Path of Exile 2 sarà l’anti-Diablo? – Anteprima PC

A cura di Nicholas Mercurio

Path of Exile 2

Grinding Gear Games, team affiatato dietro al successo del primo Path of Exile, ha pubblicato da poco, in Early Access, il secondo capitolo del dungeon crawler che ha tenuto incollato allo schermo un numero incalcolabile di giocatori. Provato su PC, ecco la nostra anteprima di Path of Exile 2.

Se ho imparato qualcosa negli ultimi anni, è quanto può essere complesso creare un seguito. Migliorarlo, affinarlo, sistemarlo e, soprattutto, renderlo giocabile a coloro che questa passione la vivono quotidianamente. Path of Exile 2 è arrivato. In accesso anticipato, certo, ma è qui: forte di un gameplay rinnovato e rafforzato, particolarmente riuscito e scoppiettante dall’inizio alla fine grazie a una lore tutta da conoscere. Il nuovo videogioco di Grinding Gear Games è ciò che ci vuole per perdere ulteriormente la vita sociale. E, lo ammetto, è accaduto proprio questo, nell’ultima settimana e mezzo, tanto che ho messo in pausa Baldur’s Gate 3 per arrivare a formulare un testo che raccontasse in modo oculato cosa sono state queste quasi quaranta ore in sua compagnia.

Se qualcuno pensa che siano poche, considerando la mole di contenuti già messi a disposizione del giocatore, ecco, potrebbe fare un errore. Un errore madornale e, lo sottolineo, alquanto grave. Immaginate trovarvi tre atti, ognuno di essi con un’ambientazione diversa, dei nemici più potenti della precedente e un numero di boss e miniboss da ricordare il miglior soulslike in circolazione. È un paragone coraggioso, questo, con il sottogenere ora più gettonato e apprezzato. Eppure, è un collegamento che viene automatico; un po’ perché ci sono aggiunte importanti nel gameplay e nel sistema di combattimento, e un po’ perché Path of Exile 2 è davvero difficile. I nemici fanno male, sanno colpire, si sanno muovere e attaccano in branco, con una furia che ho visto poche volte, in vita mia. Non scherzo quando dico, anche in modo alquanto divertito, che ho dovuto cambiare assetto tattico in un numero esagerato di occasioni.

Occorre quindi cominciare a sbilanciarsi ad ammettere che Path of Exile 2 è un signor dungeon crawler e che la dipendenza che crea è sana. Già, nonostante le microtransazioni, è un videogioco compatto e ben costruito. Mette in prima linea la progressione e il gameplay. È bilanciato ottimamente, ciò che viene ottenuto è meritato e le punizioni sono meno gravi di quanto qualcuno potrebbe immaginare, anche se pecca in alcuni piccoli, inevitabili dettagli. Vediamo quali, tra le tante cose ottime che propone.

Il dark fantasy che piace

La trama, è bene ribadirlo, avviene vent’anni dopo gli eventi del primo capitolo del franchise, attualmente disponibile ovunque in forma free-to-play. È ambientato nel mondo brutale e oscuro di Wraeclast, con la Corruzione ormai propagata ovunque a causa di un personaggio che, ecco, è bene non spoilerare. Della storia, al momento, si può dire molto poco. La narrazione è affidata a personaggi nei vari punti in cui si è chiamati ad accettare le missioni principali. Non esistono, in tal senso, quest secondarie, ma ciò non significa che sia un male. Esattamente come Diablo II, musa ispiratrice di Grinding Gear Games, tutto è riservato agli incarichi principali.

