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Mass Effect Andromeda – La Recensione

1 L’alba di una nuova era

Correva l’anno 2007 quando la beneamata BioWare si affacciava al mondo dei giochi sci-fi con un nuovo e interessante titolo chiamato Mass Effect Andromeda. Un viaggio inizialmente cominciato come esclusiva Xbox 360 ma che presto avrebbe abbracciato ogni genere di piattaforma per accogliere la sempre più grande community di giocatori che pretendeva una chance di calarsi nei panni del comandante Shepard, forse uno dei migliori protagonisti videoludici degli ultimi tempi. L’avventura si sarebbe poi evoluta in una trilogia, ricca di DLC e contenuti aggiuntivi, come anche romanzi firmati da autori noti nel settore videoludico. Perdonatemi il gioco di parole ma eravamo letteralmente davanti alla nascita di un fenomeno di massa a tutti gli effetti. Oggi, a distanza di ben 10 anni, questo viaggio continua ma allo stesso riparte da zero con Mass Effect Andromeda, un prodotto che BioWare ha chiaramente destinato non solo ai vecchi fan ma anche alla speranza di reclutare nuovi adepti. Una sorta di proselitismo ludico che però pare aver funzionato a metà, suddividendo la community in due differenti fazioni (come spesso accade con i sequel di qualsiasi tipo). Da una parte abbiamo quindi chi sembra apprezzare largamente il “nuovo inizio”, dall’altra invece c’è chi storce il naso davanti a un prodotto che ritiene addirittura raffazzonato a causa di errori decisamente evidenti e non trascurabili.

2 La storia prosegue, il viaggio ricomincia

In Mass Effect Andromeda ci troviamo davanti a un vero e proprio “reboot” della storia che abbiamo imparato ad apprezzare nella vecchia trilogia. Partendo dalla stessa galassia che ha dato i natali al buon comandate Shepard e tutta la sua crew di fedeli amici, partiamo per un viaggio lungo centinaia di anni verso Andromeda, un luogo inesplorato ed esageratamente lontano che però potrebbe aiutare ogni razza della Via Lattea a trovare una nuova casa, nuovi sogni e ambizioni.
Nostro alter-ego virtuale è uno dei due gemelli Ryder, colonizzatori scelti della nuova e misteriosa galassia, veri e propri pionieri e guide per migliaia di altre anime che han deciso di abbandonare ogni comodità per intraprendere un’avventura incredibile ma altamente rischiosa.
L’impatto, fin dai primi istanti di gioco è duplice. Da una parte ritroviamo infatti l’atmosfera del primo Mass Effect: mistero, curiosità e voglia di esplorare si fondono in un mix eccezionale di emozioni che riescono ad appagare ogni amante dello sci-fi videoludico; dall’altra ci si parano però davanti i primi evidenti problemi: una grafica decisamente limitata per un prodotto uscito dopo giochi come Horizon Zero Dawn e linee di dialogo che appaiono subito scontate, con battute che scivolano i cliché che riescono anche a far ridere, ma che allo stesso tempo spezzano la magia di questa nuova avventura.
Dopo le prime ore di gioco, la trama di Mass Effect Andromeda comincia addirittura ad acquisire dei connotati già visti, troppo poco originali per un team come quello di BioWare, che evidenziano molto bene l’emorragia di sviluppatori e scrittori che in questi ultimi anni ha fatto soffrire non poco la società sviluppatrice.
A far da cornice a tutti gli eventi ritroviamo però alcuni elementi di fondo che hanno così ben caratterizzato la precedente trilogia e che ci aiutano a rientrare nella parte, non trovarci troppo spiazzati dinnanzi al “nuovo mondo”. Una scelta intelligente da parte degli sviluppatori, che riescono così a portare la partita tra le mura del proprio stadio, riuscendo a gestirla meglio di quel che potrebbe sembrare in apparenza. Tra questi, per fare un piccolo esempio senza troppi spoiler, troviamo il Nexus, un luogo che ci ricorderà da vicino la cara Cittadella ma che al suo interno ospiterà molti elementi aggiuntivi, un insieme di feature gestionali che rendono il gioco estremamente interessante sotto questo punto di vista e ci affidano le redini di tutta la galassia di Andromeda.

