Microsoft x Activision: “l’affare potrebbe essere dannoso per i gamer britannici” dice il CMA UK

call of duty activision microsoft xbox phil spencer

L’ultimo report compilato dalla Competition and Markets Authority britannica, uno degli organi antitrust chiamati a esprimersi sull’affare tra Microsoft e Activision, contiene al suo interno dettagliati appunti sulle perplessità che aleggiano sulla manovra da 70 miliardi di dollari. Il documento arriva dopo che un sentiment simile – proveniente dall’antitrust UE – era stato raccolto dal portale Politico.

Nel comunicato stampa, il CMA afferma di avere analizzato circa 3 milioni di documenti sottoposti alla sua attenzione da Microsoft e Activision. Una mole impressionante di carteggi utili per identificare opportunità e rischi di un affare che rischia di modificare profondamente lo scenario videoludico globale.

Esattamente come per i colleghi UE, anche i britannici obiettano il rischio che, qualora le trattative si chiudessero alle condizioni attuali, i gamer britannici (e non solo) potrebbero vedere prezzi più alti, riduzione delle possibilità di scelta una minore tendenza all’innovazione. Tra le altre obiezioni, anche il presunto dominio di Microsoft nel settore cloud gaming. Una fetta, secondo il CMA, che si assesta già tra il 60 e il 70% dell’intero mercato e che potrebbe aumentare ulteriormente.

Sebbene non ci sia un “no” definitivo, le soluzioni proposte dal CMA per dare il suo Via Libera rischiano di snaturare completamente la natura dell’accordo. Tra le opzioni messe sul tavolo, l’ente propone a Microsoft di escludere dall’affare i segmenti di Activision e Blizzard che si occupano di Call of Duty (uno dei punti centrali del contendere con Sony PlayStation) e World of Warcraft.

Al momento, la risposta definitiva è attesa per il 26 aprile. Microsoft potrà scegliere se proseguire per la sua strada rischiando la bocciatura per poi presentare una qualche sorta di appello oppure prendere atto delle richieste e metterle in pratica. Prosegue la battaglia sul fronte FTC. L’organo USA ha trascinato i connazionali in tribunale.

Fonte: CMA