Brutto colpo per la pirateria audiovisiva in Italia. Le forze dell’ordine hanno eseguito un maxi-sequestro di siti e canali Telegram che generavano un traffico di 80 milioni di accessi l’anno a materiale riprodotto illegalmente.
Lo scorso 23 settembre la Guardia di Finanza di Gorizia ha messo, sotto sequestro preventivo, ben 58 siti web illegali che fornivano materiale piratato. Non solo, anche 18 canali Telegram sono stati chiusi e messi sotto investigazione. Secondo le Fiamme Gialle, questa mossa avrebbe contribuito a tagliare circa il 90% della pirateria audiovisiva, nonché editoriale, presente in Italia.
Questa operazione, denominata ‘Evil Web‘, ha portato a quattro denunce e ha spinto gli inquirenti a focalizzare la propria attenzione sul mondo della pirateria online e sul sistema illegale delle Iptv che tanto sta spopolando negli ultimi anni. Queste indagini, partite in Friuli Venezia Giulia, sono state condotte nei confronti di una persona che portava il nickname ‘Diabolik’.
Queste indagini non si sono limitate solo al Friuli Venezia Giulia ma si sono estese anche in altre regioni italiane: Puglia ed Emilia Romagna per poi ampliare i controlli anche all’estero coinvolgendo: Germania, Olanda e persino gli Stati Uniti.
Quest’operazione di portata considerevole ha portato alla denuncia, oltre che di ‘Diabolik‘, anche di altri utenti che portavano il soprannome di ‘Doc‘, ‘Spongebob‘ e ‘Webflix‘. Queste persone, stando alla Guardia di Finanza, sono considerati dei veri e propri ‘idoli‘ per tutti coloro che usufruiscono di materiale piratato, grazie alla diffusione attuata proprio dai quattro indagati.
Inutile dire che il loro mercato comprende i prodotti più disparati, che siano film recentissimi, eventi sportivi, cartoni animati, software, giornali e riviste, fino ad arrivare a settori più ‘grigi‘.
Ma i finanzieri non si sono fermati qui, dal momento che tenteranno di rintracciare almeno un migliaio di abbonati al ‘pezzotto‘. Un sistema che consente di utilizzare Iptv illegali e usufruire gratuitamente di canali altrimenti a pagamento. Queste persone verranno poi segnalate alla magistratura, e sono previste pene che arrivano fino a 3 anni di reclusione e ben 25.000 euro di multa, con accusa di ricettazione.
Sono dunque mosse obbligate, dal momento che le stime del Colonnello Antonino Magro riguardo i danni provocati dalla pirateria sono sconcertanti. Parliamo infatti di un impatto, in negativo, di circa 500 milioni di euro, con oltre 6.000 posti di lavoro messi a rischio. Il danno economico per l’Italia, invece, sfiora il miliardo e cento milioni di euro. Insomma, dopo la batosta rifilata dal Giappone al settore della pirateria informatica, lo stesso arriva anche dall’Italia, in una lotta che sembra essere senza fine.
Fonte: AGI