Il personaggio di MegaMan è stato fonte di ispirazione per un gran numero di giochi nel corso degli anni. Ideato da Akira Kitamura e disegnato da Keiji Inafune, MegaMan ha debuttato con il suo primo capitolo per NES nel lontano 1987, con recensioni molto positive e parecchi riconoscimenti. Da quel momento in poi il personaggio è diventato sempre più famoso e l’abbiamo visto espandersi anche al di fuori del mondo dei videogiochi, con action figures, serie animate e una marea di gadget: un autentico successo per Capcom. Non tutte le cose sono però destinate a durare e a partire da metà degli anni 2000, MegaMan è scomparso totalmente dalla circolazione; la situazione stava per cambiare con l’annuncio di MegaMan Legends 3, ma questo titolo è stato poi cancellato, portando Inafune alla rottura definitiva con Capcom e alla successiva creazione dello studio Comcept.
Deciso a ridare vita alla serie, Inafune inizia un campagna di raccolta fondi per Mighty No. 9, videogioco a piattaforme totalmente ispirato a MegaMan disponibile per PC, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One, Wii U, PlayStation Vita e Nintendo 3DS . La campagna raggiunge l’obiettivo dopo solamente due giorni ed è così che inizia la storia del robottino Beck, esemplare numero 9 degli androidi creati dal geniale Dr.White: i Mighty Numbers; questi ultimi vengono improvvisamente attaccati da un virus e Beck, unico esemplare a non esser stato contagiato, dovrà intraprendere una lunga battaglia per riportare alla ragione i suoi amici. Mighty No. 9 mantiene per certi aspetti lo stile dei vecchi Megaman, con un tot di livelli, ognuno diverso dall’altro, affrontabili in ordine sparso. Ma è qui che vengono a galla le prime pecche. Nonostante il proposito sia quello di differenziare l’esperienza del giocatore, la sensazione generale è quella di affrontare dei livelli copia-incollati tra di loro, con meccaniche spesso ripetitive e un level design poco curato e riciclato. Anche il gameplay ricorda molto il classico platform 2D a scorrimento, ma stavolta avremo a disposizione una nuova freccia per il nostro arco: l’AcXelerazione. Il concetto base in questo titolo non è infatti quello di distruggere i nemici, bensì di assorbirli con un scatto dopo averli storditi, così da ottenere punti, potenziamenti e concatenare combo devastanti.
Un altro simbolo di questo gioco è la difficoltà. Nel corso della storia ci troveremo a confrontarci con situazioni al limite dell’impossibile, grazie anche alla struttura dei livelli, e sarà quindi importante gestire le vite al meglio per evitare di dover ricominciare da zero. In molti hanno criticato questa scelta, ma bisogna anche ricordare che MegaMan si è sempre contraddistinto per una certa osticità. Ci siamo forse un po’ rammolliti?
Nel corso della storia ci troveremo a confrontarci con situazioni al limite dell’impossibile
Eccoci quindi alle consuete valutazioni sul comparto tecnico. I modelli poligonali presenti in Mighty No. 9 sono molto scarni e approssimativi, ma nonostante questo ci sono dei punti in cui il gioco lagga parecchio; a questo si aggiunge un character design forse eccessivamente infantile e dialoghi a volte surreali. In sostanza, Mighty No. 9 è un gioco fermo a metà, che cerca di innovarsi senza farlo davvero. Non è un cattivo prodotto, anzi mi ha parecchio divertito, ma a livello tecnico si poteva fare senz’altro di più, invece di puntare sul semplice affetto dei fan per il personaggio.