Sette anni fa l’avventura dell’agile Faith divideva a metà il mondo degli appassionati videoludici che avevano giocato a Mirror’s Edge, il visionario action-platform in prima persona di DICE ispirato dall’allora dilagante fenomeno del parkour. Grazie a una strana alchimia tra le sue meccaniche, l’ambientazione e il personaggio di Faith, Mirror’s Edge si affermò come un titolo da amare o da odiare, attirando critiche aspre così come applausi e apprezzamenti da un po’ tutte le parti. La ragione sta tutta nell’enorme potenziale dell’idea di DICE che però nella versione del 2008 si tradusse in un action troppo scarno e monotono per affermarsi ad alti livelli, rimanendo un buon gioco che sarebbe potuto essere molto di più. Qualcuno in EA deve aver pensato proprio questo e così nasce Mirror’s Edge Catalyst, riedizione che guarda indietro alla versione del 2008, ne analizza bene tutte le lacune e prova a colmarle all’interno di una cornice grafica di nuova generazione.
Da quanto abbiamo visto nella presentazione a porte chiuse, ME Catalyst si presenta solido in ogni sua parte.
Glass è una città sotto il controllo dei “Conglomerati”, una serie di imprese nelle quali si concentrano il potere e le decisioni che dominano l’intera società.
Il passato di Faith rivela che i suoi genitori, Martin ed Erika Connors, facevano parte di un movimento di protesta non violento che tentava di osteggiare quest’ordine corrotto, ma l’ingresso in scena della KrugerSec, la forza di polizia privata delle corporazioni, trascinò quella che doveva essere una manifestazione pacifica nel sangue, costando la vita a moltissimi innocenti tra cui gli stessi coniugi Connors. Separata anche dalla sorella Caitlyn, della quale non conserva che vaghi ricordi, la piccola Faith viene cresciuta da Noah, amico dei genitori, che la introduce alla vita sui tetti e alla famiglia dei Runner. Questo è il background che finirà col porre Faith di fronte a scelte che saranno in grado di influenzare non solo la sua vita ma quella di tutti gli abitanti di Glass.
Così nasce Mirror’s Edge Catalyst, riedizione che guarda indietro alla versione del 2008, ne analizza bene tutte le lacune e prova a colmarle all’interno di una cornice grafica di nuova generazione.
La principale novità del nuovo Mirror’s Edge è la struttura open world: Faith, a differenza dell’edizione precedente che proseguiva su binari ben precisi, è in grado di muoversi liberamente per i tetti di Glass potendo scegliere di volta in volta come spostarsi e tramite quale percorso raggiungere la meta prescelta; non solo, all’interno di questa libertà non mancano oggetti da collezionare e missioni secondarie, come quelle che abbiamo potuto provare a Gamescom 2015.
La prima di queste è stata una semplice corsa a tempo da un punto A a un punto B, con il percorso più semplice indicato dal GPS ma senza togliere al giocatore la possibilità di trovare vie alternative; la seconda sfidava il giocatore a una vera e propria scalata verso un cartellone pubblicitario che Faith può riprogrammare mostrando una sua foto al posto della pubblicità originaria; infine la terza ci ha permesso di entrare in confidenza con il sistema di combattimento e in particolare con il concetto di “momentum”.
Il momentum sta a indicare uno stato in cui Faith sta eseguendo le sue azioni da runner e si trova quindi in corsa a una velocità tale da poter sfruttare la sua agilità e i suoi movimenti per avere la meglio sugli avversari. In Catalyst non è possibile utilizzare armi, quindi gli scontri si basano interamente sul corpo a corpo: in maniera realistica, però, i soldati della KrugerSec sono piuttosto resistenti, meglio armati e in superiorità numerica, tutte condizioni che non lascerebbero scampo ad una persona qualunque.
La principale novità del nuovo Mirror’s Edge è lastrong> struttura open world.
Sono agilità e velocità che a questo punto permettono a Faith di uscire indenne dalle situazioni più complicate, proprio grazie a questo momentum che da un lato sfrutta la maggiore forza cinetica della runner in corsa per infierire colpi da KO, dall’altro coglie gli avversari di sorpresa e quindi rende Faith più difficile da colpire nei momenti concitati. Un minimo errore, però, e il momentum è perduto: se Faith si ferma diventa facilmente preda dei nemici e riuscire a farla franca si trasforma in un’impresa quasi impossibile.
I soldati della KrugerSec sono resistenti, ben armati e in superiorità numerica: sono agilità e velocità che permettono a Faith di uscire indenne dalle situazioni più complicate.
Dopo solo dieci minuti di gioco è evidente come Catalyst ha portato Mirror’s Edge su un altro livello: l’esplorazione è semplice, per nulla confusionaria, il giocatore ha davvero libertà di movimento ed è possibile raggiungere un qualsiasi punto seguendo più percorsi. Nonostante la visuale non sia cambiata, il campo di visione sembra più ampio e la telecamera più stabile: i tetti di Glass sono a completa disposizione e in poco tempo ci si riesce anche a orientare senza GPS, capendo perfettamente dove e come Faith può spostarsi. Nel vecchio ME bastava mancare l’appiglio di qualche centimetro per mandare a monte una corsa, ma in Catalyst la continuità è assicurata da un gameplay intelligente che perdona le lievi imprecisioni e favorisce una fluidità essenziale per questo titolo.
Graficamente poi tutto è al suo posto: la “realtà aumentata” fornita dalla lentina indossata da Faith segnala il percorso migliore con largo anticipo e in maniera evidente, mentre l’intera struttura di gioco distingue bene gli elementi interattivi (o comunque raggiungibili) dal semplice sfondo.
Nel vecchio ME bastava mancare l’appiglio di poco per mandare a monte una corsa, ma in Catalyst la continuità è assicurata da un gameplay che perdona le lievi imprecisioni.
Come si potrebbe dire di molti titoli quando si è ancora in fase concettuale, Mirror’s Edge Catalyst sembra avere tutte le carte in regola per rivelarsi un gran bel gioco; il grosso vantaggio sta nel partire da un primo tentativo già fatto che è il Mirror’s Edge datato 2008. DICE ha potuto riprendere la mira e questo colpo sembra poter andare a segno stavolta: maggiore attenzione su trama e personaggi, esplorazione open world realizzata in maniera magistrale, varietà di gioco grazie alle missioni secondarie, gameplay migliorato e upgrade grafico sono tutti gli elementi di cui questo franchise aveva bisogno per rinascere più forte di prima e convincere chi qualche anno fa non si era innamorato dell’intrigante Faith.
Mirror’s Edge Catalyst uscirà il 26 febbraio 2016 su PlayStation 4, Xbox One e PC, dunque la strada è ancora lunga, ma siamo sicuri che questo non potrà che permettere ai ragazzi di DICE di migliorare ancor di più un titolo che già nelle sue prime fasi promette tantissimo e che non vediamo l’ora di provare nella versione definitiva.