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Master of Orion – La Recensione

1 Il ritorno di un classico del genere 4X

Correva l’anno 1993 quando il primo e originale Master of Orion si affacciò sul mercato del mondo videoludico proponendo una versione totalmente sci-fi del celeberrimo Civilization. Sullo stesso modello di base utilizzato da grande Sid Meier, conosciuto semplicemente come genere “4X” (eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate), i suoi sviluppatori avviavano così quella che sarebbe divenuta in pochi anni una delle saghe più amate dai gamer affezionati agli strategici/gestionali a turni.
Ora, ben 23 anni dopo, Master of Orion torna, mantenendo la sua consueta veste, grazie allo sforzo di Wargaming.net, azienda russa nota per un genere di videogiochi totalmente differente ma del tutto intenzionata a riportare in auge il marchio tanto apprezzato negli anni ’90.

2 La galassia è sulla cintura di Orione

Fin dai primi momenti, il nuovo Master of Orion vuole strizzare l’occhio a tutti coloro che giocarono i precedenti tre capitoli anni orsono, ripresentando un’interfaccia grafica sobria, senza troppi fronzoli e molto funzionale. Come accade per la maggior parte dei giochi di questa categoria, prima dell’avvio di una nuova partita vi è la necessità di impostare vari parametri, tra i quali il numero di avversari, le condizioni di vittoria, il grado di sviluppo tecnologico iniziale, l’anzianità della galassia che andremo a popolare e così via. Interessante è senza dubbio la possibilità di creare una propria razza, evitando così di selezionare per sé una delle 11 disponibili, ognuna delle quali dotata di bonus, malus ed eccellenze uniche per la sua particolare specie. Nella scelta abbiamo a nostra disposizione insettoidi alieni dotati di un’esagerata capacità riproduttiva, xenomorfi hi-tech totalmente votati al progresso tecnologico, guerrieri spaziali che potrebbero far impallidire il Krogan più scorbutico e, chiaramente, i nostri discendenti umani, ormai assurti al cielo per conquistare le stelle.

Uno degli elementi più peculiari di Master of orion è la possibilità di scegliere la propria razza.

Come sempre in questi casi, il gioco comincia concedendo al giocatore un solo pianeta, una colonia iniziale situata in uno dei tantissimi sistemi solari che compongono la galassia che ospiterà la partita che andremo a giocare. Attraverso un classico pannello riassuntivo, simile a quello già visto in ogni Civilization, è possibile gestire l’insediamento planetario decidendo come sfruttare la forza lavoro distribuendo la popolazione tra sviluppo tecnologico, produzione di cibo e produzione industriale, assegnare la costruzione di nuovi edifici o unità e visionare le caratteristiche del pianeta; importantissima in Master of Orion è infatti la scelta di quali corpi celesti colonizzare, selezione che può essere effettuata osservando le “statistiche” dei pianeti: bioma (da totalmente ostile a “Gaia”, una sorta di super-Terra dotata di un ambiente perfetto per una colonia), presenza di minerali (utili per accelerare la produzione), grandezza (più un pianeta è grande e maggiore sarà la popolazione che può ospitare), gravità ed eventuale presenza di “fattori speciali”, come risorse uniche o artefatti, in grado di aumentare la ricerca scientifica dei nostri abili scienziati galattici.

3 Diplomazia al potere

Via via che il nostro impero va espandendosi, attraverso l’ausilio di astronavi-colonia che potranno conquistare i pianeti liberi, subentra un altro degli elementi principali: la diplomazia. La conquista dell’universo in Master of Orion è affiancata da un solido comparto diplomatico, attraverso il quale è possibile gestire i rapporti che andremo a instaurare con le altre razze nostre vicine. Come in ogni strategico che si rispetti, le opzioni a nostra disposizione sono da subito molte e di vario genere; dopo aver chiesto un’udienza al leader di un’altra specie possiamo infatti cominciare da subito a intavolare dei rapporti amichevoli, scambiare ricerche e risorse, pretendere tributi o dichiarare guerra, con tutti i risvolti che questa azione potrebbe produrre. Senza inventare nulla di nuovo, Wargaming.net attinge a piene mani dai precedenti capitoli della saga, come anche ad altri rappresentanti del genere, riproponendo meccaniche diplomatiche riviste, semplici da gestire e ben strutturate.

