Mel Brooks, Angela Bassett e Carol Littleton sono gli artisti premiati alla cerimonia di martedì notte. A Michelle Satter, invece, il Jean Hersholt Humanitarian Award (lo stesso premio conferito nel 2022 a Michael J. Fox). La cerimonia avrebbe dovuto tenersi a novembre ma a seguito del lungo sciopero di attori e sceneggiatori si è deciso di rimandare.
Oscar alla carriera per Mel Brooks. È la seconda statuina per lui
Commosso per il premio ritirato la scorsa notte – ma annunciato già diversi mesi fa – Brooks ha tenuto un breve discorso. “Devo proprio dirvelo: questo significa molto per me. Significa davvero molto”. A chiamare Brooks sul palco ci hanno pensato Nathan Lane e Matthew Broderick, che a Broadway hanno portato una trasposizione teatrale di The Producer. Il film del 1968 è stato scritto proprio da Mel Brooks. Per quello script, lo sceneggiatore e regista ha ricevuto il suo primo Oscar.
Un momento ricordato durante la serata: “mi dispiace di averlo venduto. Erano tempi duri. Prometto di tenere questo” ha detto tra le risate del pubblico. “Quando i tuoi colleghi apprezzano il tuo lavoro e ti assegnano questa statua – ha detto sollevando il suo Oscar – significa davvero tanto. Sono l’ultimo di 4 fratelli. È come cercare di farsi notare in famiglia e ci sono riuscito“.
A 97 anni, Mel Brooks corona una carriera lunga circa 8 decenni. Si tratta di uno dei pochi artisti a poter vantare un EGOT (almeno un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award. Rispettivamente ne ha 4, 3, 2 e 3). Dopo diverse esperienze come autore per la televisione, principalmente, nel 1968 scrive la sceneggiatura di Per Favore, Non Toccate Le Vecchiette (The Producer) che gli frutta il primo Oscar. Un debutto al cinema coi fiocchi. Quel film rappresenterà poi l’inizio del sodalizio con Gene Wilder che ritroverà più volte sul set come ad esempio nell’apprezzatissimo e immortale Frankenstein Jr. del 1974 e nel quasi contemporaneo Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco.
Oramai consacratosi al mondo della parodia farsesca, Brooks firma anche Balle Spaziali (1987), altro apprezzato lungometraggio con Rick Moranis, Bill Pullman, John Candy e John Hurt. Del 1993 è invece Robin Hood – Un Eroe in Calzamaglia, chiara linguaccia al Robin Hood – Principe dei Ladri con Kevin Costner, Morgan Freeman e Alan Rickman. Due anni dopo ancora Dracula: Morto e Contento con Leslie Nielsen fa i versi a Dracula di Bram Stocker con Gary Oldman e Keanu Reeves.
Sua la firma – ma come produttore – in altri due film fondamentali nella storia del cinema recente: La Mosca (David Croenberg) e The Elephant Man (David Lynch). Come attore ha preso parte anche a due film di produzione italiana, entrambi per la regia di Ezio Greggio: Il silenzio dei Prosciutti e poi, pochi anni dopo, in Svitati (come co-protagonista).