Milestone è oramai sinonimo di videogiochi di corse incentrati sulle due ruote. A partire dalla storica serie di SBK, tornata recentemente nelle mani del team milanese, passando poi per RIDE, i due spin-off su Ducati e Valentino Rossi e, infine, la serie MotoGP. Milestone ha sempre dimostrato di essere sul pezzo quando si tratta di due ruote, certamente più di quando realizzava videogiochi di auto (ad eccezione di WRC 3 e 4 che non mi erano dispiaciuti particolarmente, NdR.). MotoGP 23, ultima iterazione della serie, è finalmente disponibile nei negozi di tutto il mondo.
Milestone ha lavorato duramente per tentare di migliorare una formula sì vincente, ma che necessita ancora di qualche smussatina. C’è riuscita? Sì, ma non troppo. I miglioramenti apportati dalla software house italiana ci sono, ma sono parzialmente offuscati dai grossi limiti di una zavorra, la last-gen PS4 e Xbox One, di cui sarebbe ora di liberarsi.
Come dicevamo, Milestone non ha certamente peccato di pigrizia, non in senso assoluto quantomeno. Certo, abbiamo perso le Moto storiche e relative gare, che si traduce nel primo gioco di MotoGP senza la presenza di Valentino Rossi, e non sappiamo se esse torneranno, così come non abbiamo visto miglioramenti sull’editor, ma al tempo stesso abbiamo avuto il ritorno della modalità split screen, gare ranked la cui efficacia andrà valutata nel tempo e, per i piloti solitari, una nuova carriera single player.
La Carriera di MotoGP 23 beneficia infatti di una nuova struttura con rivalità e Turning Points, dove non solo dovremo imporci sul nostro compagno di squadra e diventare prima guida, così da poter direzionare gli sviluppi della propria moto, ma potremo anche interagire con piloti di altre scuderie e instaurare rapporti amichevoli o, appunto, accese rivalità grazie a un social media made in Milestone. Il modo con cui interagiremo e le nostre prestazioni (Aka, i Turning Points menzionati antecedentemente) influenzeranno anche la nostra considerazione da parte delle scuderie, le quali potrebbero essere più o meno interessate a ingaggiarci.
Il sistema in sé è promettente, ma mentiremmo se dicessimo che è perfetto. Così come mentiremmo se dicessimo che non funziona. Si tratta di un aspetto che va valutato nel corso di molteplici stagioni, cosa che richiede discreto tempo se consideriamo che ogni campionato è composto da 20 gare, più qualifiche e relative Gare Sprint, di cui parleremo dopo.
Il primo impatto è stato comunque positivo e sicuramente aiuta a dare un senso di freschezza al gioco. Il sempre crescente sviluppo delle IA potrebbe inoltre aiutare a rendere questa modalità più credibile, magari introducendo una IA che reagisca in maniera ancora più dinamica alle azioni del giocatore, pur rimanendo ovviamente nei limiti imposti dall’etica. Noi l’esca l’abbiamo buttata, poi chissà.
Le novità sulla carriera si concentrano anche su un sistema di progressione studiato e che non si basa semplicemente sulla promozione, ma anche su come i nostri risultati influenzeranno la scelta dei team. Compiere gare in Moto 3 dove riusciamo a imporci sugli avversari ci apre le porte a diverse scelte.
Potremo correre sempre in Moto 3, ma con un altro team, oppure potremo optare per un team di Moto 2, moto molto fisiche nonché le più pesanti del trittico. I più impavidi potranno però fare il grande salto e debuttare direttamente in MotoGP. Si tratterà di un salto che in molti tenteranno di fare, complice il fascino della categoria regina, ma che siamo sicuri scotterà più di qualcuno.
Le Moto GP sono infatti brutali in ogni senso, qualora ce ne fosse effettivamente uno. Parliamo di moto da potenze impressionanti, e quella potenza necessiterà non solo di un dito fatato sul vostro Pad (purtroppo il DualSense non fa la differenza come in altri giochi), ma anche di mettere da parte l’orgoglio e accettare che quell’elettronica, sotto sotto, c’è per un motivo. Provare a tenere in pista una MotoGP senza ausili elettronici comporterà un’inevitabile caduta, e anche con l’elettronica attiva sarà tutt’altro che facile tenerle in pista.
Fortunatamente, non sarà nulla di ridicolmente brutale come in MotoGP 22. Qui, frenare, non comporta la morte certa del giocatore con annesso frontale sul televisore. La frenata sarà gestibile, così come l’accelerazione e le pieghe. Il tutto andrà semplicemente preso con molta, molta accortezza.
Accelerare troppo potrà portare a improvvise scodate a bassa velocità e tenderà, al tempo stesso, a raddrizzare la moto nelle curve medio veloci, innescando un forte sottosterzo che potrete gestire con un’attenta parzializzazione e anche usando il freno posteriore. Frenate decise e modulate grazie anche al freno posteriore sono meno fatali rispetto al passato, ma andranno parzializzate a seconda dei tracciati. Tentare le staccatone composte alla prima curva di Portimao equivale a un bacio sull’asfalto, a meno che non siate la reincarnazione videoludica di Valentino Rossi ovviamente.
I più puntigliosi potranno ricorrere al setup per rendere la moto più incline alle proprie preferenze. Vi piace un anteriore puntato e preciso come il sottoscritto? Grazie all’assetto guidato, potrete gettare le basi per il Vostro assetto. Con studio e dedizione, sarà possibile cucire la moto in base al proprio stile di guida.
