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Outlast 2 – Hands On Demo

1 Se Outlast 2 è uno dei giochi più attesi del prossimo anno, un motivo deve pur esserci.

Il capitolo precedente fu, a suo modo, una piccola, grande sorpresa. Dopotutto, chi l’avrebbe mai detto che un team indipendente come quello di Red Barrels, per quanto carico di entusiasmo e buoni propositi, sarebbe riuscito davvero a sfornare uno dei migliori esponenti horror della scorsa generazione? Vero, la concorrenza era ormai decimata – con Resident Evil diventato carta straccia e Silent Hill totalmente scomparso dai radar – ma i suoi meriti vanno comunque ben oltre la facile demagogia.

Outlast è ancora un vero e proprio punto di riferimento ed è quindi normale che si aspetti un seguito come fosse il nuovo messia. Gli sviluppatori hanno ora più soldi, più coscienza e – soprattutto – più esperienza. Dopo averlo provato con mano, ne siamo ancora più certi: non vediamo l’ora di catapultarci in questo nuovo incubo e, da bravi masochisti, uscirne ancora una volta con psiche distrutta, ossa rotte e qualche indumento di troppo da sterilizzare.

Non vediamo l’ora di catapultarci in questo nuovo incubo e, da bravi masochisti, uscirne ancora una volta con psiche distrutta, ossa rotte e qualche indumento di troppo da sterilizzare.

2 Anno nuovo, morte nuova

Red Barrels ha già confermato come Outlast 2 sia ambientato nel medesimo mondo del prequel. Va quindi messo in conto che gli esperimenti al Manicomio di Mount Massive possano avere un qualche tipo di impatto, o addirittura essere collegati, ai nuovi avvenimenti. Per ovvie motivazioni, a questo giro vestiremo i panni di un altro personaggio. Il malcapitato di turno è Blake Langermann, un giornalista partito per l’Arizona alla ricerca della verità sulla morte di Jane Doe.

Quest’ultima si è infatti tolta la vita mentre era ancora incinta ma, per qualche motivazione a noi sconosciuta, sembrano esserci dubbi sul suo effettivo suicidio. Dopo una rapida occhiata alla follia che permea il villaggio in cui viveva, però, possiamo anche intuire il perché. Quello del paesino perduto nella foresta pieno di maniaci religiosi è, ovviamente, un cliché ormai abusatissimo, proprio come quello dell’ospedale in cui si fa più del male che del bene. Ancora una volta, però, la saga sembra dimostrare che l’importante non è quello che fai, ma come lo fai.

Outlast 2 prende uno stereotipo vecchio come il cucco e lo piazza su delle fondamenta già da ora solidissime, mescolando le carte in tavola e riuscendo a tenere altissima l’attenzione anche già solo in una dimostrazione di mezz’ora scarsa.

Outlast 2 prende uno stereotipo vecchio come il cucco e lo piazza su delle fondamenta già da ora solidissime, mescolando le carte in tavola e riuscendo a tenere altissima l’attenzione anche già solo in una dimostrazione di mezz’ora scarsa.

3 Tra vecchio e nuovo

Blake, accompagnato da sua moglie, è ancora in fase d’avvicinamento alla zona quando un problema sconosciuto costringe l’elicottero a un atterraggio d’emergenza. I due coniugi sono ora separati. Bastano pochi passi nella selva oscura per capire che le priorità, neanche a dirlo, sono improvvisamente cambiate. In questo paese, palesemente, c’è qualcosa che non va, ed è meglio avere a che fare con un solo cadavere, invece che tre. L’obiettivo è ora quello di abbandonare lo scoop, trovare nostra moglie e scappare il più in fretta possibile in direzione della prima zona civilizzata. Sempre che ce ne sia una.  

Fin dai primi passi, Outlast 2 si presenta come la ricetta del seguito perfetto: gioco totalmente differente ma sempre e comunque familiare. Il cuore è ancora lì, intatto, ma la scocca esterna è mutata così tanto da sembrare quasi un’altra saga. Pad alla mano, il feeling è assolutamente lo stesso, ma è proprio il contesto generale a spezzare ogni legame con il passato.

Dopotutto, già il solo perdersi in zone naturali è una novità totale per la saga. Il gioco ci richiederà quindi di sfruttare tutto ciò che conosciamo (in primis, la videocamera a visione notturna) e di adattarci a situazioni sensibilmente rinnovate e pericoli mai visti prima. Se proprio dovessimo fare un paragone, è un po’ come il passaggio visto con Metal Gear Solid dal secondo al terzo capitolo, dove ci si è ritrovati a passare dall’infiltrazione in strutture asettiche alla mimetizzazione tra alberi e cespugli.

Fin dai primi passi, Outlast 2 si presenta come la ricetta del seguito perfetto: gioco totalmente differente ma sempre e comunque familiare.

4 Tra realtà e finzione

Se il succo del gioco resterà quello di aggirare le ronde nemiche e reperire batterie in giro per tenere “viva” la telecamera, possiamo comunque notare come il nuovo protagonista possa approfittare di un paio di tecniche che di certo potevano tornare comode anche al buon Miles. È possibile ad esempio nascondersi in anfratti che non siano esclusivamente armadietti, come all’interno di bidoni o pozze d’acqua. Un utile sprint ci permetterà di fuggire in maniera più efficiente dai nostri inseguitori, a patto che ci si ritagli un po’ di tempo per riprendere fiato, così da non subirne il contraccolpo.

