Duro colpo. Durissimo quello incassato da Sony Interactive Entertainment a marcia Jim Ryan. Anche il Japan Fair Trade Commission, che con PlayStation condivide il passaporto, dà il suo via libera all’acquisizione di Activision da parte di Microsoft. Si tratta forse di uno dei passaggi più importanti in questo momento. Sebbene non sia il via libera definitivo – che arriverà solo nel momento in cui la maggior parte degli organi omologhi darà parere favorevole – il “sì” giapponese rappresenta un nuovo tassello in una partita a domino.
Sì, perché questo potrebbe influenzare – anche indirettamente – le opinioni del CMA UK, il prossimo grande ente antitrust chiamato ad esprimersi e che ha rinviato la sua decisione a fine aprile. L’organo, già nei giorni scorsi, ha aggiornato i documenti contenenti le considerazioni preliminari lasciando intendere come il rischio monopolio o sfida alla concorrenza non sussistano per il mercato britannico, quello di riferimento per CMA. È importante in quanto il Giappone è storicamente la patria di PlayStation (e Nintendo) e dove i prodotti occidentali come Xbox non hanno conosciuto grandi fortune. In un recente rapporto, ad esempio, scopriamo che la casa di Redmond ha raggiunto circa il 10% (ma anche meno) dei videogiocatori nipponici. Quindi, anche con il passaggio di mano del conteso Call of Dty, difficile immaginare un ribaltamento totale dello status-quo.
Se però persino in Giappone è stata messa in dubbio la tesi che vedrebbe minacciato il mercato in caso di avvenuta acquisizione, è lecito aspettarsi che anche altre autorità garanti si esprimano in tal senso. Oltre oceano, intanto, Microsoft passa all’affondo e chiede di ribaltare la situazione e di indagare sulle pratiche di Sony. I legali che rappresentano Satya Nadella, Phil Spencer e Brad Smith hanno definito “illegali” alcune delle mosse poste in essere dalla casa di PlayStation in passato.
Fonte: Tom Warren