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Nioh – Hands On

6 Arrivato alla sua seconda prova dimostrativa, Nioh torna a calcare le scene, forte di numerose novità e ritocchi.

Gli sviluppatori hanno indubbiamente ascoltato i feedback dei fan e, nonostante il gioco non ne esca rivoltato come un calzino, restituisce comunque un feeling sensibilmente diverso, una volta ripreso il pad in mano. Non è un segreto infatti che Team Ninja abbia offerto un assaggio al grande pubblico proprio per rendersi conto di cosa non andasse e andare poi a estirpare i vari problemi direttamente alla radice. Il risultato che pian piano è venuto fuori, ve lo anticipiamo, ci piace da morire. E, per carità, guai a considerarlo un “Dark Souls nel Giappone feudale”. Nonostante nel corso dei mesi le frecciatine si siano sprecate, Nioh ha dimostrato abbastanza grinta e personalità da sapersi distaccare dalle sue palesi fonti di ispirazione. A primo acchito, l’ultimo di Tecmo Koei può infatti sembrare eccessivamente derivativo, un continuo tributo ad altre saghe di grande successo, un furbetto che si è lanciato sul mercato solo per cavalcare l’onda temporanea; possiamo assicurarvi che basteranno massimo dieci minuti per cambiare idea e finire per apprezzare Nioh per essere, semplicemente, Nioh.

Basteranno massimo dieci minuti per cambiare idea e finire per apprezzare Nioh per essere, semplicemente, Nioh.

La Beta affiancherà, oltre al villaggio dei pescatori che abbiamo già avuto modo di conoscere, anche un altro paio di ambientazioni. È la prima occasione per guardare più da vicino il livello di varietà messo su dagli sviluppatori, ed è cosa sicuramente apprezzata. Partiamo dal presupposto che, proprio come ci saremmo aspettati dai creatori di Ninja Gaiden, a farla da padrone sono proprio riflessi e tecnicismo. La struttura, seppur a missioni slegate, ricorda sicuramente quella dei più blasonati Dark Souls, con livelli da esplorare da cima a fondo, portoni da sbloccare dall’altro lato, scorciatoie da imparare a menadito, armi e personaggio da potenziare in varie caratteristiche e una difficoltà abbastanza elevata da dare del filo da torcere anche al giocatore più navigato. Attaccare a testa bassa si tradurrà quasi sempre in morte certa, così come conviene spesso far disperdere i nemici e non affrontarli tutti in contemporanea. Il nostro personaggio è un guerriero formidabile ma piuttosto inadatto ad affrontare copiose orde di nemici, soprattutto se composte da umani senzienti.

5 Uccidere è una dolce, dolce danza

Le battaglie altro non sono che balli sul filo del rasoio, un continuo attacca-recupera-schiva capace di punire mortalmente al primo errore. Un solo colpo andato a segno, con la giusta conoscenza delle meccaniche, può portare alla morte istantanea del bersaglio. Per “bersaglio”, ovviamente, comprendiamo anche noi stessi. È vero che una barra della stamina costringerà noi e i nostri avversari a centellinare al meglio ogni movimento, sia esso offensivo che difensivo, ma con il giusto tempismo potremo recuperare buona parte delle energie consumate istantaneamente, tramite un tasto dorsale. In poche parole, lo scontro si trasforma in un vero e proprio “rythm game”, con il giocatore impegnato ad attaccare e al tempo stesso azzeccare il ritmo giusto per farsi restituire l’energia di ogni colpo inferto. Con la giusta manualità, sarà così possibile bloccare il nemico in una combo potenzialmente infinita, incapacitandolo in modo del tutto definitivo. Anche se è più facile a dirsi che a farsi. Tenere d’occhio l’avversario e al tempo stesso dare uno sguardo al tempismo indicato sull’interfaccia può facilmente portare a fatali distrazioni.

4 Il potere nelle mani del pubblico

È stato piacevole notare come gli sviluppatori abbiano deciso di abbandonare la resistenza delle armi in favore di un loro fattore familiarità. In pratica, i nostri fidati strumenti di morte non si logoreranno più con il passare del tempo; al contrario, familiarizzare con uno di essi – utilizzandolo per un lungo periodo di tempo, ad esempio – ci regalerà bonus offensivi assolutamente da non sottovalutare. Ovviamente la scelta di fossilizzarsi su un’unica spada, anche già solo per una semplice area, mostrerà ben presto il fianco ad un sistema che spinge il più possibile a interscambiare i pezzi di armi e armature.

È stato piacevole notare come gli sviluppatori abbiano deciso di abbandonare la resistenza delle armi in favore di un loro fattore familiarità.

