
Hideo Kojima ha descritto OD come un’esperienza “completamente diverso da un gioco horror standard”, una frase che da sola suggerisce l’intenzione di superare qualsiasi convenzione consolidata del genere. Le sue dichiarazioni provengono da un’intervista concessa ad ananweb, nel quale il creatore giapponese ha adottato un tono sorprendentemente cauto.
“Non posso ancora dire esattamente di cosa si tratti, né so se funzionerà. Abbiamo creato giochi stealth e giochi di consegna che erano diversi da qualsiasi cosa vista prima, ma dal punto di vista del sistema erano simili ad altri giochi. Questa volta stiamo cercando di cambiare il modello di servizio dalle fondamenta, quindi dovrebbe essere piuttosto impegnativo. Abbiamo riempito il trailer di indizi, quindi se ci riflettete bene potreste capirlo”, ha dichiarato Kojima.
Un horror che non vuole essere un “semplice horror”
Kojima ha sottolineato come OD non si limiti a essere un gioco spaventoso. Il team sta cercando di ricostruire il service model dalle fondamenta, evitando schemi preimpostati già sperimentati in titoli precedenti. A differenza delle meccaniche stealth utilizzate nella serie Metal Gear o della struttura open delivery di Death Stranding, OD punta a un linguaggio completamente nuovo.
Questa ambizione emerge anche dall’invito del creatore a rivedere con attenzione il teaser “Knock”. Kojima ha spiegato che quel breve filmato contiene molteplici indizi su come funzionerà il progetto, nascosti dietro l’apparente semplicità di una messa in scena essenziale e disturbante.
L’incertezza come parte dell’identità del progetto
A colpire è soprattutto la sincerità con cui Kojima ha ammesso che il risultato finale è tutt’altro che garantito. La sua frase “non so se funzionerà” racconta di un’opera in continuo mutamento, nata da una sperimentazione talmente spinta da sfiorare l’imprevedibilità.
Questa consapevolezza del rischio non indebolisce il progetto; al contrario, contribuisce ad alimentarne il fascino. Kojima ha spesso dimostrato di saper innovare senza rompere completamente i legami con i generi di riferimento, ma OD sembra rappresentare un passo ulteriore: un’opera che rinuncia ai sentieri conosciuti per affrontare territori nuovi, non solo per il designer ma anche per l’intera industria.
Secondo quanto riportato dalle fonti estere, il gioco è sviluppato da Kojima Productions e pubblicato da Xbox Game Studios, un dettaglio che conferma la portata internazionale dell’iniziativa. Il cast coinvolto — tra cui Sophia Lillis, Hunter Schafer e Udo Kier — rafforza ulteriormente l’idea di un progetto pensato come esperienza audiovisiva completa, non vincolata ai canoni del videogioco tradizionale.
Un’attesa costruita sul mistero
L’insieme di questi elementi dipinge OD come un’opera che vive volontariamente nel mistero. Kojima sta costruendo un horror che non vuole rassicurare, nemmeno nelle fasi di sviluppo, scegliendo invece di esporre dubbi, tentativi e possibilità ancora aperte.
Per gli appassionati di sperimentazione, questa trasparenza rappresenta il vero valore del progetto. Per chi ama invece gli horror più canonici, l’avventura di Kojima potrebbe sembrare un salto nel vuoto. Proprio per questo l’attesa rimane elettrizzante: OD promette di essere un viaggio in qualcosa che non abbiamo ancora visto, e forse nemmeno immaginato.
Fonte: Automaton










