Gli Avengers, gli eroi più potenti della Terra, li abbiamo ammirati sul grande schermo in quello che nell’ultimo decennio è diventato il Marvel Cinematic Universe, con decine di film che hanno rilanciato i fumetti e dato una popolarità incredibile ad una realtà tutto sommato ancora di nicchia. Dopo la Infinity War Saga, quindi, le aspettative su questo Marvel’s Avengers di Square Enix erano decisamente alte, nonostante una campagna pubblicitaria non del tutto riuscita.
Fin dal primo gameplay trailer all’E3 2019, infatti, il titolo ha esposto il fianco a delle potenziali criticità. In parte per un gameplay dal feeling apparentemente un po’ troppo guidato, e in parte per un design dei protagonisti poco convincente. La Beta giocabile, poche settimane fa, era riuscita a fugare qualche dubbio, alzandone però allo stesso tempo altri su una componente tecnica che stentava sotto diversi punti di vista.
Non esattamente una strada tranquilla quella di Marvel’s Avengers prima del lancio, insomma, che si è dimostrato infine essere un titolo rivolto per lo più ai fan della “Casa delle Idee”.
La campagna single player è infatti ricchissima di momenti “super”, spaziando da scene ricche di pathos fino a semplici scambi di battute tra i protagonisti che rivelano una dolcezza inaspettata, o dettagli sorprendenti in personaggi che, perfino nelle pellicole del MCU, non sono stati adeguatamente rappresentati.
Da questo punto di vista, il lavoro fatto su Marvel’s Avengers è meraviglioso, e inquadra alla perfezione il carattere dei vari personaggi. Perfino Miss Marvel, apparentemente fuori posto in un team di eroi navigati ed in piena crisi esistenziale, si incastra benissimo, con quella sua scintilla di entusiasmo ed innocenza, motivando e riunendo uno alla volta gli Avengers.
Man mano che la trama andrà avanti avremo modo di vestire i panni di ogni Vendicatore, e di sperimentare con le varie abilità, anche se purtroppo non tutti i personaggi hanno ricevuto lo stesso trattamento. Se Iron Man infatti avrà diversi momenti epici, tra sovraccarichi dell’armatura e voli ad alta quota, altri eroi come Thor troveranno poco spazio nel corso della narrazione.
Ma abbiamo detto “spazio”, attenzione, non “qualità”: il Thor di Crystal Dynamics infatti è fedelissimo alla controparte fumettistica e alla sua atmosfera nordica e divina, più di quello cinematografico. I fan Marvel, vero target del titolo, non dovranno quindi temere situazioni alla Natale ad Asgard (conosciuto anche come Thor: Ragnarock).
Il problema, semmai, è proprio il contrario: saranno i giocatori non appassionati al mondo Marvel a trovare pochi motivi per cimentarsi col titolo. La componente multiplayer infatti non è delle più ispirate, e già dopo poche ore di partite online, il gioco si farà ripetitivo.
Per quanto i vari personaggi siano abbastanza diversificati, le interazioni tra compagni sono praticamente minime, e anche gli scontri più impegnativi non richiederanno una grande coordinazione. I livelli sono infatti estremamente ripetitivi, e consisteranno nel ripulire una stanza dietro l’altra fino al raggiungimento del capolinea, o nel mantenere il controllo di alcune zone mentre si resiste all’attacco dei nemici.
Fanno eccezione i Depositi Shield, dove sarà necessario attivare una serie di terminali in sequenza per sbloccare una cassaforte, richiedendo così uno sforzo mentale leggermente superiore. Mancano però gli stimoli sul medio e lungo termine: una volta completate le varie tipologie di missioni non rimarrà un granché da fare, e il gameplay non si dimostra abbastanza vario e coinvolgente da poter tenere il giocatore ancora sullo schermo.
Senza una storia concreta a sostenere il multiplayer, si perderà facilmente la percezione di vestire i panni di un super eroe, scadendo velocemente in una sorta di “kill ’em all” dove dovremo solo buttarci nella ressa ed eliminare tutti i nemici.
Il titolo, infatti, per quanto abbia una buona componente GDR, ha un nucleo fondamentalmente action, fatto di scazzottate con robot e criminali. Le combo e le capacità dei singoli eroi verranno sbloccate salendo di livello e spendendo adeguatamente i punti abilità, ma solo le capacità risulteranno realmente diversificate.