Ciò che più sorprende è l’apparente intenzione di cambiare tipologia d’horror e battere territori – per la saga – ancora inesplorati. Eccezion fatta per il fantasioso epilogo, infatti, l’Outlast originale era comunque un gioco con i piedi ben saldi per terra; cruento e malato quanto volete, ma sempre materiale e, pur nella sua esagerazione, schifosamente verosimile. Questo secondo episodio sembra prendere una direzione abbastanza diversa, con scioccanti scene di violenza che vanno ad alternarsi a veri e propri incubi a occhi aperti. In Outlast 2 sembrano ora convivere numerose anime, con affascinanti sequenze che paiono quasi uscire da un Condemned o da un FEAR a caso.

Questo secondo episodio sembra prendere una direzione abbastanza diversa, con scioccanti scene di violenza che vanno ad alternarsi a veri e propri incubi a occhi aperti.

5 Incubo a occhi aperti

La demo viaggia velocemente dall’Outlast classico all’orrore strettamente psicologico, con visioni, voli in “dimensioni parallele” e incontri con le bestie sovrannaturali più disparate. Attualmente è difficile capire se ogni svolta fantasy sarà riconducibile a uno status mentale claudicante del protagonista o se si tratterà di un cambio di rotta in piena regola. Lo zoccolo più duro di appassionati può però tirare un sospiro di sollievo: tra mostri di palese matrice Lovecraftiana e fantasmi che si aggirano in scuole abbandonate, c’è ancora spazio per il caro, vecchio “gore” a cui Outlast ci ha da sempre abituati.

Carcasse di animali dal quale fuoriescono budella, insetti che cavalcano in massa disgustosi cadaveri e persino delle ammucchiate di corpi lasciate a marcire in oscure segrete. In un punto in particolare, siamo rimasti così sorpresi dal coraggio degli sviluppatori che ci siamo addirittura chiesti se, una volta sugli scaffali, il gioco non rischierà di cadere in qualche fastidiosa controversia. Dopotutto, camminare in una vera e propria fossa comune di bambini nudi e bruciati non è un’esperienza che possiamo dire d’aver vissuto chissà quante volte. In linea di massima, comunque, parliamo di un intreccio che colpisce non solo per la sensazionalistica violenza, ma anche per i particolari più piccoli. L’altalena solitaria spazzata dal vento, il cavalluccio a dondolo perso sulla strada del bosco, i continui giochi di luce e rimandi religiosi di cui è permeata quasi ogni ambientazione; parliamo di dettagli che donano alla saga un sapore davvero diverso, quasi evocativo.

La sequenza finale, inoltre, ci ricorda come in ogni caso le meccaniche principali siano rimaste lì dove le avevamo lasciate. Una rocambolesca fuga dai contadini ci costringe a capitombolare attraverso un campo di grano alla ricerca di un’improbabile salvezza; l’erba è alta ed è impossibile vedere in quale direzione si sta correndo. La sensazione di essere avvinghiati dalla natura stessa è magnificamente realizzata e, inutile precisarlo, a dir poco soffocante. Proprio come nel capostipite, in Outlast 2 è assolutamente impossibile difendersi, quindi il nostro obiettivo sarà sempre quello di passare inosservati ed essere fantasiosi in ogni tattica di aggiramento. Anche qui si nota un’interessante differenza: sulle nostre tracce ci sono tre, quattro folli contadini. Che il team di sviluppo abbia quindi abbandonato il sistema a nemico unico?

In un punto in particolare, siamo rimasti così sorpresi dal coraggio degli sviluppatori che ci siamo addirittura chiesti se, una volta sugli scaffali, il gioco non rischierà di cadere in qualche fastidiosa controversia.

6 In conclusione

La demo di Outlast 2 è stata a dir poco illuminante. Del resto, il titolo è stato rimandato all’anno prossimo ed era davvero necessario essere rassicurati sullo stadio dei lavori. Ora, possiamo dirlo, siamo nuovamente convinti che il tutto stia correndo ancora sul giusto binario. Il gioco è solido, le novità tantissime e – in linea di massima – siamo fiduciosi sul fatto che possa rivelarsi un seguito innovativo e allo stesso tempo conservativo. E, se proprio vi interessa saperlo: sì, fa ancora paura.

Non abbiamo avuto granché modo di testare i famosi inseguimenti, ma da questi piccoli stralci possiamo già notare come l’ansia e la sensazione di essere placcati siano sempre ai massimi livelli. Ancora una volta, non saremo altro che teneri coniglietti indifesi intenti a scappare da un incubo più grande di noi e che, probabilmente, neanche riusciamo a comprendere. Speriamo solo che la svolta fantasy si riveli essere davvero un fattore aggiunto e che non vada invece a intaccare la forte identità che la saga è andata a costruirsi nel corso degli anni. Inutile essere pessimisti e, per ora, prova ampiamente superata.

OUTLAST 2 Official Trailer (Horror - 2016)

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