Uscito lo scorso anno, Need for Speed: Most Wanted era riuscito a rivitalizzare in maniera brillante la formula di una serie che rimane una tra le più longeve del suo genere, oltre che quella di maggior successo commerciale. Il merito dell’operazione era certamente da ascrivere a Criterion Games, lo studio britannico che già aveva portato a nuove vette il racing arcade con gli straordinari Burnout. Non è il caso di storcere il naso, però, per la improvvisa comparsa dell’inedita sigla Ghost Games al posto di sviluppatore: il nuovo studio (precedentemente noto come EA Gothenborg) è una sorta di dream team diretto da Marcus Nilsson (DICE) nel quale è confluito l’80% dello studio inglese, oltre a talenti provenienti da svariati studi di successo. Ghost Games ha lavorato per due anni, nella segretezza più totale, a Need for Speed Rivals, che abbiamo cominciato a conoscere solo nei mesi scorsi.
Sarà possibile aggiungere speciali gingilli destinati ad avere la meglio sugli avversari tramite il gioco sporco: alcuni esempi sono gli spuntoni da lasciarsi dietro per forare i pneumatici degli inseguitori.
Già nel titolo, Rivals riporta la propria essenza: più che in altri casi, infatti, viene incoraggiata la competizione, sia essa tra il giocatore e l’IA oppure tra giocatori umani. Se già Most Wanted, infatti, aveva introdotto il sistema Autolog per tenere traccia dei progressi dei vari giocatori durante le sessioni di gioco, Rivals fa un passo avanti. Il primo e più importante obiettivo esplicitamente dichiarato dagli autori è infatti quello di “abbattere le barriere tra single e multiplayer”, nella concretizzazione di quel concetto di “mingle player” che, uscito dai circoli del game design, comincia a farsi spazio nelle discussioni sui videogiochi: si tratta della tipologia di gioco che prevede prodotti tendenzialmente single-player, ma che tuttavia mantengono una componente multigiocatore cruciale. Se, infatti, il nuovo Need for Speed può essere tranquillamente giocato in single player, anche offline, è fuori discussione che in questo caso si vada a perdere una parte fondamentale dell’esperienza.
Bisognerà scegliere una lista di compiti da portare a termine, ogni lista con una sua difficoltà, ogni compito con la sua ricompensa in termini di Speed Points.
Il gioco ha luogo nella smisurata mappa della contea immaginaria di Redview, decisamente ispirata a una serie di location di impronta statunitense: qui vedremo consumarsi l’eterno scontro tra spericolati piloti stradali e agenti di polizia, entrambi dotati delle più sfrenate auto da sogno che il denaro possa comprare. Se, dunque, i piloti non vogliono altro che continuare a diffondere sui social network le proprie prodezze, la polizia userà ogni mezzo per eliminare i pericolosi corridori dalle strade. L’esperienza del singolo giocatore inizia proprio con la scelta di una carriera tra quella dello street racer e dell’ufficiale di polizia: dotate di ovvie differenze, le due carriere non sono comunque esclusive, nel senso che potremo svolgerle parallelamente, e passare dall’una all’altra quando più ci aggrada.
Il mondo di gioco rimane un misto di strade urbane e più ampi spazi montani, tutti infarciti di scorciatoie, trampolini e livelli sopraelevati.
Dopo aver ottenuto un veicolo inziale, si potrà intervenire su di esso: la parte relativa alla customizzazione recupera molto dei capitoli precedenti, e propone una serie di modifiche estetiche, tra le quali la colorazione e decalcomanie varie, e una parte dedicata agli interventi per il miglioramento della performance del veicolo. Sarà inoltre possibile aggiungere speciali gingilli destinati ad avere la meglio sugli avversari tramite il gioco sporco: alcuni esempi sono gli spuntoni da lasciarsi dietro per forare i pneumatici degli inseguitori e i colpi EMP per “friggere” le centraline degli avversari. Una volta effettuati i preparativi, sarà il momento di scegliere una propria Speedlist, che rappresenta una grossa novità nella progressione, rispetto a Most Wanted: invece di ricercare sulla mappa di gioco gli eventi ai quali prendere parte, bisognerà infatti scegliere una lista di compiti da portare a termine, ogni lista con una sua difficoltà, ogni compito con la sua ricompensa in termini di Speed Points, la valuta del gioco. Le liste contengono obiettivi sul genere del raggiungimento di una certa velocità o di un drift di determinati metri, oppure l’eliminazione di una quantità di vetture avversarie. Una volta completato un “blocco”, si salirà nel ranking, ottenendo tramite i punti lo sblocco di nuove vetture, che non andranno più ricercate in giro per la mappa e saranno custodite in un apposito garage.
Il parco macchine (tutte, ovviamente, realmente esistenti e realizzate su licenza) si annuncia esteso come sempre, in una selezione in cui le più spinte hypercar rappresentano scelte appena accettabili: tra le altre, si sono viste Bugatti Veyron, Koenigsegg Agera, McLaren P1, Lamborghini Aventador e Veneno. Da segnalare il ritorno ufficiale delle Ferrari, assenti (a parte sporadiche apparizioni) da molti anni dai titoli della serie, e che ora rientrano con una serie di modelli tra le quali 458 Italia, F12 e la nuova LaFerrari.
Poche novità sul fronte del sistema di guida, che rimane in larga parte quello visto in Most Wanted, con qualche tratto realistico appena più accentuato.
Il nuovo sistema che gli autori hanno previsto per dare corpo all’unificazione di single e multiplayer cui accennavamo prima è definito AllDrive, e permette di unificare l’ambiente di gioco tra single e multiplayer: mentre si concorre al raggiungimento degli obiettivi della “carriera” si potrà incrociare lo svolgimento di una gara alla quale prendere parte con altri utenti con pressione di un tasto e senza discontinuità. Il mondo di gioco rimane un misto di strade urbane e più ampi spazi montani, tutti infarciti di scorciatoie, trampolini e livelli sopraelevati. Un’interessante aggiunta è quella del weather system dinamico, che farà variare il clima nel corso delle gare, trasformando giornate di sole accecante in diluvi nel giro di poche sportellate. Gli aspetti climatici risaltano anche in termini estetici: da questo punto di vista, il motore grafico Frostbite 3 brilla, assicurando un’esperienza (in particolare nelle versioni next-gen) a dir poco fantastica, con modelli perfettamente resi ed effetti stupefacenti. Il fascio di luce di un elicottero della polizia che squarcia l’oscurità della notte durante uno strenuo inseguimento vale decisamente il prezzo del biglietto.
Notizie meno consolanti sul piano della fluidità: stupore visivo e modalità di gioco unificate bloccano il gioco sui 30 frame al secondo per tutte le versioni console, limite che viene a cadere nella versione PC. Poche novità sul fronte del sistema di guida, che rimane in larga parte quello visto in Most Wanted, con qualche tratto realistico appena più accentuato: non tanto, comunque, da snaturare una esperienza che rimane decisamente arcade.
È questo, d’altra parte, il percorso che emerge da quanto visto di Need for Speed Rivals, un’opera di conservazione di quanto di buono realizzato con gli episodi più recenti della serie, insieme all’introduzione di caratteristiche che vanno a rafforzare il lato social e multiplayer che si associa volentieri a un’esperienza simile: per quanto manchi ancora una serie di dettagli importanti (uno su tutti, la “scala” complessiva dell’esperienza di gioco), il futuro sembra davvero luminoso per la storica serie.