3 Tante, vecchie novità

A un primo impatto, il gameplay di Mass Effect Andromeda ci mette subito a nostro agio. Vengono riprese molte delle feature dei vecchi capitoli della saga, come a esempio la scelta della classe, ma anche elementi quali il combattimento vero e proprio risultano molto familiari e in grado di essere padroneggiati in men che non si dica da tutti i fan della IP di BioWare. Ci sono addirittura molte delle vecchie armi ad attenderci, come il fucile di precisione Black Widow che ci spronerà presto a spendere più di un punto nel relativo ramo di talenti legato a quella tipologia di armi. Le scelte tuttavia sono molteplici e potremo anche effettuare degli interessanti mix tra alcune delle abilità di ogni classe, realizzando in breve tempo il nostro “supersoldato” personale.
Dal passato vediamo invece tornare alcune feature molto apprezzate da molti fan, come la possibilità di scendere su quasi ogni pianeta della galassia ed effettuare delle ricognizioni a bordo del Nomad, mezzo da sbarco che strizza l’occhio all’ormai pensionato Mako. In tal proposito, è bene sottolineare come uno degli elementi più importanti di questo nuovo titolo sia proprio l’esplorazione planetaria. Ogni pianeta sul quale sbarcheremo ci offrirà particolari caratteristiche geofisiche, la possibilità di dar vita a degli avamposti che in seguito ci forniranno punti da spendere nella gestione di tutta Andromeda dalla nostra base primaria reificata nel Nexus e, ultimo ma non per importanza, tantissimi chilometri di spazi aperti, “dungeon” e aree da scoprire con nemici, segreti e missioni da affrontare.
A rovinare il nostro bel soggiorno galattico vi sarà ovviamente l’ennesima razza aliena formata da belligeranti individui ansiosi di portare la loro “pax” tra tutte le stelle del creato, i Kett. Anche in questo caso qualcosa di già rivisto, ma comunque realizzato in maniera opportuna e dotato di un background ben sviluppato. Per il resto c’è poco da poter rivelare a cuor leggero. L’intreccio tra le varie feature e la trama di fondo che ci accompagnerà per tutta la durata del gioco è ben radicato e costellato da moltissimi spoiler che sarebbe un peccato rivelare prima del tempo. La maggior forza di Mass Effect Andromeda, e forse l’unico motore in grado di spingerci fino alla conclusione, è proprio quello dei tanti colpi di scena che regolarmente ci porteranno a dire “un’altra mezz’oretta e poi stacco”.

4 Problemi? Sì, quanto basta

Ahimè, Mass Effect Andromeda è tutt’altro che un prodotto realizzato in maniera eccellente. Lo sviluppo, travagliato e caratterizzato dai sopraccitati addii di personalità importanti all’interno di BioWare, si mostra come fondamentalmente incompleto.
Il pandemonio scaturito dalle animazioni dei personaggi ne è un semplice esempio. Al giorno d’oggi è impensabile che una società grande ed esperta come quella di BioWare possa pubblicare un prodotto del genere, dove ogni dialogo e primo piano evidenzia animazioni facciali completamente da dimenticare (ma che prima o poi saranno migliorate, ha già affermato il team). Laddove la bellezza  dei pianeti riesce a stupirci con panorami eccezionali e apparentemente sconfinati, i luoghi chiusi, come anche le scene di intermezzo situate nello spazio a bordo della “nuova Normandy”, la Tempest, presentano una grafica che non riesce minimamente a sfruttare il potenziale dell’engine Frostibite e che, anzi, ci conduce verso frequenti cali di framerate nelle scene più “affollate” con relativi ritardi nel caricamento di ogni NPC presente nell’area attraversata.
Altra nota dolente è data poi dalla pochezza dei dialoghi e dall’aver esageratamente sottovalutato il nuovo sistema di dialogo che avrebbe dovuto invece concedere una maggiore personalizzazione della personalità del nostro nuovo eroe. Le scelte andranno ovviamente a influenzare il futuro della trama ma solo in alcuni rari casi, tutti gli altri nostri interventi nei dialoghi saranno invece un puro contorno del tutto quasi del tutto trascurabile.
Se da una parte BioWare sembrava essere riuscita a recuperare molto con Dragon Age Inquisition, soprattutto dopo il molto criticato Dragon Age 2, ora pare essere tornata sui suoi passi, vittima forse di troppi cambi da parte del timoniere o delle pressioni di elementi esterni.

5 Conclusioni

Mass Effect Andromeda è un prodotto valido, relativamente. Per giungere a questa non facile conclusione bisogna però chiudere gli occhi dinnanzi a tutti i pregi e i difetti finora evidenziati. Con questo nuovo titolo, BioWare vuole, anzi, deve risorgere e gettare nuovamente le fondamenta per un nuovo inizio concedendo a tutti gli interessati non meno di una quarantina di ore di gioco solo per affrontare l’intrigata trama principale. Mass Effect Andromeda può essere visto come una metafora in questo ambito. Un reboot che prende i toni di remake, un nuovo punto di partenza per un team che deve imparare a conoscersi di nuovo, prendere dimestichezza e darsi il tempo di sbagliare e correggersi. Da fan di Mass Effect e BioWare stessa sento la necessità di criticare questo prodotto in quanto non conforme alla solita eccellenza alla quale eravamo abituati, eppure, d’altro canto, dobbiamo anche metterci nei panni di chi ha così duramente lavorato per ricominciare dall’inizio. Il voto assegnatogli vuole quindi premiare l’impegno ma anche criticare la realizzazione, così da spronare gli sviluppatori a continuare a lavorare e non arrendersi alle prime battute d’arresto.

MASS EFFECT™: ANDROMEDA – Official Launch Trailer

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.5
mass-effect-andromeda-la-recensione<strong>PRO</strong><br> Un nuovo inizio per BioWare e la saga <br> Gameplay e sistemi di gioco intuitivi e familiari <br> Tantissimi colpi di scena <br> <strong>CONTRO</strong><br> Grafica decisamente sotto le aspettative <br> Dialoghi scarni e prevedibili <br> Molta trama "riciclata" <br>

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