Questi sono complessi da seguire, specie quando si decide di tornare indietro o, spegnendo il gioco, ci si ritrova a dover esplorare le mappe daccapo. Ecco una bella notizia per chi ama macinare ore di gioco: all’interno dell’opera, le mappe cambiano. Sono procedurali: cambiano, mutano e, quindi, costringono a dover interfacciarsi con i nemici più e più volte. Qualcuno potrebbe pensare che siano attività pesanti, ma non lo sono affatto: tutto è bilanciato affinché il giocatore possa aumentare di livello e arrivare in nuovi luoghi. Non sempre, per esempio, le missioni sono dove si sono scoperte; alcune, dunque, vanno affrontate nuovamente. Come già detto, ciò non è un problema: è il ritmo affidato al giocatore, che può seguire le missioni come predilige. La scelta di non dare punti di riferimento, portando a riscoprire la mappa, è semplicemente geniale.

Tornando comunque alla narrazione, il tono si mantiene sul cupo. La Corruzione ha infatti invaso ogni parte del mondo di gioco. I regnanti sono soli, abbandonati, in costante emergenza: cosa sta avvenendo è brutale. Gli unici luoghi sicuri sono lontani dalla lotta ma a pochi passi dalla morte. Chiunque, nel mondo di gioco, ha perso qualcosa. Ormai propagata ovunque, la Corruzione agisce spietata, entrando nelle menti altrui e mutandole, com’è avvenuto con il povero Conte Ogham, prosciugato dal potere ancestrale di un male che sta consumando la bellezza del mondo. Intere foreste sono oscurate da questo potere; le aree del deserto, un tempo silenziose, ora sono consumate, disseminate di teschi, di braccia, e il sangue è dappertutto, zampillante e splendente mentre il Sole rinsecchisce i corpi vecchi ed esamini degli sventurati periti in quei luoghi. Insomma, se questo non basta per farvelo acquistare, non so che dirvi. Giusto, so cosa: il gameplay.

Path of Exile 2 è tutto potere e gameplay

Isometrico come la cucina videoludica comanda (citando un noto food blogger), Path of Exile 2 propone al momento quasi tutte le classi del titolo. Ho provato per l’occasione il Mercenario, quella sicuramente più curiosa, considerando le tante ibridazioni che consente in termini di progressione e specializzazioni proposte. Se non siete pratici col genere e avete giocato solamente a Diablo e a qualche altro esponente (consiglio il primo Sacred o, in alternativa, proprio Diablo IV per avere bene in mente come Blizzard Entertainment abbia evoluto il genere), allora potreste trovarvi a casa. Se da una parte c’è un’oscurità costante, dall’altra c’è un gameplay che, al momento, è tremendamente assuefacente. Limitandomi al Mercenario, la sua caratterizzazione – come quella di tanti altri personaggi – mi ha sorpreso molto più di quanto mi sarei aspettato.

Intanto, andiamo per ordine: gli scontri avvengono in aree aperte. Su schermo compaiono tanti nemici da sconfiggere e più l’esperienza sale, più è possibile in seguito dedicarsi alle abilità e al miglioramento del personaggio. Già in passato, Grinding Gear Games aveva proposto un sistema di gioco che strizzava l’occhio, di molto, al secondo capitolo del franchise di Blizzard Entertainment. Per questa occasione, ha voluto fare le cose in grande, allestendo una struttura di gioco capace sia di creare assuefazione, quanto di rendersi piena zeppa di ottime soluzioni nel corso dell’avventura. Qualsiasi personaggio dispone di due slot per le armi che può intercambiare come predilige. Il mio Mercenario, per esempio, dispone di una balestra e di un arco; precedentemente, invece avevo cambiato e gli avevo messo come arma secondaria una mazza e uno scudo.