4 Huston, abbiamo un (piccolo) problema

Ovviamente, non tutte le ciambelle riescono con il buco e gli sviluppatori in questo caso sembrano aver particolarmente fallito sull’elemento che meglio dovrebbero conoscere data la loro esperienza videoludica: la guerra. Non aspettatevi combattimenti avvincenti o guerre apocalittiche in Master of Orion, la distanza necessaria per attraversare la galassia con la propria flotta è decisamente troppa per rendere accattivate la via della battaglia.
Anche se possiamo intrattenere i nostri turni con la gestione delle varie colonie, la costruzione di miglioramenti e la ricerca tecnologica avanzando nell’albero delle futuristiche tecnologie presenti, il gioco non riesce mai a spingersi oltre, rimanendo di una staticità disarmante che potrebbe facilmente stancare i giocatori più votati all’azione.

Wargaming pecca definitivamente nella personalizzazione del GIOCO, NON APPORTANDO AGGIUNTE CHE AVREBBERO aiutato a svecchiare Master of Orion

Wargaming pecca definitivamente nella personalizzazione del prodotto, evitando di aggiungere quel qualcosa in più che avrebbe sicuramente aiutato a svecchiare Master of Orion rendendolo un titolo appetibile anche ai non nostalgici. Filmati in bassa risoluzione, doppiaggio dei personaggi privo di spessore (terribili e ripetitivi i video del TG-Galattico che ci rendono dotti degli avvenimenti più importanti), non aiutano minimamente la costellazione di Orione a brillare, nonostante le stelle in essa presenti avrebbero potuto illuminare senza problemi questo gioco.
Tuttavia, la personalizzazione delle astronavi, la gestione dei vari sistemi solari e il perenne senso di déjà-vu che si prova davanti al monitor in una calda notte d’estate, rendono il ritorno di Master of Orion ammirevole con la speranza che Wargaming possa migliorare il suo creato attraverso DLC e, perché no, nuovi capitoli da aggiungere alla saga, tornando così a farci rimirar le stelle. Come ultima nota a margine, segnalo la totale assenza di una conversione in lingua nostrana, una mancanza davvero triste, soprattutto vista la presenza di sottotitoli in quasi tutte le lingue del mondo (più di quelle mostrate su Steam).

5 Conclusioni

Come dicevamo, Wargaming avrebbe potuto sicuramente osare di più, ma la scelta di mantenere uno stile classico per il nuovo Master of Orion potrebbe essere un’abile scelta da parte di una società che è alle prime armi nel campo dei 4X e che vuole prima testare il terreno.
La speranza che il gioco riporti in auge il genere è notevole e i pareri positivi del gioco da parte degli utenti Steam potrebbero spronare gli sviluppatori nella produzione di un nuovo capitolo, o magari di DLC in grado di personalizzare e affinare il gioco già proposto.
Immancabile è la presenza di un comparto multiplayer, anche se non particolarmente brillante in quanto a funzionalità, ma che arricchisce ulteriormente un gioco decisamente buono sotto quasi tutti i punti di vista e che al prezzo di nemmeno 30 euro nessun amante degli strategici a turni dovrebbe perdersi.

Master of Orion — Release Trailer

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7
master-of-orion-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Master of Orion è tornato <BR> Ottimo comparto gestionale <BR> Un must per gli amanti del 4X <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Forse troppo diretto ai fan della serie <BR> Grafica da migliorare, si poteva fare di più <BR> Da wargaming ci si aspettavano miglioramenti al combattimento <BR>

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