il procedere dell’avventura con una buona varietà. Insomma, nulla è stato lasciato al caso sia da un punto di vista estetico che narrativo.

Da un punto di vista tecnico, il gioco risulta essere granitico nel framerate e non presenta nessuna sbavatura o problema di sorta.

Mario Rabbids Sparks of Hope Recensione Nintendo Switch 7

Arriviamo a quello che è il centro nevralgico di tutto Mario + Rabbids: Sparks of Hope, ovvero il gameplay. Precisiamo che il gioco non è open world, ma si compone di mappe diverse tra loro, rappresentate da pianeti, raggiungibili in ogni momento grazie all’ausilio di una navicella spaziale. Ogni ambientazione è liberamente esplorabile, avvicinandosi più al concetto di open map rispetto al predecessore, che rappresentava un’esperienza ludica fortemente guidata.

Ovviamente sono presenti vari minigiochi, come gare di pesca e raccolte di monete temporizzate. Inoltre, anche il solo raggiungere i dungeon presenta spesso una serie di piccoli enigmi e puzzle ambientali da dover risolvere. Nulla di particolarmente complesso, ma sono di buona concettualizzazione e offrono un diversivo al loop ludico generale. Per chi non vuole perdere tempo, tutte le missioni sono prontamente segnalate nella mappa e caratterizzate da simboli specifici per ogni tipologia di sfida, dalle principali alle varie secondarie.

A questa mole di contenuto bisogna aggiungere anche gli incontri-scontri con i diversi nemici che vagano erraticamente per gli ambienti di gioco.

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Il combat system resta nei suoi fondamentali quello del primo capitolo, ma con evidenti cambiamenti. Le armi sono state rivoluzionate e non sono più acquistabili: ogni eroe ha la sua personale. Per esempio Mario ha due blaster che possono colpire fino a due bersagli contemporaneamente, e Rabbid Luigi dispone di un frisbee che può centrare più nemici alla volta. Luigi, il cecchino del gruppo, possiede un’azione chiamata Sguardo d’Aquila che gli permette di scoccare un colpo aggiuntivo, e ha un passiva che in caso di attacco dalla lunga distanza gli fa guadagnare un bonus danno in più. In buona sostanza, è un sistema di combattimento che si fonda sulle specificità di ogni personaggio.

A tutto questo vanno aggiunti gli Sparks: sono letteralmente delle stelline che possiamo equipaggiare secondo le nostre necessità (fino a due per Eroe) che non fanno altro che aggiungere ulteriore complessità e stratificazione al combat system. Grazie a questi simpatici aiutanti si potranno amplificare caratteristiche o inserire attributi elementali come fuoco, elettricità o veleno a ogni singolo personaggio. Anche loro possiedono effetti attivi e passivi e possono essere potenziati, nutrendoli di astroschegge o astropozioni.

Va da sé, quindi, che anche i nemici siano connotati da resistenze e debolezze che possono essere analizzate prima di iniziare ogni battaglia, con l’ausilio del robottino Beep-O e la sua visuale tattica. Con essa possiamo contare quanti avversari siano presenti sul campo di battaglia, le loro caratteristiche d’attacco/movimento e tutti i punti deboli.

Mario Rabbids Sparks of Hope Recensione Nintendo Switch 3

Anche la meccanica di movimento è stata rielaborata, dando l’addio all’originale sistema a griglie per dare spazio alla libertà di spostamento all’interno della propria area di influenza, rendendo questo elemento ancor più intuitivo e di facile approccio. Ma sia ben chiaro, non per questo significa che il gioco sia diventato più semplice, perché ci si rende subito conto che il calcolare le distanze o anche il solo posizionamento dietro ad una colonna diventa ancor più importante.

Di contro però il nuovo sistema offre il fianco a quella che è una limitazione dell’IA nemica, che in buona sostanza funziona ancora con il vecchio sistema e non sempre riesce a rispondere al nuovo assetto presente in Sparks of Hope. Ovviamente è ancora possibile eseguire il salto team o utilizzare dei pulsanti appositi, elemento rielaborato dal DLC con Donkey Kong, per raggiungere aree più lontane.

