Il perché delle scelte tecniche
La GPU di PlayStation 4 Pro è derivata dall’architettura Polaris di AMD, ma include alcune caratteristiche che nella versione standard di Polaris non sono presenti e che arriveranno solo con future GPU AMD. Oltre a queste ci sono poi delle funzionalità specifiche richieste da Mark e dal team che ha sviluppato PlayStation 4 Pro. “Servono a rendere più efficiente il rendering per il supporto alla risoluzione 4K oppure a PlayStation VR”.
Per la CPU si è rimasti sulla stessa architettura Jaguar a 8 core, qui l’unico cambiamento è rappresentato dalla frequenza, salita da 1.6 a 2.1 GHz (un 31% in più), grazie al miglioramento dei processi produttivi.
La memoria GDDR5 ha ricevuto un incremento di frequenza del 24%, passando da 176 a 218GB/sec di banda passante. Ci sono sempre 8GB, a cui però si aggiunge 1GB extra di memoria DDR3, necessaria per liberare la memoria principale dalle applicazioni “parcheggiate”, liberando inoltre spazio extra per la gestione di risoluzioni più elevate.
Mark ci spiega il perché di questa scelta: “Quando su PlayStation 4 si passa da un gioco a un’applicazione come Netflix, l’applicazione viene aperta senza chiudere il gioco, mantenendola in una porzione di memoria riservata allo scopo”. In questo modo è possibile passare rapidamente dal gaming alla visione di film. Ma su PlayStation 4 Pro c’è anche da gestire un’interfaccia utente in 4K. E poi i giochi in 4K, lo streaming di video in 4K… “Ci servivano circa 300/400 MB di memoria in più” dice Mark. “Però non volevamo spingerci più in là di un aumento del 10% della RAM complessiva”.
Prendete la console, trasferite i vostri giochi da PS4 e questi funzioneranno senza problemi.
Un GB extra di memoria DDR3 torna molto utile: “Spostando le applicazioni come Netflix sulla memoria più lenta” – spiega Mark – “siamo riusciti a liberare circa 1GB di memoria GDDR5”. La metà viene usata per i giochi, che ora possono usare effettivamente 5,5GB di memoria invece di 5. Buona parte del resto invece serve a gestire l’interfaccia utente in 4K.
Un aumento significativo della quantità di RAM o il passaggio a un nuova architettura di CPU avrebbero creato quella “discontinuità” che si voleva evitare in ogni modo. Con più RAM e una CPU diversa PlayStation 4 Pro sarebbe stata, a tutti gli effetti, una console di nuova generazione.
“Ma sarebbero sorti anche altri problemi”. Mark menziona la compatibilità: “Passando a una nuova CPU, per quanto compatibile a livello binario e ammettendo di risolvere problemi tecnici come consumi e dissipazione, non avremmo avuto garanzie di una perfetta retrocompatibilità, che per noi era cruciale”. Poi c’è il discorso dei supporti fisici: “Con molta più memoria da utilizzare la capacità degli attuali Blu-ray potrebbe non bastare. Bisognerebbe pubblicare i giochi su più dischi oppure ricorrere a un formato differente” – ci spiega Mark – “Anche copiarli su hard disk potrebbe non essere la soluzione, se i caricamenti dovessero diventare troppo lunghi!”.