Apprezzatissimo il ritorno delle “pose da battaglia”, forse il vero punto forte della primissima demo di Nioh. Ogni arma potrà infatti essere imbracciata con tre modalità diverse: pesante, intermedia e leggera. Ognuna di esse darà vantaggi e svantaggi differenti, sia in termini di output di danno che di consumo veri e propri. Dipendentemente dalla situazione, infatti, converrebbe adattarsi a chi si ha davanti nella maniera più intelligente possibile. I comandi non semplificano tantissimo cambi di posa durante il corso di una battaglia, vero, ma con un po’ d’abitudine finirete comunque per saltare dall’una all’altra senza neanche accorgervene.

3 Non piango più

Sono passati solo pochi mesi dall’ultima prova con mano, certo, ma i ritocchi effettuati sono a dir poco palesi. In primis, è stato rivisto l’intero bilanciamento, con singoli nemici oggettivamente depotenziati e che ora, almeno nelle prime battute, non rappresentano più una minaccia insormontabile. Ricordiamo infatti come tempo fa faticammo persino a superare la primissima spiaggia, mentre adesso siamo sopravvissuti, e con relativa tranquillità, fino all’incontro con il primo mini-boss. Che, per la cronaca, ci ha violentato anima e corpo prima ancora che potessimo capire cosa stesse succedendo. Difficile dire però se quella degli sviluppatori sia stata una buona scelta: palesemente, l’originale Nioh era duro come la roccia, ben più proibitivo e punitivo di buona parte dei suoi concorrenti, Dark Souls compreso.

è stato rivisto l’intero bilanciamento, con singoli nemici oggettivamente depotenziati e che ora, almeno nelle prime battute, non rappresentano più una minaccia insormontabile.

L’esperienza è ora stata appianata, con scontri testa a testa molto più leggibili e nemici sensibilmente meno reattivi. Il tutto risulta più fluido e divertente, ma ancora tattico come volevamo. Dopotutto, come dicevamo in precedenza, è pur vero che la nostra superiorità negli “1 contro 1” è netta, ma basterà farsi prendere anche una sola volta di sorpresa per rischiare di lasciarci la pelle. Nioh ci mette del suo, posizionando furbescamente i nemici in modo che questi, in un modo o nell’altro, abbiano sempre un qualche tipo di vantaggio, che sia numerico o ambientale. Forse, alla fine della fiera, è proprio questo il giusto compromesso: un gioco difficile solo se non si presta la giusta attenzione. Tra l’altro, adesso non basterà svuotare la barra della stamina per ritrovarsi stremati e aperti a ogni tipo di fendente. Il protagonista, infatti, si pianterà a terra solo ed esclusivamente se scalfito durante un lungo periodo di recupero.

2 Non è tutto oro ciò che luccica

Ni-Oh, comunque, ha ancora qualche vite da stringere. Purtroppo, crediamo anche che il tempo a disposizione sia ormai scaduto. È invero molto probabile che ogni cosa vista in questa beta rispecchi per un buon 90% il prodotto finale, difetti compresi. Nonostante una buona direzione artistica e una fluidità inattaccabile, infatti, non si può di certo dire che il comparto tecnico ci abbia impressionato più di tanto. La telecamera, poi, ha ancora problemi a seguire il protagonista con “mano ferma”, soprattutto nelle zone più ristrette. Farsi mettere all’angolo, infatti, potrebbe significare morte certa più per problemi con le inquadrature che per l’effettiva pericolosità dei nemici in questione. La sceneggiatura in sé, invece, è un enorme punto interrogativo: durante la prova con mano non abbiamo visto nulla che riconducesse a un racconto vagamente interessante. Fallire sotto questo aspetto, quando si ha una simile epoca storica tra le mani, è un capitombolo doppiamente grave.

1 Conclusioni

In definitiva, questa seconda prova di Nioh ha acceso ancora di più il nostro interesse verso un prodotto che, ormai, è in impellente dirittura d’arrivo. Ci siamo divertiti, abbiamo ancora una volta stretto i denti e abbiamo apprezzato tutti i ritocchi messi in atto dagli sviluppatori. Nioh appare come un progetto in costante crescita, capace di cambiare sempre e solo in meglio e di offrire al giocatore un’esperienza massiccia, carismatica e davvero profonda. I dubbi sono ancora molti ma, per forza di cose, potranno essere dissipati solo con il gioco completo tra le mani. Il rischio che un avanzamento troppo lineare finisca per affossare tutto ciò che di buono è stato fatto sulle meccaniche di gioco è comunque forte. Noi continuiamo a incrociare le dita, con un po’ di fortuna potremmo ritrovarci tra le mani un nuovo punto di riferimento per il genere.

NIOH Trailer (E3 2016)

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