Le combo sono infatti piuttosto semplici e basilari, senza intrecci di sequenze particolari che alternino attacchi leggeri e pesanti. Ciononostante, il passaggio tra combo diverse non è mai così marcato, e risulta estremamente fluido ed intuitivo, con attacchi ben precisi e facili da memorizzare.
Le mosse eroiche, invece, potranno essere personalizzate grazie alle specializzazioni, arrivando a modificarne totalmente l’effetto e l’uso. L’Uniraggio di Iron Man, ad esempio, potrà essere trasformato da un singolo attacco prolungato ad una serie di brevi attacchi, tra di loro indipendenti; mentre un attacco dalla distanza come il Morso di Black Widow potrà diventare un pugno elettrico.
Anche gli attacchi a distanza di alcuni eroi hanno una certa versatilità (grazie a diverse modalità di fuoco), e avremo quindi modo di modificare e giocare il nostro eroe preferito nel modo che più ci aggrada.
Oltre a sbloccare nuove abilità, salire di livello permette anche di usare equipaggiamento migliore, fondamentale per specializzare un eroe. Gli oggetti si troveranno casualmente e, allo stato attuale, non sarà possibile modificarli o “ritirarne” le caratteristiche, così da potersi costruire i potenziamenti desiderati.
Con la frequenza con cui li otterremo, però, ci ritroveremo più spesso a smantellarli per fare spazio nell’inventario che ad interrogarci sull’efficacia del cambio di valori. Ciò rende quasi del tutto inutile la presenza dei due mercanti presenti negli avamposti, data l’estrema abbondanza di oggetti e la loro rapida sostituzione con controparti decisamente migliori.
In ogni caso, non dovremo temere di rimanere ore nei menu a gestire e confrontare due diversi reattori ARC per capire quale sia il migliore: se le statistiche non ci piacciono, basterà premere un tasto per equipaggiare automaticamente tutti gli oggetti coi valori più alti. Un’idea semplice quanto utile, che evita di spezzare eccessivamente il ritmo di gioco.
Sul versante tecnico sono diversi i problemi che accompagnano Marvel’s Avengers, in particolare nella versione console (lo abbiamo giocato su una Playstation 4 base). Il pop-up delle texture è praticamente una certezza nei cambi di scena, e a volte permane una versione a bassa definizione dei personaggi per tutta la durata dei filmati, diventando oltremodo irritante in quei momenti che dovrebbero invece essere narrativamente importanti.
Nelle situazioni più concitate, soprattutto nei combattimenti, è invece il framerate a soffrire, con cali vistosi e dalla durata piuttosto consistente, arrivando a diventare faticoso per la vista. Come nella Beta, abbiamo riscontrato poi alcuni problemi legati all’audio: dialoghi mancanti, sottotitoli che scompaiono quasi istantaneamente e cambi di lingua improvvisi. Nulla che faccia bene alla narrazione.
Il matchmaking, in parte migliorato rispetto alla demo, ha ancora bisogno di essere messo a punto, data l’estrema difficoltà nel racimolare più di uno o due giocatori. Arrivare ad un team completo è un’impresa quasi impossibile senza un gruppo di amici, ma “fortunatamente”, dato il livello di complessità delle missioni, non è nemmeno necessario.
Tecnicamente c’è quindi ancora bisogno di ben più di una semplice limatura dei difetti, che sono così frequenti ed estesi da impattare tanto sulla componente online quanto sulla campagna per giocatore singolo, unico vero pregio del titolo.
Questo Marvel’s Avengers potrebbe rappresentare uno dei primi mattoncini di qualcosa di più grande e ambizioso, un po’ come lo sono stati i primi film del Marvel Cinematic Universe. Le potenzialità ci sono tutte, sia nel breve che nel lungo termine, ma l’ambizione, purtroppo, non sempre è sufficiente a realizzare grandi cose.
Allo stato attuale, siamo davanti ad un discreto gioco d’azione, ottimo per i fan dei super eroi, ma afflitto da diversi difetti e da alcune serie problematiche, sia di design che tecniche. La possibilità che le cose vengano migliorate c’è, ma data la base di partenza il lavoro non è né poco né semplice.
Ciò non vuol dire che ci troviamo di fronte ad un titolo terribile, tutt’altro: la storia è infatti davvero ben fatta, e ricchissima di dettagli per gli amanti dei Vendicatori (comprese le copertine di alcuni fumetti iconici). Ma c’è poca carne al fuoco per i non appassionati. Manca il motivo, insomma, per far amare il titolo anche a tutti gli altri possibili giocatori. Almeno per ora.