Non aspettatevi rivoluzioni in MotoGP 23, in tal senso. Qualora neppure il setup fosse abbastanza, Milestone ci verrà incontro con un sistema di aiuti neurali. Questi aiuti agiranno su acceleratore, freno e sterzata, agendo in misura più o meno maggiore sul controllo del mezzo rendendolo più docile e, eventualmente, divertente qualora il giocatore passasse più tempo per terra che in sella. Nessuno nasce imparato, dopotutto.
Purtroppo, questo sistema di aiuti neurali necessita ancora di qualche rifinitura. Il modo con cui essi agiscono, a conti fatti, non permette al giocatore di capire come effettivamente migliorare. A tale scopo torna molto più utile la MotoGP Academy, dove i giocatori avranno modo di provare i settori di ogni circuito e capire, grazie anche a una apposita descrizione fornita da Milestone stessa, come approcciare ogni singola curva.
Le novità di MotoGP 23, come dicevamo, vedono l’introduzione della Sprint Race e della Flag to Flag. La Sprint Race è esattamente ciò che suggerisce il nome. Si tratta di una gara posta prima di quella “canonica” e dalla durata ridotta. La Flag to Flag è invece una modalità che, di fatto, ha permesso al team di introdurre il meteo variabile. Grazie alla Flag to Flag, i giocatori avranno modo di poter cambiare moto qualora il tempo mutasse. Al momento, l’operazione è piuttosto scriptata e al giocatore non è concesso alcun tipo di intervento in game. Si tratta letteralmente di un breve filmato. Poco male, visto che parliamo della prima introduzione.
La Flag to Flag, purtroppo, evidenzia un grosso limite di MotoGP 23, limite che ci auguravamo fosse stato quantomeno mitigato tramite qualche miracoloso intervento di Milestone, ma così purtroppo non è. Ci riferiamo all’Intelligenza Artificiale. Durante le Flag to Flag sarà infatti molto comune vedere l’IA entrare ai box ad andatura innecessariamente lenta. Ciò comporta non solo code dove sarà facilissimo guadagnare posizioni, ma anche incidenti assurdi dove i piloti governati dall’IA si schianteranno l’uno sull’altro. Ciò evidenzia anche come l’IA, ancora, non sia capace di evitare le moto avversarie.
Come accennato nell’anteprima, Milestone aveva lasciato intuire che A.N.N.A. sarebbe migliorata in questa iterazione, ed effettivamente non hanno avuto tutti i torti, ma si tratta di un miglioramento minimo rispetto a ciò che ci si aspettava. A.N.N.A. è ora più attenta nei duelli quando ci affianchiamo, ma ancora una volta faticherà ad evitare scontri frontali. Anticipate leggermente una frenata? Preparatevi a finire colpiti dall’IA sul posteriore.
Segnaliamo inoltre che persiste l’annoso problema dei tempi “fantasma” nelle sessioni, ora più evidente che mai proprio grazie al meteo variabile. Mi è capitato infatti di vedere l’IA segnare un crono con un treno di gomme soft su pista asciutta, per poi abbassare quello stesso crono oltre mezzo secondo su pista bagnata e con gomme wet. Per poco non sono stato sbattuto fuori dal Q2 senza motivo. Come se non bastasse, l’IA sembra quasi immune ai cambiamenti sul modello di guida, portando a un’impennata nella difficoltà.
Chiaro dunque che ci sia qualcosa che non quadra con la gestione dell’Intelligenza Artificiale nelle sessioni e nelle gare in generale, e onestamente fatico a non vedere la old-gen come causa primaria di questo blocco che Milestone non riesce a superare e che di fatto le impedisce di raggiungere l’eccellenza con MotoGP 23. Avere una IA performante grava sulla CPU, è inevitabile, e sia PS4 che One vedono nella CPU proprio il loro principale limite. A.N.N.A. è forse troppo pesante da gestire per PS4 e Xbox One, e non ce ne stiamo rendendo conto certamente oggi.
Sono anni che MotoGP presenta gli stessi problemi relativi all’Intelligenza Artificiale. Come se non bastasse, continuano ad esistere i server da soli 12 giocatori, cosa che nel 2023 è decisamente anacronistica e anche qui, probabilmente dettata dalla necessità di girare su PlayStation 4 e Xbox One. Milestone non ha neppure potuto realizzare due versioni differenti a causa della natura cross-play, come ha fatto invece con PC e Nintendo Switch. Fortunatamente, la software house milanese ha deciso di dire addio a PlayStation 4 e Xbox One, quantomeno per Ride 5, ma è ora lecito chiedersi: non valeva la pena iniziare già da ora, considerata anche l’impennata di vendite della current gen? Chissà.
In conclusione, MotoGP 23 non è certamente una bocciatura, e non è nemmeno un qualcosa di appena sufficiente o che va eccessivamente bastonato. I miglioramenti al modello di guida ci sono e si percepiscono, la nuova carriera è decisamente interessante e ha margini per essere ampliata ulteriormente, le moto sono graficamente sontuose, le piste idem, un po’ meno i piloti. L’audio delle moto è di ottimo livello e sentire Guido Meda è sempre un piacere.
Tutto questo però non basta per oscurare una IA che, nel 2023 inoltrato, non solo fa semplicemente finta di non vederti, ma che addirittura sembra correre con un’altra fisica rispetto al giocatore. L’era del cross-gen doveva finire già con MotoGP 22. Ci auguriamo che Ride 5 possa finalmente permettere a Milestone di far fare all’IA quel salto di qualità che i fan desiderano e prepararci, così, a un MotoGP 24 che può davvero ridefinire un nuovo standard nei racing game su due ruote.