Problemi? Sì, quanto basta
Ahimè, Mass Effect Andromeda è tutt’altro che un prodotto realizzato in maniera eccellente. Lo sviluppo, travagliato e caratterizzato dai sopraccitati addii di personalità importanti all’interno di BioWare, si mostra come fondamentalmente incompleto.
Il pandemonio scaturito dalle animazioni dei personaggi ne è un semplice esempio. Al giorno d’oggi è impensabile che una società grande ed esperta come quella di BioWare possa pubblicare un prodotto del genere, dove ogni dialogo e primo piano evidenzia animazioni facciali completamente da dimenticare (ma che prima o poi saranno migliorate, ha già affermato il team). Laddove la bellezza dei pianeti riesce a stupirci con panorami eccezionali e apparentemente sconfinati, i luoghi chiusi, come anche le scene di intermezzo situate nello spazio a bordo della “nuova Normandy”, la Tempest, presentano una grafica che non riesce minimamente a sfruttare il potenziale dell’engine Frostibite e che, anzi, ci conduce verso frequenti cali di framerate nelle scene più “affollate” con relativi ritardi nel caricamento di ogni NPC presente nell’area attraversata.
Altra nota dolente è data poi dalla pochezza dei dialoghi e dall’aver esageratamente sottovalutato il nuovo sistema di dialogo che avrebbe dovuto invece concedere una maggiore personalizzazione della personalità del nostro nuovo eroe. Le scelte andranno ovviamente a influenzare il futuro della trama ma solo in alcuni rari casi, tutti gli altri nostri interventi nei dialoghi saranno invece un puro contorno del tutto quasi del tutto trascurabile.
Se da una parte BioWare sembrava essere riuscita a recuperare molto con Dragon Age Inquisition, soprattutto dopo il molto criticato Dragon Age 2, ora pare essere tornata sui suoi passi, vittima forse di troppi cambi da parte del timoniere o delle pressioni di elementi esterni.