Chi vi scrive non è assolutamente un fan dei giochi online: trovo infatti che la barriera richiesta per accedere sia davvero troppo alta, soprattutto per chi è un amante delle esperienze in single player. Da titoli come Call of Duty mi allontana soprattutto il fatto che, senza avere i riflessi sviluppati come un atleta olimpico, si è praticamente tagliati fuori dal divertimento. Dalla mia prova di Metal Gear Online al Tokyo Game Show, dove il gioco era disponibile in anteprima mondiale, posso affermare di aver trovato finalmente un’esperienza multiplayer online dove i riflessi contano meno della pianificazione strategica. L’idea alla base è, del resto, semplicemente brillante: prendere l’inossidabile e meraviglioso gameplay di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e trasferirlo in un contesto multigiocatore, dove può esprimere come non mai il suo pieno potenziale, così come l’aveva immaginato Hideo Kojima.
L’idea alla base è, del resto, semplicemente brillante: prendere l’inossidabile e meraviglioso gameplay di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e trasferirlo in un contesto multigiocatore.
L’intuizione funziona, perché mettendo degli esseri umani al posto delle intelligenze artificiali del single player, ottime ma per forza di cose limitate, otteniamo una formula semplicemente esplosiva. Fidatevi di me quando vi dico che questo è il classico gioco di cui conserverete ricordi di imprese epiche e situazioni inaspettate, frutto della vastissima serie di strumenti tattici messi a vostra disposizione.
Il gioco si apre come la maggior parte degli shooter multiplayer in circolazione, chiedendovi di scegliere una classe predefinita di un personaggio: troverete quindi l’assaltatore pesante, il cecchino, l’infiltratore, lo scout (forse un po’ overpowered, in quanto in grado di marcare tutti) e tante altre categorie prese di peso dalle varie anime di Big Boss.
Abbattere un nemico dotato di fucile d’assalto, semplicemente prendendolo alle spalle e strangolandolo grazie a una manovra di fiancheggiamento ben eseguita, è davvero una soddisfazione unica.
Le classi meno armate compensavano con strumentazioni stealth più accurate, mentre quelle “action-focused” potevano contare su una potenza di fuoco più ragguardevole. Mi piace il fatto che questo menu sia comunque piuttosto limitato, per cui non dovrete perdervi tra perk e statistiche, e dovrete invece soltanto limitarvi a scegliere quali armi e strumenti portare in battaglia. È qui che vi accorgerete che, a volte, “less is more”, e che un’esperienza cerebrale può essere più interessante di una basata sulla semplice forza bruta. Metal Gear Online è naturalmente figlio di un gioco dove lo stealth è il migliore approccio, sebbene non l’unico.
Nel multiplayer questo si traduce in un conflitto estremamente bilanciato, dove non vincerà chi è armato fino ai denti, ma chi riesce a fare migliore uso degli strumenti in suo possesso.
Per citare il quarto capitolo, “chi controlla il campo di battaglia controlla la guerra”, e questo è quanto mai vero in Metal Gear Online. Durante la mia prova ho deciso di optare per un infiltratore, che si adatta di più al mio consueto stile di gioco negli episodi principali della serie. Giocare con questa classe mi ha permesso di passare senza soluzione di continuità dal single al multi, e di poter impiegare contro gli altri giocatori le lezioni che avevo appreso nei panni del Boss. La prima modalità che ho provato è stata un classico deathmatch.
Mettendo degli esseri umani al posto delle intelligenze artificiali del single player, ottime ma per forza di cose limitate, otteniamo una formula semplicemente esplosiva.
Naturalmente, correre come un pazzo in mezzo al campo di battaglia mi avrebbe portato a una morte prematura. Ma strisciando, sfruttando gli anfratti della mappa nonché i suoi elementi architettonici, mi sono ritrovato ben presto a essere un vero e proprio angelo della morte. Abbattere un nemico dotato di fucile d’assalto, semplicemente prendendolo alle spalle e strangolandolo grazie a una manovra di fiancheggiamento ben eseguita, è davvero una soddisfazione unica.
Il deathmatch non era comunque troppo punitivo: anzi, una volta morti potevate premere velocemente dei tasti per tornare in vita e non respawnare (sempre a patto che il vostro nemico non vi “fultonasse via”). Per chi cerca una sfida più ostica è invece consigliata la modalità Cloak and Dagger, che mette un team di infiltrazione contro un team di assalto. Il primo deve recuperare un data disk e arrivare a un punto di fuga, mentre il team di difensori deve fermarlo. La modalità non era presente al TGS, ma promette di essere estremamente chirurgica e tesa, soprattutto perché una volta morti non potrete più respawnare.
Sono uscito dalla mia prova di Metal Gear Online decisamente soddisfatto: incredibile pensare che Hideo Kojima sia un genio anche quando si tratta di gioco online. E il bello è che tutto questo sarà disponibile gratuitamente, a partire dal 6 ottobre, all’interno della vostra copia di The Phantom Pain.