One Piece è uno degli anime più longevi di sempre, ma diciamocelo chiaramente: spesso, esso risulta davvero prolisso, con una puntata che spesso risulta capace di adattare a malapena un singolo capitolo del manga. Il Remake annunciato da Netflix, però, potrebbe puntare proprio su questo fattore nel tentativo di distinguersi dalla serie madre, offrendo dunque un prodotto più ritmato e, al tempo stesso, più fedele al manga di Eiichiro Oda.
One Piece: Remake può puntare sul ritmo
300 episodi, poco più, poco meno. Questo è, secondo i fan, il quantitativo di puntate che Studio WiT (Vinland Saga Stagione 1, Attack on Titan S1-S3) necessiterebbe per adattare tutta l’opera o, quantomeno, quanto visto finora. Allo stato attuale, l’anime di One Piece vede puntate diluite in alcuni casi fino all’estremo, arrivando a casi limite come mezzo capitolo per puntata. Per dare un metro di paragone, gli anime stagionali adattano anche quattro capitoli per puntata. A questi si aggiungono poi episodi filler non canonici che peggiorano la situazione.
Il trattamento che i fan si aspettano da Studio WiT è dunque proprio qualcosa di simile agli anime stagionali, proponendo dunque un anime compatto e che chissà, magari attirerà anche coloro che hanno rinunciato all’anime proprio per quei ritmi totalmente sballati, ritmi che ovviamente nel manga sono gestiti sensibilmente meglio. Potremmo anche aspettarci una maggior fedeltà, dall’introduzione di Luffy a vari aspetti censurati. Chiaro, tutto questo resta una supposizione e non resta che attendere le prime notizie a riguardo. Certo è che WiT, in qualche modo, dovrà distinguersi da TOEI, e questo sarebbe uno dei modi migliori per farlo. Nel frattempo, ricordiamo che quest’ultimo è disponibile su Netflix.
Fonte: Sportskeeda