In relazione a questo personaggio, consiglio spassionatamente di provare la combinazione assoluta, quella che rende il personaggio una macchina da guerra assettata di sangue: due balestre equipaggiate che, quando se ne scarica una, l’altra diventa quella che si può definire “Il colpo di grazia assoluto”. La produzione spinge a sfruttare qualsiasi arma a proprio piacimento e a garantire scelte ampie e variegate che consentono in seguito di sperimentare nuove strategie. Come accennavo prima, il sistema di combattimento vede un’aggiunta interessante: la possibilità di schivare gli attacchi e di colpire, in seguito, in qualunque modo. Ci sono attacchi che garantiscono un numero generosissimo di dardi, e ce ne sono altrettanti che possono avvelenare il nemico oppure elettrificarlo. Se vi dicessi, ecco… che è addirittura possibile perfezionare le armi affinché più elementi possano destabilizzare chi vi si para davanti? Succede anche questo. Vale la pena spendere delle parole, infatti, sulle gemme: da incastonare con attenzione, esse sono lo specchio riflesso con cui le abilità, sbloccabili salendo di livello, annientano gli avversari. Ce ne sono una marea e, ripeto, sono letali e diverse. Consiglio, sempre rimanendo sulla mia classe, che il veleno fa male, davvero male. Lo fa soprattutto alle difese dei boss ostici, quelli di fine livello. Proprio loro, ecco, sanno come fare del male e costringere a ripetere gli scontri. Il grande pregio del prodotto, e qui gli deve essere dato atto, è di non portare mai a un rage quit né a momenti di frustrazione.

Talvolta, porta addirittura a riflettere su quali abilità puntare e in che modo organizzare lo sblocco di nuove skill dall’albero delle abilità. In tal senso, quello proposto in Path of Exile 2 è enorme, gestito in modo magistrale: al suo interno si possono modificare tre statistiche che sono frequenti e si ripetono a oltranza; vale a dire la forza, la destrezza e l’intelligenza. Esse si riflettono sulle armi da equipaggiare e sulle armature, entrambe fondamentali man mano che si avanza nel titolo. E ce ne sono tante, tantissime, e tutte riescono a regalare soddisfazioni. Molte possono essere migliorate con gli oggetti raccolti per le varie aree, mentre ulteriori invece sono lasciate come ricompensa dai boss.

La gestione del loot è fondamentale. Ce n’è tanto, troppo, ma non appesantisce affatto l’esperienza. Porta a prendere delle scelte e niente, NIENTE, è più RPG di una cosa del genere; è di ottima fattura perché riporta a usare un forziere e a immagazzinare le risorse con intelligenza e prendendo delle decisioni su cosa conservare e cosa gettare. Inoltre, sempre rimanendo a Diablo II, saranno presenti delle pergamene d’identificazione che costringeranno a esaminare alcuni oggetti per scoprire cosa offrano davvero. E, quando si sarà nei vari hub della produzione, sarà possibile usare i poteri mistici dell’Hooded One, un figuro misterioso, per esaminarli. Se questo non è un grande omaggio, allora non so cosa sia.

Il futuro è piuttosto roseo

Alla fine dei conti, questa non è una recensione. Bisognerà attendere prima di arrivare a dare un voto complessivo alla produzione di Grinding Gear Games, che, per quanto ho avuto modo di provare, per il momento sta dando agli appassionati un motivo serio per spendere quei trenta euro di Early Access per provarlo e perdersi al suo interno. Peraltro trattandosi di un live service anche una recensione definitiva andrebbe poi rivista e corretta col passare degli anni, le patch e i contenuti aggiuntivi. Va detto, comunque, che al momento il titolo non è esente da crash su PC.

Considerando che è in Early Access, questo è inevitabile. Sono da tenere in considerazioni ora gli sporadici problemi di connessione, che però non causano affatto noia, perché sono presenti all’interno del titolo moltissimi checkpoint, alcuni dei quali posti addirittura di fronte alle arene dei boss. In un mercato così, tanto sprezzante quanto assurdo, produzioni come Path of Exile 2 danno ancora speranza e sanno come meravigliare.

Giocato al massimo su PC, le prestazioni al momento non deludono affatto, seppure siano presenti problemi minuscoli per quanto concerne l’ottimazione. Come tuttavia dimostrato dalle immagini, riesce davvero difficile trovare altro da aggiungere. Le ambientazioni, graficamente, sono rese in modo magistrale.