Mario Rabbids Sparks of Hope Recensione Nintendo Switch 4

A questo punto, non possiamo che parlare della caratteristica che i fan hanno richiesto a gran voce, ovvero la possibilità di comporre liberamente il proprio party, a esclusione di pochissime battaglie obbligatorie. Se da una parte non possiamo che esserne contenti, dall’altra c’è il rovescio della medaglia. La possibilità di costruire party espone il giocatore al rischio concreto di avere team assolutamente devastanti che spazzano via, in pochissime mosse, qualunque tipo di ostacolo gli si frapponga durante le battaglie.

Un aspetto che sicuramente sarà stato considerato dagli sviluppatori nel momento in cui hanno deciso di accordare questo tipo di libertà ma che solo in parte, o comunque in modo incostante, sono riusciti a tamponare attraverso la gestione dell’avanzamento di gioco. Proprio questo risulta essere il vero e unico difetto di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, ovvero la gestione del bilanciamento di gioco, che assume un profilo che potremmo definire erratico.

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Prima di approfondire questo aspetto dobbiamo però chiarire come si articolano le varie battaglie. Il gioco presenta battaglie classiche in cui si devono eliminare tutti i nemici, altre prevedono l’uccisione solo di una determinata categoria o un certo quantitativo di avversari. Altre si sostanziano in una sorta di ruba-bandiera ante litteram, o nel riuscire a sopravvivere a tot di turni. Tutte queste opzioni di scontro si intersecano egregiamente tra loro, senza mai stancare o incappare in ripetitività situazionali.

Ciononostante, questo complesso ludico si piega a un bilanciamento che nei primi tre pianeti mostra il fianco a una facilità di risoluzione piuttosto evidente e, in alcuni casi, a una vera e propria perdita di tempo in occasione di scontri occasionali in giro per la mappa. Al contrario, gli ultimi pianeti subiscono un ribilanciamento grazie ad alcune accortezze assolutamente intelligenti da un punto di vista del design, come l’inserimento di alcune tipologie di nemici particolarmente insidiose; oppure all’aumento dello spawn dei nemici, che abbiamo trovato però, in certi frangenti, non propriamente onesto.

Questa ricalibrazione ludica effettuata dagli sviluppatori mette un necessario freno al sistema di composizione libera del team di Eroi ma, sebbene gestita con un certo mestiere, risulta essere un intervento piuttosto tardivo rispetto all’intera durata dell’esperienza di gioco. La sensazione generale che abbiamo avuto è che gli sviluppatori abbiano voluto dare quante più possibilità ai giocatori meno avvezzi al genere dello strategico di fare del proprio e vero farming, considerando anche che il gioco presenta un PEGI rivolto anche a un pubblico più giovane.

In buona sostanza, Mario + Rabbids: Sparks of Hope non può essere definito un “gioco rotto” ma semplicemente un titolo che ha un andamento del bilanciamento non perfettamente incrementale determinato, probabilmente, della mole dei contenuti presenti in game.

Mario Rabbids Sparks of Hope Recensione Nintendo Switch 10

In conclusione, riteniamo Mario + Rabbids: Sparks of Hope un ottimo gioco, grazie alla superba gestione tecnico-artistica e di design. Correndo dei rischi di cui non si potevano conoscere gli esiti, gli sviluppatori hanno dimostrato di saper rimescolare le carte in tavola gettate dal primo capitolo Kingdom Battle con grande intelligenza, cura e mestiere.

Sebbene poi siano riusciti a recuperare le fila del bilanciamento, crediamo che fosse necessario apportare modifiche all’equilibrio di gioco prima di quanto non abbiano fatto, per garantire una curva della difficoltà più stabile. Per questa ragione non possiamo assegnare un punteggio ancora più alto, ma lo riteniamo un gioco di grandissima qualità e lo consigliamo vivamente a tutti i giocatori su Nintendo Switch.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8.5
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